Che un filo di misoginia nella testata sia presente è un'opinione da me condivisa.
Però non considero responsabile tanto Sclavi (che vede sì con timore la figura della "madre", ma non quella della donna in generale) quanto Chiaverotti, che per un bel po' su
Dylan Dog ha fatto il bello e il cattivo tempo.
Molte vecchie storie di Chiaverotti sono di una misoginia allucinante (quelle attuali non so, non leggo
Brendon).
Forse la peggiore è
I delitti della mantide. Non per la madre assassina (già vista in tutte le salse), quanto per gli altri personaggi. Tipo la donna con gli occhiali che provoca lo sfigato e poi, delusa, lo molla "spingendolo" a diventare un assassino.
Personaggi del genere, che incarnano la donna come causa di tutte le disgrazie, supportati da altri personaggi (lo stesso Bloch!) che si commuovono SOLO per lo sfigato assassino e della vittima se ne fregano... Beh, non mi vanno giù!
Non tutte le storie di Chiaverotti sono di tal fatta, per fortuna. Ma le donne in genere nelle sue storie non fanno mai bella figura.
Anche quando dovrebbero rappresentare personaggi positivi, sono stereotipatissime e paiono uscite da una brutta soap-opera a base di patetismi e sentimentalismi di serie B.