Ottimo topic per quelli che appajono solo come dettagli secondari, ma in realtà cementano le midolla
di un prodotto di qualità e lo distinguono da una smanettosa catena di montaggio di vignette a casaccio.
Aggiungo in proposito... al limite della pignoleria, solo per puristi dylaniati di zoccolo durissimo
:
1) Caspita se ci mancano, eccome, i nomi degli AUTORI nascosti creativamente nella pagina del titolo,
scritti col sangue, incisi sulle cortecce, pennellati sulle acque del Tamigi ed in tanti altri modi
.
Davano quel tocco ARTISTICO in più che oramai si può dire estinto da tempo immemore
- a proposito, visto che soffro di accidia cronica e non posso rimetter sottosopra il mio armadio
con l'intera collezione, posso innescare un miserrimo webquiz? : sapreste dirmi con sicurezza qual'è L'ULTIMO numero della serie regolare in cui compare questo tipo di chicca...
sospetto a ritroso del 120...o forse anche oltre...mah...
2) Altro dettaglio che mi urta non poco: parallelamente al fenomeno della perdita sopra(ec)citata si è
persa anche l'abitudine di non definire gli autori per ruolo, ma solo come cooperativa artistica...
Vale a dire: prima bastava un
semplice ma significativo "di Sclavi e Ambrosini" come se si
lavorasse in gruppo/4 mani, a prescindere dalla propria funzione, per un risultato finale comune, ... adesso - col cavolo "adesso", sone decenni ormai - bisogna specificare da subito "Testo: Marzano, Disegni: Cossu" come se si temesse che il commercialista di entrambi incalzi alle calcagna per citare il suo protetto a dovere
!
Ma che bisogno c'è di esser tanto pedestri ed elencare queste distinzioni...quando il tamburino basta
e avanza per i curiosi, i veterani non ne hanno bisogno, e i pecoroni se ne infischiano ai quattro venti?
Tra qualche anno metteranno anche il nome del letterista - che male ha fatto per esser escluso/a? -
dell'adetto commerciale, del fattorino e del ragazzo del bar che hanno collaborato alla riuscita complessiva coi loro preziosi servigi ?
O forse gli autori soffrono di tale narcisismo ipocondriaco che temono qualcuno, per esempio, possa
fraintendere Marzano per un disegnatore in declino e Cossu per un soggettista a corto di cartucce?
Non credo proprio... ma credo che alla radice di questo ci sia la beneamata redazione, ma almeno tentare
di abbozzare una ragione concreta non mi dispiacerebbe. Voi che ne dite?
Dimenticavo l'incoerenza di sottofondo: c'è chi si auto-etichetta "Test
o" e c'è chi invece "Test
i"...cos'è assertivismo ontologico contro pluralismo multifaccia?...decidetevi...
3) Questa è una mia fissa...ma credo distingua bene uno
starting point degno di questo nome da
un dozzinale "
C'era una volta"...
Nei primi cento numeri, o giù di lì, si manifestava molto spesso la volontà di non spiattellare il titolo,
inteso come logo, già dalla prima pagina...attendendo invece una mini-sequenza introduttiva, spesso
molto inquietante/interlocutoria, prima di spararlo a caratteri cubitali qualche pagina dopo, proprio dopo essersi auto-presentato nello pseudo prologo in questione...con effetto emblematico quindi.
è una tecninca narrativa/espositiva molto simile a quella del cinema, in cui difficilmente si vede
il titolo del film come prima cosa...ma prima si visualizzano altri passaggi/eventi, o almeno i
featuring della produzione.
E invece no, su DD queste aperture D'AUTORE sono diventate merce rarissima, e non solo per - questa la concederei pure - il fatto che qualche volta la storia cominci a valanga
in medias res ..., ma purtroppo per lo standard degradato dei recenti numeri secondo cui certi dettagli sono sofisticaggini irrisorie e il lettore-bove non chiede altro che la tautologia lapalissiana del titolo, dopo esserselo sorbito solo qualche frazione di secondo prima in copertina e nella locandina 4o poteresca a pag3...nel caso
gli fosse sorto nel frattempo il dubbio che l'albo abbia cambiato titolo per qualche prodigio tipografico
degno di Hamlin o Uskebasi...
Non è un caso se negli ultimi due anni - attestato - le sole due eccezioni a questa pratica pedestre
sono nel "Giorno del Licantropo" e in "Mater Morbi"..rare perle D'AUTORE in discariche di anonimato
suino (a cui aggiungerei "I Nuovi Barbari" e "La seconda occasione"
of course).
4) I titoli dei sotto-capitoli...anche quelli sono una perdita niente male...per quanto certe
volte fossero un po' troppo spoilerosi...ma in quel caso si trattava di aspettare poche
pagine e la frittata era rivoltata. Se gli autori sono a corto di titoli per i prossimi numeri
gli consiglierei di darsi una rilettura a quei sotto-capitoli...di materiali d'ispirazione pullulano.
Altra domanda da sconforto contagioso: ma perchè secondo voi li hanno cestinati, consumavano
troppo inchiostro...o spremevano troppo il soggettista - visti quelli attuali...posso capire le
difficoltà...- ? Io questi diktat redazionali taffazziani non riesco proprio ad afferrarli....
5) Sulla Post/Club, sorvolo, tanto non esiste più...
Basti dire che comincio a rimpiangere le filastrocche sulla Morte che appestavano quelle
pagine nei primi anni '90. Possibile che ci dobbiamo sorbire ogni volta MediaShoppingBonelli
con tanto di sviolinate nostalgiche per "le introvabili" - miii ke ppaura, corro in edicola prima
che vadano a rrrubbba - storie in ristampa?
Scusate se mi sono dilungato, ma questa è la punizione che si merita RCestaro per
aver accesso la miccia di una cosa che mi ronzava sottopelle da un po'... aspettavo
solo la detonazione.
Topic che lanci, (degni) compari di topic che trovi
ALOHA