Cravenroad7

Chiarisco la mia idea:


Strega.

sul discorso .

SCENEGGIATURA : 8.5 mi è piaciuto molto il ritmo di questa storia dato dalla Barbato, anche perkè negli ultimi Dylan era per lo più uno spettatore
DISEGNI: 9 Casertano come sempre fantastico, il mio preferito tra i disegnatori
COPERTINA: 6.5 Carina peccato però che praticamente svela il colpo di scena dell'albo

In che modo lo farebbe?

SPOILERONE

Pensa che un mese fa quando ho visto la copertina e letto il riassunto in anteprima mi sono detto "Sta a vedere che il tipo di cui Dylan si vendica è sé stesso!"...
Che la sagoma dietro di lui sia sempre lui è intuibile, poi quando nella storia ci viene mostrata la situazione dall'altro punto di vista... casca l'asino.
Ripeto, non che fosse un colpo di scena imprevedibile (tutt'altro) e non sono un maniaco degli spoiler, ma è una copertina dal soggetto davvero infelice.

ANCORA SPOILERONE

Infatti mi pare di averlo anche scritto in anteprime che poteva essere una copertina "simbolica", dove spesso appunto Dylan impersona situazioni che poi nell'albo vengono vissute da altri personaggi... ma: 1) il tipo di storia annunciato dal riassunto lasciava intuire che quella fosse la scena della "vendetta" di Dylan ed è molto improbabile che ribaltino totalmente una scena, 2) ripeto: quando si legge la storia e si vede l'assassino che cade in acqua, non so come si fa a negare che la copertina a quel punto diventa uno spoiler con i fiocchi! Niente di grave eh, ma sembra sempre che se la redazione ci debba mettere il malefico zampino... se per superficialità o per calcolo non lo so dire, né mi interessa saperlo.

Per Uomo In bombetta

Finalmente, dopo non so più quante boiate, un albo che si lascia leggere volentieri e fino in fondo pur restando ben lontano dalla qualifica di 'capolavoro'.

seguono
S
P
O
I
L
E
R

Questo è probabilmente il soggetto meno personale della Barbato.
La storia è infatti rigorosamente "di formula". Sembra un episodio di Ai confini della realtà interpretato da Dylan.

Sia chiaro che non lo considero affatto un difetto. Mille volte meglio una buona prosa che una brutta poesia!
E' un'autentica boccata d'ossigeno leggere per una volta qualcosa di accattivante dopo tante insulse storie che pretendevano velleitariamente di fare analisi socio-politiche o svolazzi pindarici, quasi sempre con risultati patetici...

Il soggetto in sè non può certo dirsi originale. Oltre a ricordare le trame di non so quanti film e racconti, è pressochè IDENTICO a quello di Storie Blu n.30, "Circuito chiuso".



Per la cronaca, il 'circuito chiuso' del titolo è quello temporale in cui il protagonista si ritrova a inseguire se stesso senza possibilità di alterare gli eventi.
Badate: non sto insinuando che la Barbato abbia copiato! Dubito MOLTO che abbia l'abitudine di leggere fumetti porno sado-maso (perchè le Storie Blu sono soprattutto quello, al di là della genialità e dell'originalità dei soggetti). E' solo per sottolineare quanto il tema sia formulaico.

L'inizio della storia è piuttosto faticoso, con il pesante pistolotto sulla 'farfallonaggine' di Dylan. Ne abbiamo letto una simile nella storia breve del Color Fest... Per quanto si stimi la Barbato, è dura digerire due identiche 'tirate' a pochi giorni di distanza l'una dall'altra.
Per fortuna, dopo la morte di Becky, la storia ingrana e non molla la presa fino alla fine. Forse ci sono un po' troppi balloon riflessivi, ma anche così il ritmo non conosce cedimenti e l'opera corre spedita come un treno.

Dylan è più cupo e negativo del solito, ma ciò avviene perchè è il soggetto -fortemente articolato- a influenzare il personaggio che lo 'interpreta' (mentre di solito avviene il contrario).
Lo stesso avveniva in Circuito chiuso, tra l'altro, dove però la cosa era più digeribile visto che lì il protagonista era presentato fin da subito come assolutamente negativo.

Gli altri personaggi sono meramente funzionali. Anche qui, è il soggetto a imporsi su tutto il resto.
Ripeto tuttavia che non considero la cosa un difetto. Questa storia per funzionare aveva bisogno di focalizzarsi sull'intreccio e sulla suspense che ne deriva, non sui personaggi in sè.

Al tutto darei un 7, ma alzo il voto a 8 perchè sbavo per Casertano anche se in tempi recenti il suo tratto si è un po' normalizzato.

ndImp: ricordatevi sempre degli spoiler!

