Cravenroad7

Il tema dell’invisibile (la solitudine come male interiore) e dell’incomunicabilità (il sorriso di Aileen che vale più di mille parole) tanto caro a Sclavi, si incarnano in questa epopea letteraria, che si dipana in 98 pagine con una tale profondità e intensità che non ha eguali. Il prologo è tra quelli che annovero fra i più commoventi. E’ difficile non rimanere impassibili all’ ”invisibile”, si crea una sorta di legame con il personaggio, ci immedesimiamo nel suo dolore, nella sua malinconia, perché potremmo anche noi essere Invisibili. Poi, la storia prende una piega thriller.

Un serial-killer di prostitute si aggira per Londra, e Dylan con l’aiuto di Bloch deve trovare il colpevole. Apparentemente lineare, non ci troviamo di fronte ad una sceneggiatura che va da A a B, ovvero assassino seriale, uccide diverse persone, risoluzione del caso con incarcerazione o morte del colpevole. Non è cosi semplice. Sclavi non segue una schema narrativo fisso: non ha un finale in mente, scrive semplicemente quello che sente dentro, e infatti dopo circa 60 pagine scopriamo chi è l’assassino, consegnandosi direttamente a Bloch mentre beve una birra con Dylan, non difendendosi, e ammettendo di aver ucciso 29 persone, senza un reale motivo, senza nessuna misteriosa cabala. Dylan, in questo caso è l’anti-eroe per eccellenza: indaga, aiutando Bree, ma è inerme di fronte ad un killer invisibile. Stavolta l’eroe ha perso. Ma che cosa ci riservano le ultime pagine? Che ancora c’è qualcuno che uccide, e non ha nessuna intenzione di fermarsi. Il connubio killer-invisibile è lampante. Chiunque potrebbe essere un killer, quante persone stanno nelle proprie case e potrebbero pianificare un delitto? Il sospetto potrebbe ricadere di conseguenza su chiunque, dal fruttivendolo all' impiegato di banca. Tutti potrebbero essere serial killer.
La parola chiave, come già detto è invisibile, aggettivo applicabile a Dylan e a tutti i comprimari. Mi piace pensare che Dylan trovi l’amore per completare la sua vita, e Bree la sua. Si è invisibili, se non si ama. Amo ergo sono. La stessa Bree è una donna sola, e la sua professione le permette di avere ma non di essere. Poi Bloch, probabilmente il più umano di tutti, con i suoi lacci slegati, e la sua commozione davanti ad una prostituta brutalmente uccisa, con la quale aveva avuto una relazione in passato. E infine gli abitanti di Londra, personaggi di contorno, reietti della società.

Di fronte a commenti così c'è solo da levarsi il cappello.

Di solito non commento nella sezione storie, vuoi perché è già stato detto tutto bene o male, vuoi perché la gran parte delle storie parla da sé (non saprei proprio che dire di appropiato su storie che mi hanno sconvolto come Storia di Nessuno o Il Lungo Addio ). Però Memorie dall'Invisibile è il mio Dylan Dog preferito, è, senza dubbio, il mio fumetto preferito, in senso assoluto; quello che ha messo radici nel mio cuore e nella mia testa, e che mai se ne andrà. Cazzo posso dire che è stato l'unico Dylan Dog che dopo averlo letto sono stato male.

I miei 100 momenti topici di Dylan Dog: posizione n°87



Il bacio nel vicolo in Memorie dall'Invisibile n°19.

io adoro l'inizio di questo albo,quando l'uomo invisibile racconta della ragazza che gli ha sorriso e poi viene uccisa,mi viene il magone ogni volta
SOGGETTO:7
SCENEGGIATURA:8
DISEGNI: 7

La prostituta con la lametta in bocca è una citazione di "Bronx 41mo distretto di polizia" con Paul Newman.

Ma ci pensate che scene come questa e praticamente ogni singola sequenza di una storia come questa oggi non verrebbero approvate dalla redazione?

che tristezza....

I miei 100 momenti topici di Dylan Dog: posizione n°48



Prima vittima in Memorie dall'Invisibile n°19.

I miei 100 momenti topici di Dylan Dog: posizione n°16



Monsiuer Verdoux in Memorie dall'invisibile n°19.

il grito di dolores dell'antispiegazionismo

Certamente uno dei migliori Dylan Dog di sempre...sicuramente tra i primi tre di una mia ipotetica classifica..

Difficile commentare un albo del genere su cui si è praticamente già detto tutto: il tema dell'invisibile ha qui il punto più alto del panorama sclaviano, sul prologo capolavoro non aggiungo nulla, l'atmosfera della Londra qui perennemente piovosa è perfetta, poi c'è amore, sangue, Bloch che si commuove per una sua fiamma, il discorso di Hiram bailey di fronte alla giuria...e pioggia ancora, tanta pioggia (io amo la pioggia).

E se devo essere onesto il finale con le ultime parole dell'uomo invisibile mi ha emozionato più del prologo.

Casertano ai suoi migliori livelli, al pari de Il signore del Silenzio.

Albo da 10.

