raffa ha scritto:
Allora, nei secoli passati gli europei hanno preso la mappa dell'africa e l'hanno divisa con le squadrette per spartirsela, unendo sotto la stessa "bandiera" dei popoli culturalmente lontanissimi, hanno fatto il pieno di schiavi da vendere in america, hanno preso oro e diamanti con la forza. Quando è finito il colonialismo si è cominciato ad agire così: si va nella regione dove c'è il petrolio (o quello che ti serve), prendi le peggiori bande di criminali locali, li riempi di armi, loro prendono il potere massacrando ogni oppositore, tu prendi il petrolio o i diamanti o quello che sia, nell'indifferenza dei governi occidentali, che devono mettere la benzina nelle macchine e il gas nei fornelli. E la colpa di chi è? Degli abitanti dei villaggi che non si ribellano ai criminali con gli ak47?? Mah.. Se noi italiani, che siamo sicuramente più uniti e numerosi degli abitanti dei villaggi centroafricani, non alziamo un dito contro la mafia o contro la malapolitica, come puoi pretendere che lo facciano loro
Guarda che gli africani hanno trattato e trattano tuttora i loro "fratelli" molto peggio di come abbiano mai fatto gli europei. In Africa lo schiavismo e' sempre stato praticato fra tribù rivali e la tratta degli schiavi nel Medioevo fu una particolarità soprattutto arabo-musulmana ed ebraica esercitata nei confronti degli africani, considerati meno che bestie dai loro trafficanti e dominatori. Solo dopo sono entrati in campo gli europei , che gli schiavi li compravano da capi-tribù di etnie avverse che li avevano catturati in guerra o perfino da loro parenti e consanguinei che li vendevano. Senza dimenticare che lo schiavismo venne abolito dai tanto deprecati cattivi sfruttatori europei ma stranamente dopo la decolonizzazione forzata riprese a pieno ritmo e viene praticato ancora oggi in molti stati di quel continente. Non c'e' settimana senza che legga che un ulteriore guaio s'è aggiunto ai consueti disastri dell'Africa. Troppo semplice dunque incolpare gli altri di tutte le proprie disgrazie... lo ammise persino Ahmadou Kourouma (
http://it.wikipedia.org/wiki/Ahmadou_Kourouma) , scrittore africano, non sospetto di simpatie per le colonie:
«Tribalismo, ovvero scelte di clan, corruzione, brutalità sono i peccati capitali dell'Africa; e l'espediente prediletto di dare la colpa agli altri dei disastri fatti in casa distrae dalle responsabilità proprie degli africani»Leggi il libro di Hans Christoph Buch ("Le repubbliche delle banane"). E' un racconto di viaggi nell'orrore... E la Liberia mai ha conosciuto domini bianchi. Come Haiti è da tempo solo "merito" degli africani. Al pari di quanto è accaduto in Ruanda: non c'erano né petrolio, né oro, né diamanti.
Comunque, tornando al tema principale, questo culto contemporaneo dello "straniero" mi sembra ormai una specie di dogma civile che sembra andare da se'. Perche' quest’amore obbligatorio, sotto pena di essere giudicato abietto? Perché la xenofilia sarebbe un atteggiamento morale, quando e' soltanto il rovescio di un odio profondo di se'? La "nostrofobia" cioè il sociocentrismo negativo che postula che gli "altri" sono, comunque sia, sempre migliori di "noi" o superiori a "noi" moralmente, non ha nulla da invidiare all’etnocentrismo (o sociocentrismo positivo: "noi" siamo i più umani fra gli umani), ne' alla xenofobia.