SPOILER (dico la mia sulla "questione-copertina")


Per fortuna mentre leggo un Dylan, soprattutto se la storia mi prende e la leggo con frenesia e velocità (come questa), tendo a dimenticarmi completamente di copertina e sinossi di presentazioni, leggo e via! Sennò la copertina era in effetti troppo "spoilerosa" e avrebbe guastato l'avvicendarsi degli eventi che stavo leggendo. Quindi mi schiero dalla parte di chi ha criticato la scelta di questo soggetto per il disegno di Stano (anche se ci ha permesso di goderci un'ottima copertina!)

SPOILER

Boh, e quindi?
Cioè, e dunque?
Pertanto?
Sicché?

Che dico di questa storia? Niente dico, che ne vuoi dire? Né bella, né brutta... protocollata, ecco. Il paradosso temporale che per funzionare ha bisogno di qualche piccolo inghippo, la macchina del moto perpetuo che per funzionare deve avere un paio di rotelle sbiellate. Barbato che ha il chiodo fisso sulle idealizzazioni... (la donna ideale in tutte le salse, prima in Oltre quella porta dove riprende l'idea da Ruju, poi ne La predatrice, poi qui e chissà in quali altre storie che non mi vengono in mente; poi il Dylan idealizzato di Il giardino delle illusioni nei dipinti ciccipicci del labirinto e di Anime prigioniere attraverso i pensieri di una ragazzina morta... e chissà in quali altre storie che non mi vengono in mente).

Mah. Alcune battute di Dylan sono ridicole, sulla falsariga di "fermati vil marrano, sconterai il fio dell'insano gesto!", altre sono migliori; la trovata di Dylan che, vistosi uccidere da Lynn Varley, ha visto morire solo il proprio passato è robetta e pure retorica, ma neanche particolarmente nociva, per carità, proprio come la chiosa finale della storia sul tempo; Dylan che chiama Bloch e gli dice: "No, guarda, troverai le mie impronte sul machete nel corpo di Becky, tracce di sangue mio in tutta Londra, ti ho detto che ho rincorso e forse ammazzato un tipo... però, cioè, mica ci hai creduto davvero? Era tutto uno scherzo, sai la testa, a volte... comunque smetti di indagare e ciao." CLICK! Ma anche qui, d'altra parte come la volevi risolvere dopo che hai scritto due volte la stessa identica storia in un unico albo e arrivi alla fine che ti resta una pagina?

Mah, che poi magari sembra che non mi piace, detta così, in realtà boh, mentre leggevo mi sembrava di avere fra le mani della carta da imballaggio affrancata. Un'altra storia così, dove succedono cose, da collocare da qualche parte. Una storia esistenziale, nel senso che tutto ciò che se ne può dire è che "c'è".

Boh.

Mi aspettavo qualcosa in più, non so dire nemmeno io il motivo, anche perchè l'ultima Barbato ("Anime Prigioniere", "Il Santuario") ecco...dunque...come dire...non è che mi abbia preso particolarmente, tanto per usare un eufemismo. Eppure nutrivo fiducia in questo numero.

Comunque un bel numero, che ha dalla sua un gran bel ritmo ed una storia di fondo tutt'altro che nuova ma capace di far leva sulle emozioni più recondite del lettore. Fantastico l'antefatto seppur sbrigativo, e ben venga un Dyland Dog così sofferto ma anche così incazzoso e vendicativo, eccezionali i disegni di Casertano, con questo tratto cupissimo perfetto per esaltare una vicenda così sporca.

Ben fatto quindi, però l'impressione è che si potesse usare di più, anche perchè il colpo di scena è telefonatissimo ed uno svolgimento meno prevedibile avrebbe dato sicuramente molto di più, però indubbiamente buona e superiore alle due uscite precedenti.

Stavolta mi sa che sarò "solitario" nel mio giudizio, ma tant'è...l'albo non mi è piaciuto particolarmente e mi ha fatto definitivamente capire quello che sospettavo già da tempo: non sopporto il Dylan della Barbato... Troppo "pesante"... sempre co' ste tirate autoanalitiche che Dylan fa tra sè e sè... non mi piace, lo trovo forzato e irritante, mi spiace...

CHIARAMENTE, la qualità della scrittura è ottima, su questo non si discute, come non si discute sui disegni (splendidi) di Casertano... Quindi non sto dicendo "meglio DiGregorio", giusto per la cronaca...

Però la "pesantezza" del Dylan barbatiano proprio non mi va giù e non mi diverte....

Votato accettabile, per le qualità di cui sopra che comunque riconosco.