Cravenroad7

Uomo in Bombetta, anch'io vorrei una spiegazione sull'essenza vera della storia, non recepita dalla maggior parte degli autori.
Son serio come la morte.

POSSIBILE SPOILER
Secondo me la questione è semplice: è chiaro che l' intenzione dell' autore era quella di dipingere la disillusione, alcune possibili malinconiche visioni della vita da parte degli anziani e la loro necessità di non sparire nel nulla dimenticati da tutti e senza lasciare nessuna emozione.
E' altrettanto chiaro che l' autore ha cercato di esprimere tutto ciò come ha potuto, e di conseguenza qualcuno si sarà sentito sulla sua stessa lunghezza d' onda e ne avrà apprezzato l' operato, qualcun altro avrà visto nulla più che un drammone vuoto e pretestuoso.

bhè albo decisamente interessante...buono secondo me....idea geniale molto originale e divertente...che dopo la bellezza di più di 290 storie non è cosa da poco.....buoni anche i disegni e devo dire che è stata una lettura picevole e che mi ha reso impaziente di scoprire come finiva!
buon lavoro!

SCENAGGIATURA: 7.5 La storia è stata parecchio piacevole, peccato per il finale che mi ha deluso molto
DISEGNI: 7 Ritengo molto belli i vecchietti ma Dylan disegnato così proprio non mi piace
COPERTINA: 9 La ritengo tra le più belle degli ultimi 3 anni

La copertina dell'albo è buon inizio. Stano, con coerenza, ci mostra un Dylan in piena indagine davanti ai ritratti mostruosi degli ospiti della casa di riposo. Abbiamo quindi il dove, quando e chi.
Di Gregorio è un ottimo sceneggiatore e ho quasi sempre apprezzato le sue storie. Anche in "Gli ultimi immortali" scrive ottimi dialoghi e riesce a strutturare i personaggi in maniera ragguardevole. La dottoressa e i pazienti interagiscono con Dylan senza mai appesantire lo svolgimento della trama. Mancano Groucho e Bloch e quasi non ce se ne accorge. Però.....

SPOILER

Questa storia ha una grave pecca: lo stesso soggetto del numero 90 "Titanic" di Chiaverotti e Roi. Dylan Dog in entrambe le storie si ritrova tra un gruppo di persone che muoiono una dopo l'altra. Alla fine l'unico sopravvissuto ci fa conoscere la verità: un suicidio collettivo. In "Titanic" Dylan conosceva la verità alla fine per mezzo dell'unica sopravvissuta. Qui no. Hudson si rivolge direttamente a noi lettori. Ma dalla barca alla casa di riposo il risultato non cambia. I vecchi artisti potrebbero richiamare anche all'albo 130 "Il negromante" di Ruju e Montanari & Grassani.
Mari si concentra bene nel realizzare i volti degli anziani. Quello della dottoressa sembra di averlo già visto in altre storie. Delle sue tavole ho apprezzato la morte di Daisy e la cupezza dell'ambientazione. Ripeto, la storia è gradevole, peccato che sia riciclata. E in questi casi è sempre meglio l'originale della copia.

Vado un po' controcorrente rispetto agli ultimi commenti, ma a me questa storia non è proprio piaciuta. Per il semplice motivo che Dylan se c'era o non c'era non cambiava nulla, mettendo al suo posto un "chiunque altro", la trama sarebbe andata avanti da sola, non ho apprezzato neanche



Poi bisogna anche dire che a me Di Gregorio non piace proprio.

Questo Albo lo avevo lasciato indietro e l'ho letto poco fa. Trama inconsistente e poco credibile,dialoghi da orticaria e finale decisamente senza senso......
I disegni di Mari non mi sono mai piaciuti anche se nell'ultima prova ( Il museo del crimine) l'ho trovato convincente!

Più che immortali, direi incartapecoriti...

Accettabile. Il soggetto è buono, dylan in versione malinconica come piace a me. L'unica cosa poteva essere sviluppato meglio. Ottimi i disegni. Voto 6,5

La storia è gradevole. Che Dylan risulti inutile o poco intelligente e il finale banalotto non è però in dubbio.

Ho preso la ristampa...Davvero un'ottima storia! Mi è piaciuta anche di più dell' ultimo albo, Thash island! Una trama che ti impedisce di staccare gli occhi dalla carta dall'inizio alla fine...

La trama in sé non mi ha preso, ma ricordo con molto piacere l'atmosfera in cui i bellissimi disegni di Mari calano il lettore.

Davvero una storia senza senso.
Colma di retorica, frasi fatte, personaggi che tirano le cuoia senza manco capire che erano presenti ( dov'è la bravura del Tiz che ti faceva identificare con un tipo in due vignette ?? ), e sopratutto credibilità 0 assoluto. Dylan contagiato dal luogo alterna preoccupanti momenti di demenza senile.
Atroce.

Storia affetta dal classico problema digregoriano ovvero la mala gestione del protagonista, un Dylan irritante, apatico e antipatico. Il soggetto in sé non sarebbe neanche malvagio, rimangono perplessità su alcuni punti della trama (i vecchietti architettano tutta sta roba solo per DD??? Aridatece il mitico Ralph Richard di Grand Guignol) e dei dialoghi infarciti di banalità.
Case di riposo con artisti in pensione? Meglio "Il negromante" di Ruju (ed è tutto dire). Dylan in incognito presso una clinica? Meglio "Abissi di follia" di De Nardo.
Poi, vabbè, per una lettura veloce e disimpegnata magari non fa ribrezzo come altre storie, peccato però per un Mari sprecato.
Mediocre.

Le peggiori storie di DD sono quelle che, lungi da essere completamente surreali, tentano di offrire spunti della realtà con spiegazioni e arrampicate sugli specchi che non stanno né in cielo né in terra, e questa è una di quelle.
Peraltro mi sembra di aver rilevato una grossa incongruenza: