Cravenroad7

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: mer apr 06, 2011 7:07 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Cristiano ha scritto:
@ Ezekiel: Va bene, per te ed altri utenti del forum e' ormai acclarato che sia una "puttanata", priva di qualsiasi senso logico... posso anche accettarlo ma quindi? Il mondo forse non e' abbastanza grande per contenere le idee piu' disparate?


Guarda, è proprio una questione di logica: se anche la Barbato odiasse Dylan, che centrerebbe questo con il buonismo? Non c'è legame logico tra le due affermazioni.

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: mer apr 06, 2011 7:25 pm 
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Iscritto il: sab ott 02, 2004 7:32 pm
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Guarda un pò se mi tocca difendere cristiano, ma credo abbia messo in contrapposizione le due cose, non le abbia legate in una corrispondenza logica.

p.s: per evitare una sincope a lady fedy se dovesse passare di qua, visto che non è la prima volta che lo scrivi, mi trovo costretto a ricordarti la differenza fra centrare ed entrarci

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: mer apr 06, 2011 7:44 pm 
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Iscritto il: lun dic 26, 2005 11:47 pm
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Ma non avevano stabilito ufficialmente che era corretto scriverlo sia con, che senza apostrofo? E poi centrare inteso come azzeccare? Il "che c'azzecca" dipietrista è un perfetto rimando.

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Umpf! Qualcuno mi ha trovato, finalmente... devono aver sentito la puzza... però, bei tempi quando puzzavo solo di whisky...


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: mer apr 06, 2011 11:39 pm 
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Iscritto il: mer feb 03, 2010 7:13 pm
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the Imp ha scritto:
Ezekiel, puoi esprimere senza dubbio il concetto in modi più eleganti.
La prossima volta provaci.


C'ho provato, lo giuro! :D

Peace :)


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: gio apr 07, 2011 9:54 am 
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the Imp ha scritto:
p.s: per evitare una sincope a lady fedy se dovesse passare di qua, visto che non è la prima volta che lo scrivi, mi trovo costretto a ricordarti la differenza fra centrare ed entrarci


Ti garantisco che lo faccio apposta: non ce la farei nemmeno in mille anni a scrivere "c'entrerebbe" invece di "centrerebbe", così come non riuscirei mai a scrivere "tutt'al più" al posto di "tuttalpiù". Quindi, errore o non errore, vi dovrete rassegnare. :g:

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: gio apr 07, 2011 10:12 am 
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E W l'italiano. In tutte le sue forme !

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: gio apr 07, 2011 10:35 am 
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Iscritto il: sab ott 02, 2004 7:32 pm
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rimatt ha scritto:
the Imp ha scritto:
p.s: per evitare una sincope a lady fedy se dovesse passare di qua, visto che non è la prima volta che lo scrivi, mi trovo costretto a ricordarti la differenza fra centrare ed entrarci


Ti garantisco che lo faccio apposta: non ce la farei nemmeno in mille anni a scrivere "c'entrerebbe" invece di "centrerebbe", così come non riuscirei mai a scrivere "tutt'al più" al posto di "tuttalpiù". Quindi, errore o non errore, vi dovrete rassegnare. :g:


Basta che poi non c'entri il bersaglio

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: gio apr 07, 2011 10:42 am 
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Tuttalpiù è raro ma è una forma corretta.

Centrare e entrarci sono invece due parole con significati diversi.
Anche Di Pietro dice che c' azzecca, mica che cazzecca! :D

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: gio apr 07, 2011 11:39 am 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Si sa che l'errore, quando generalizzato, smette di essere errore: porterò avanti con convinzione la mia battaglia per l'abolizione dell'apostrofo da c'entrerebbe, c'entra, c'entrava, c'entrasse e così via. La crusca mi fa un baffo. :g:

Peraltro, in genere sono più tradizionalista quando ho a che fare con l'italiano: che oggi si scriva famigliare al posto di familiare non mi va giù. :cry:

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: gio apr 07, 2011 11:49 am 
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Iscritto il: gio mag 06, 2010 7:48 pm
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MA avete notato che ultimamente le persone dicono "episodio" con due P?


