Comprato da tre giorni e già riletto almeno un paio di volte...
Dopo averlo metabolizzato a dovere, devo confermare il giudizio di molti dei post precedenti...
Albo molto ben costruito, che parte da un'idea di fondo semplice e già vista numerose volte al cinema e in fumetto, ma ben cucita addosso a Dylan...
Moltissimo mestiere da parte della Barbato, che mostra ancora una volta, nel caso ce ne fosse stato il bisogno, la maturità artistica che ha raggiunto...
Altri sceneggiatori avrebbero mandato in vacca il tutto, data la trama esigua, che si sviluppa entro un tempo limitato e ripetitivo...
Se gli ultimi due albi erano all'insegna del non sense e del grottesco, qui tornano prepotenti l'angoscia, la disperazione e l'introspezione, tanto cari alla Paolona...
Un Casertano immenso, mastodontico, la sua miglior prova degli ultimi anni...Sicuramente uno dei miei due/tre autori dylaniati preferiti,e pur sapendo di storcere numerosi nasi con questa affermazione, oso affermare che il suo tratto attuale , se ai livelli di questo albo, mi piaccia come e più di quello degli esordi...Non bruciatemi come eretico, vi prego
Albo non esente da piccole pecche, ma che non incidono nel mio giudizio complessivo...Forse un pelino di narcisismo da parte di Paola, e l'ennesima conferma della sua insofferenza verso il sesso maschile ( tra l'altro riscontrabile anche nell'ultimo color fest, IMHO )...E' più forte di me...Ogni volta, ho l'impressione di vedere Dylan che pensa, agisce e parla da uomo, ma con la visione del mondo maschile che può averne una donna, tra l'altro incavolata con la categoria come può essere Paola
spero che il ragionamento non sia troppo contorto...Prova di tutto ciò, e unica critica che mi sento di muoverle sono i presunti gusti musicali che vengono attribuiti a Dylan....
Ve l'immaginate il Dylan di Sclavi, o anche di Chiaverotti e Ruju, che ascolta Gloria Gaynor ?
Ma dove sono finiti i buoni e vecchi hard rock e metal ????