Scartabellando tra le mie vecchie riviste dell'epoca, roba di 20 anni fa destinata ai superfans ("Dime press - Magazzino bonelliano"), ho trovato una "chicca" che credo possa interessare ai più: si tratta della recensione di quest'albo fatta nientepopodimeno che da Mauro Marcheselli. A voi.

"Quando uno sceneggiatore si presenta alla Bonelli Editore, e si propone per scrivere Dylan Dog, gli diamo come esempio la sceneggiatura di "Memorie dall'invisibile", e nel consegnare il malloppo la mia metà oscura gongola vergognosamente, in quanto so benissimo che confrontarsi con una storia come quella è un'impresa da far tremare i polsi al più abile degli sceneggiatori. Perchè "Memorie dall'invisibile" è la sceneggiatura perfetta, la madre di tutte le sceneggiature. E' vero, poi il mio comportamento mi procura dei rimorsi che non mi fanno dormire la notte, ma cercate di capirmi almeno voi: in fin dei conti sono io la prima vittima delle esemplari sceneggiature di Tiziano Sclavi, ci sarà pure un motivo per cui io mi limito a scrivere soggetti... Comunque al di là delle mie piccole perversioni professionali sono convinto che a uno sceneggiatore non occorra altro, oltre alla suddetta sceneggiatura, per entrare nello spirito della serie, perchè nelle "memorie" c'è l'essenza dell'intera saga. Il carattere e la filosofia di vita del personaggio "vengono fuori" alla grande anche nelle sue più piccole emozioni e in più in questa storia c'è tutto quello che serve per confezionare un piccolo capolavoro, e cioè la pratica dei Sette Vizi Capitali e la trasgressione ai Dieci Comandamenti. Spiegare la trama di "Memorie dall'invisibile" è difficile come fotografare Tiziano Sclavi nudo, ma ci proverò (a spiegarvi la trama, intendo).
Nelle prime pagine dell'albo si fa conoscenza con l'"uomo invisibile", uno dei tanti Nessuno che popolano le metropoli. L'uomo è solo, è sempre stato solo, non ha parenti, non ha più amici (non ha più fans, vede la gente cadere giù, adesso è morto...) l'unica cosa che lo tiene in vita è l'amore (mai esternato) per Aileen, una prostituta che abita nel'appartamento sotto il suo. E quando Aileen viene uccisa da un serial killer impermeabilizzato, il nostro Nessuno si trova a non avere più un motivo per esistere e quindi "sparisce" corporeamente e inizia una vita in spirito. Aileen è la settima vittima del maniaco delle prostitute e le medesime decidono di prendere dei provvedimenti. Una di loro, Bree Daniels (nome preso pari pari dal film di Alan Pakula "Una squillo per l'ispettore Klute", protagonista Jane Fonda) si reca da "Dailan" Dog per affidargli l'incarico di proteggere lei e le sue colleghe di lavoro. Dylan accetta.
E naturalmente cattura il maniaco e salva la bella Bree... direte voi, e invece no.
L'assassino si costituisce spontaneamente, si chiama Hiram Bailey ed è un timido impiegato di una compagnia d'assicurazione. L'uomo confessa di avere ucciso ben ventinove donne, lo ha fatto così, senza un particolare motivo. Viene giustiziato a Natale (come i tacchini). Lo stesso giorno l"uomo invisibile" tenta il suicidio. Dylan si trova senza lavoro, in compenso si accorge di essersi innamorato di Bree Daniels.
La sposa e vivono felici e contenti come in "Pretty woman"... direte voi, e invece no.
Lei rifiuta di sposare Dylan, sa che il suo passato peserebbe sul loro futuro (o forse non vuol fare la fine di Groucho) e lo lascia. Ma nuovi serial killer appaiono all'orizzonte e uno di questi (un giornalista) va a trovare Bree per sgozzarla.
Arriva Dylan Dog e la salva... direte voi, e invece no.
Arriva il redivivo "uomo invisibile" (che si rivela essere il fratello del giornalista maniaco) e si becca la coltellata indirizzata a Bree, riuscendo poi a restituirla al fratello e portandolo con sè all'altro mondo. Bree, salva per miracolo, chiama Dylan.
E la storia finisce con i due che si riconciliano... direte voi, e invece no.
Finisce la storia."

non so perchè ma la prima volta che lessi quest'albo non mi piacque. dopo averlo riletto divento' di diritto uno dei miei albi preferiti di sempre

Se gli unici voti sono "Capolavoro" un motivo ci sarà, sceneggiatura perfetta, situazioni creati da uno sclavi in splendida forma davvero splendide, tutto è così splendido che di notte brilla di luce propria questo albo... e poi...niente avete li avete già detti tutti voi i modi per elogiare questo numero che entra nella storia... 10

si può aggiungere "splendido" nel sondaggio?

Esiste nelle categorie di voto "Pietra miliare, senza di questo DD non avrebbe senso" ?
Io ho pure l'albo firmato da Giampo... (Luglio 1997, una sgangherosa serata salentina), tiè !
Anche una nonnina-sprint di oltre 80 anni, completamente a digiuno di fumetti, l'ha letto gridando al capolavoro - documentatabile .

ALOHA