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: gio apr 07, 2011 1:21 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Allora scrivi ci entrerebbe. E ci entrasse. Sennò scrivi un'altra cosa. E cmq che stiamo a discutere a fare su come scrive Rimatt...dal suo avatar, è già tanto che sappia scrivere... :-)

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: gio apr 07, 2011 2:32 pm 
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:cry:

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: gio apr 07, 2011 3:13 pm 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Ma gli voglio bene lo stesso...Smack !
:wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: dom apr 10, 2011 1:03 am 
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Iscritto il: ven giu 27, 2003 10:00 pm
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devo dire che è da parecchio tempo che non leggo vecchi Dylan Dog ,
ma ne ho letto uno recentemente che all'epoca non mi era piaciuto molto , e rileggendolo mi è sembrata un ottima storia.
Questo perchè ormai abituato alle ultime storie ?
oppure perchè all'epoca l'avevo letta svogliatamente o altro ?
si ma anche sfogliando velocemente le nuove ristampe con le copertine di Roi , ti saltano subito all'occhio delle vignette dall'impatto forte , e ti fermi a guardarle , mentre adesso sfogliando un albo nuovo difficilmente ti soffermi a delle vignette particolari.
Eddai diciamolo adesso l'orror di Dylan Dog è paragonabile a quello di Criminal Mind o X-Files , mentre all'ora l'orror era paragonabile a zombie o non aprite quella porta , e c'è molta differenza !!!
poi sulla trama si puo' dire che anche adesso sono sempre buoni albi da leggere per la maggior parte.


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: lun lug 02, 2012 8:29 pm 
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Iscritto il: lun gen 18, 2010 10:49 pm
Messaggi: 132
Località: I T A L I A
Riporto alla superficie una delle discussioni chiave dedicate a Dylan Dog, lasciata sprofondare nell'oblio dai "numerosi fan" dell'opera.

Il nostro mercato italiano e' in crisi e la soluzione adottata da anni e' quella di immettere una montagna di titoli in modo che se una singola serie vende 10000 copie, si spera che tre ne vendano 15000 (5000x3). Abbiamo un sacco di testate e tutte deboli. Pare quasi la situazione della piccola-media impresa... I dati più importanti, che sarebbe utile conoscere, sono il numero effettivo di nostri connazionali che comperano fumetti e la media mensile o annuale dei loro acquisti. Perché, a mio avviso, la Bonelli come altre case editrici è sostenuta in buona parte da pochi che comprano tanto e non da tanti che comprano poco. Bene... anzi male (punti di vista), Dylan Dog rispetto alla fine del 2010 ha perso 20000 acquirenti. In teoria di questo passo chiuderà entro 6-7 anni. Sicuramente non accadra' perchè se le vendite continueranno a crollare i geniali responsabili si inventeranno certamente qualche altra testata satellite, così che per un lettore che abbondona, ce ne sarà un altro che continuerà a comperare anche per lui, certo...

