Allora non sono l'unico a pensare che lo stile di Castellini fosse completamente inadatto a Dylan Dog! Intendiamoci, i disegni di quest'albo sono magnifici, sontuosi, ma non sono mai riuscito a digerire appieno sta sfilza di culturisti (persino Wells
) che c'è al posto dei personaggi; in Horror Paradise invece la storia si presta un filo meglio.
Dal punto di vista del soggetto/sceneggiatura, quest'albo ci regala alcuni dei momenti più squisitamente horror della serie: Shelly che si scarnifica allo specchio, la pancia squarciata del Dr. Jones, il parto del neonato macrocefalo, il suicidio di "Jack". Lo stesso Jack Llyod/Torrance/Nicholson è figura terrificante.
Latita l'originalità a causa (o anche per merito) di una pioggia torrenziale di citazioni: Shining, Poltergeist, Alien, Ma come si può uccidere un bambino, con altre chicce sparse qua e là (io vedo anche Profondo Rosso nella scena della testa mozzata dal cavo).
La mammina Shelly è una delle compagne dylaniate più hot ed è rimasta nell'immaginario di molti lettori masculi. Peccato si innamori sempre degli uomini sbagliati, il nostro compreso.
Sclavi ci parla ancora una volta del rapporto morboso figlio/madre, più edulcorato (Danny è un bambino in fondo) rispetto a precedenti/successivi lavori.
Continuo a stare di manica larga ed elargisco un altro ottimo.
Curiosità: per la prima volta Dylan fa esplicito riferimento al famigerato "quinto senso e mezzo".