Con quest'albo la media qualitativa (già non esaltante) del Color Fest cala ulteriormente.
Prima l'unica ragione per comprarlo erano i disegni, ora neanche quelli. Qui è tutto standardizzato, tranne il tratto di Vanna Vinci.
seguono i soliti
S
P
O
I
L
E
R
La villa degli amantiAdoro il tratto di Vanna Vinci dai tempi de
L'altra parte (la cui prima edizione spicca nella mia libreria
), quindi ammetto che il mio giudizio è di parte.
Certo, qui è piuttosto rigida in diverse vignette, ma comunque il suo stile così anomalo e poco bonelliano è sufficiente motivo d'interesse per chi apprezza un Dylan iconograficamente assai diverso dalla norma.
Purtroppo la trama non desta alcuna sorpresa. Troppo scontata e prevedibile, con l'elemento patetico-sentimentale in evidenza, come nel 99% delle storie di fantasmi.
La camera chiusaLa peggiore del lotto!
Ha il difetto tipico di molte storie horror: parte con un mistero interessante, ma poi non sa come venirne a capo e finisce incartandosi su se stessa.
Le soluzioni narrative sono del tutto gratuite. Si vedono i drughi di
Arancia meccanica, ma potevano anche apparire Topolino, Babbo Natale e Mastro Lindo e mettersi tutti insieme a ballare il Giro-girotondo e non sarebbe cambiato granchè!!!
Il finale, poi, non è che un insulso escamotage.
La donna perfettaUna Barbato più pesante del solito...
Sappiamo da un pezzo che alla Barbato i lati maschilisti del carattere di Dylan non piacciono, ma qui ha un po' esagerato a sottolinearli con la matita rossa.
Dylan non è dipinto 'solo' come maschilista, ma anche come un perfetto cretino! Non c'entra la volontà di umanizzare il personaggio (in fondo potrebbe starci). Qui si punta proprio a dipingere il personaggio nella maniera più squallida e negativa possibile.
Dylan sarà tante cose, però non è un cretino patentato.
Però la storia è sceneggiata con buon ritmo e si lascia leggere speditamente.
Così così i disegni, che non si discostano dalla media bonelliana. Thelma non incide: non ha qualità dal punto di vista 'iconografico' che le permettano di imporsi come donna perfetta.
Tagli aziendaliUn
What if...? interpretato da Dylan.
Suamo sullo stesso livello della 'breve' di Bilotta letta qualche anno fa. La storia non ha qualità particolari, ma colpisce per l'argomento in sè, ovvero per il fatto di vedere Dylan in una sorta di universo/linea temporale alternativa.
Confesso di non essere un fan di questo genere di storie, ma so che alcuni fans le apprezzano molto, quindi...
Voto complessivo: 5-