A volte mi domando come sia possibille che Magico Vento appartenga allo stesso editore del restante lerciume. Leggendo discussioni passate qualcuno lo avevo persino accostato all'attuale Dylan Dog... per cortesia, non mischiate il miglior fumetto italiano degli ultimi 10 anni con il resto della sbobba attuale targata Bonelli. Siamo su due pianeti differenti… Magico Vento sin dal primo numero mostrò l’intento dell’autore (sempre lui a tenere il filo conduttore dell’intera trama) di far evolvere e invecchiare il personaggio, di far morire personaggi secondari e far scorrere il tempo storico. La fine di Magico Vento è stata la naturale trasposizione dell’intento del suo creatore sulla propria opera. Se Dylan Dog finisse domani, non sarebbe comunque paragonabile alla qualità di Magico Vento. Dove tutti i pezzi sono incastonati alla perfezione, Manfredi (l’autore) non ha mai mostrato il fianco ed ha mantenuto una qualità sempre alta della sua creatura. Per intenderci, gli ultimi 100 Dylan Dog non valgono un solo Magico Vento. Questo lo dico in anticipo, perchè si capisca come non sara' corretto equiparare il completamento della storia di Manfredi con quella di Sclavi, riconducendole entrambre a una casualità dovuta alle vendite. Ogni fenomeno, oltre a definire se stesso, definisce le proprie cause, le proprie conseguenze e il contesto in cui si sviluppa (o meglio, continua a sopravvivere). Dylan Dog dice della societa', le stesse cose che dicono l’amore per i film senza trama ma con “fantastici effetti speciali” e per i reality, ecc. Un popolo e' facilmente giudicabile dagli aspetti che rivestono maggiore importanza. Dylan Dog da due decenni rappresenta il cosiddetto “apice” del fumetto italiano, o meglio, quello che da ALCUNI e' considerato “il portabandiera” del fumetto italiano. E questo e' un INEQUIVOCABILE segno di appiattimento mentale… che soltanto un società parassitaria puo' giustificare dicendo: ”Il fumetto deve essere una cosa leggera, che mi distrae…”. Gli "illuminati" non soltanto non prendono coscienza della loro reale situazione ma vogliono restarci, generare altri figli illuminati e combattere il diritto di altri a sviluppare il proprio pensiero. Gli illuminati vivono nel ventunesimo secolo, sanno che fumare costa un botto in termini economici e sanitari ma no, devono manifestare il loro “progresso” fumando, la loro “religiosità” affidandosi ad una fede esteriore e la loro “cultura” leggendo fumetti di uno spessore infimo. Non solo, incoraggiando la loro diffusione, “commuovendosi” per un sentimentalismo piuttosto deteriore o per un “moralismo” riciclato. Riciclato e' tutto: la “scusa” del citazionismo e' persino meno originale dell’originalita' delle storie. Dylan Dog allo stato attuale e' la manifestazione cartacea di un fenomeno che possiamo osservare a livello cinematografico, artistico, culturale. Una societa' popolata di personaggi orgogliosi della propria marcescenza che passano il tempo “masturbandosi fra loro”. Non saprei definire diversamente gli IMBARAZZANTI atti di leccaculismo reciproco che i presunti “creativi” mettono in atto in ogni contesto senza il minimo senso del pudore e sempre per modificare l’APPARENZA, che agli occhi di altri illuminati e' cio' che più conta e, a sentir loro, mostra che gli autori “oltre che geniali, sono brave persone…”. Roba che Fede a confronto era Robespierre *... Tra le varie cause del suo declino, il crescente profitto sempre piu' esasperato abbia ricoperto un ruolo di rilievo. La volontà di portarlo avanti, sempre e comunque, anche se non aveva/non ha nulla più da dire/dare. Il personaggio di Sclavi era già abbastanza definito, aveva dei lati in ombra ma niente di estremamente controverso. Tutto ciò in 150 numeri si e' in qualche modo chiarito, esplicato con l’apporto di sceneggiatori come Chiaverotti e Ferrandino ma anche come il poco “usato” Ambrosini. Il resto e' stato noia… insipidi “gialletti” dove il plot sostituiva completamente il tratteggio del personaggio, i suoi mutamenti. Tante gallerie di casi umani, fobie su fobie, Dylan Dog che si portava a letto ogni cliente, senza battere ciglio. Forse erano finiti gli anni, era passato con qualche bruciore il "segno dei tempi” sulla pellaccia dura della nostra memoria collettiva ma questo non giustifica certe esimie cazzate scritte da Ruju o dalla Barbato. Volete che si smetta di criticarlo aspramente? Allora aumentate la qualita. La qualità paga a lungo andare ma sopratutto crea delle soddisfazioni sul piano artistico che trascendono il mero profitto del momento. Il film ha portato qualche nuovo lettore fra i più giovani ma acquisti occasionali risoltisi gia' alla seconda mesata in edicola del Nostro. Tutto fa brodo, ed anche se la Bonelli si è dissociata dal film, snobbandolo nelle Horror Club, ha poi portato avanti albi come Lavori Forzati o Piovono Rane che disonoravano una tradizione gloriosa e che non meritavano di avere quei 150/160 numeri-capolavoro fra i parenti stretti, i predecessori. Negli anni ’80 l’Italia era un paese ricco, tirature e vendite come quelle di Dylan Dog erano più che giustificate, se si pensa a un fumetto d’autore, realizzato da uno scrittore talentuoso. Perché Scalvi rimane uno scrittore, prestato ai fumetti e mai più restituito! Leggere "Tre" o "La Circolazione del Sangue", per farsi un'idea piu' precisa.


* Esempio sublime:




Dylan Dog e' un personaggio antiborghese, nel DNA. Operazioni come questa hanno contribuito, nel tempo, a borghesizzare la sua figura. Alla sua nascita possedeva un genuino spirito antiborghese, in primo luogo contro la presunta "cultura Alta". Preferisco quindi ricordarlo in questo modo:




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