Bo.82 ha scritto:
Concordo sul coro di giudizi negativi, probabilmente è davvero la peggior storia pre-100, ai livelli delle di molto successive "Un mondo sconosciuto" e "La strage dei Graham"
Prima di rileggerla per caso stasera avrei scritto le stesse cose.
Invece rileggendola dopo tanti anni mi ha fatto venire il magone fumettistico. Perché anche in un albo sicuramente mediocre come questo c'è qualcosa che manca totalmente anche a molti degli albi migliori degli ultimi e penultimi anni: la vitalità . Apri le pagine dell'albo e ritrovi Dylan Dog. Quello vero. Quello un po' detective e un po' perdigiorno, un po' marpione e un po' eroe. Un Dylan che era Dylan, non ancora il personaggio in cerca (vana) d'autore di oggi, in balia dei tiramenti e dei dubbi gusti dei singoli autori. Anche in un albo scarso come questo escono fuori la sua umanità , simpatia, goffaggine. Magari per la media di allora i dialoghi di questa storia non saranno stati un granché, oggi sembrerebbe un miracolo leggerne di così brillanti e scattanti. Rileggetela e fate caso ai modi da commedia sofisticata con cui La Neve porta avanti la storia tra Dylan e la tipa. Un rapporto stereotipato (lei è una delle tante anonime "ragazze del mese") ma ricco d'ironia, simpatia, gelosia, malinconia... e sesso, porcaccia la miseria: anche da quel punto di vista il rapporto tra Dylan e la tipa ha qualcosa di vero e concreto totalmente scomparso dalle storie odierne. Stesso discorso per Bloch e Groucho, anche loro inquadrati alla perfezione nei loro ruoli, con i loro tic e tormentoni, quindi personaggi vivi, non comparse messe a far presenza perché è nel regolamento che ci siano.
Sulla storia in sé concordo con quanto scritto da Kramer: totalmente trash. Ma lo è così tanto da avere una sua bislacca coerenza. Spazzatura divertente perché divertita, comunque lontanissima dagli albi a schemino fisso odierni. Ci sono il surrealismo (sgangheratissimo, ma c'è) e lo splatter (morigerato, ma oggi ce le sogniamo metà delle scene). La sceneggiatura di La Neve non è neanche così sprovveduta, con spunti presi da Carpenter (l'idea di base è quella del "Il signore del male" e l'ironico duello tra i due cavalieri ricorda quello tra i due maghi di "Grosso guaio a Chinatown"), Cronenberg (mutazioni fisiche abbastanza schifose - scordatevi pure roba così, oggi), Hitchcock o Sclavi (gli animali ripresi da "Gli uccelli" o "Guerre terrestri"), e pure qualche tocco di classe (un paio di scene de paura "silenziose", senza battute trash o inutili onomatopee). E poi trovatemela una sceneggiatura degli ultimi tre o quattro portata avanti con questo ritmo, con scene velocissime di due tre pagine, con tanto di spiegone, ma compresso in due tavole e via.
Capiamoci: resta un albo mediocre. Ma sarà che in confronto alle nuove leve anche uno sceneggiatore non certo entusiasmante come La Neve sembra una penna sopraffina del fumetto, sarà che ai tempi Sclavi (o chi per lui) supervisionava veramente... sarà quel che sarà , ma 'sta storiella del cavolo mi ha ricordato che razza di fumetto e personaggio fosse Dylan Dog e mi ha fatto VERAMENTE rendere conto di come sia stato appiattito, cloroformizzato e banalizzato.