Cravenroad7

Si chiama addirittura Fotter

Tra moglie e marito... mi è sembrato un albo gradevole, a tratti davvero simpatico. Marzano non ha ancora firmato una storia indimenticabile, ma la sua produzione si attesta regolarmente su livelli discreti (a parte Seppelliti vivi, IMO il suo lavoro migliore, che probabilmente vale anche qualcosina in più), e il Dylan del mese non fa eccezione.

Alcune delle critiche lette fin qui sono senz'altro sensate: su tutte, quella secondo la quale la storia risulta troppo diluita e allungata (su 64 pagine sarebbe stata probabilmente perfetta) e quella nella quale si accusa Marzano di non aver saputo cambiar passo. E però, ammetto senza difficoltà che la lettura non mi ha mai annoiato, e, anche grazie ai disegni di un Saudelli espressivo ed efficace, sono arrivato a pagina 98 rilassato e di buon umore (altro che l'incazzatura che mi è presa dopo gli ultimi due albi di Di Gregorio!). La storia non ambisce a essere ricordata come una pietra miliare nella storia di Dylan, questo è chiaro, ma francamente tutte le critiche fin qui lette mi paiono ingenerose: piuttosto che mirare in alto e mancare completamente il bersaglio, è preferibile mirare un po' più in basso e fare centro. Marzano, a parer mio, è riuscito a farlo, grazie a una sceneggiatura non perfetta ma senz'altro fluida, scritta con impegno e passione.

Dylan non combina molto, d'accordo, ma Dario ha già spiegato bene il perché; la scena della telefonata notturna mi è sembrata molto divertente, ma è vero che da Dylan mi sarei aspettato anch'io una giustificazione migliore. In generale, comunque, questo non mi è sembrato un brutto Dylan: preferirei che il nostro Indagatore fosse ancora più vivace e brillante, ma in complesso direi che Marzano l'ha inquadrato piuttosto bene.

Saudelli non è sempre preciso, e qualche vignetta appare un po' tirata via: ciò nonostante, il suo disegno grottesco e iperespressivo è incredibilmente efficace e contribuisce non poco a rendere godibile la storia (che, se fosse stata illustrata da altri autori, sarebbe stata assai meno digeribile). Non mi convince troppo la copertina di Stano, invece: ottima l'inquadratura e la colorazione, ma Dylan è statico e, invece che in tensione, pare essere (innaturalmente) in posa.

Sarà che questi sono tempi grami, sarà che oggi sono di buon umore, sarà che Saudelli mi piace molto e Marzano mi è sempre più simpatico... Fatto sta che anche un albo medio come questo è stato per me una piccola, ma gradita boccata d'ossigeno. Sono ben altre le storie per cui ci si deve indignare, e non dev'essere certo Marzano il bersaglio della (sacrosanta) incazzatura dei lettori dylaniani.

Dico la mia, un albo accettabile, trovo esagerato definirlo addirittura pessimo o osceno, c'è umorismo surreale ma alla fine tutto o quasi quadra a suo modo, si è letto di peggio ultimamente dai.

Quanto ai disegni questo è il tipo di storia che vedrei bene in mano a Piccato ma tutto sommato Saudelli non mi dispice a parte qualche particolare già citato da altri.

Copertina, mah.. bella ma lo stile pittorico ultimamente assunto da Stano rende poco dal vero (a video invece è bellissimo), da qualche mese poi spesso capita che le cover abbiano delle fastidiose righe verticali (l'ho notato anche su Tex) e mi sorprende che alla Bonelli non abbiano ancora rimediato.

Soggetto: 6,5
Sceneggiatura: 6,5
Disegni: 6.5
Copertina: 8 per il disegno 6.5 per la colorazione e la resa dal vivo.

Totalmente d'accordo sul disimpegno,per carità, la visione monolitica dei francofortisti sulla cultura di massa è fortunatamente superata. Ma bisogna fare attenzione a delineare dove il talento del disimpegno risieda. Con elementi semplici si possono creare storie bellissime, ma anche "cagate pazzesche" (cit). Per me, questa storia sbanda un po' troppo nell'utilizzo di quegli elementi che costituiscono propriamente il grottesco. Tanto per fare un paragone (anche se non mi piacciono moltissimo), per me lo stesso Marzano aveva costruito in maniera egregia la maschera di Liam "il bugiardo" (oltre a quella dei personaggi di contorno) nell'albo a lui dedicato, insieme ai personaggi di contorno. Qui invece (IMHO) ci sono trovate carine alternate a caratterizzazioni che attingono troppo dal luogo comune...

due SPOILER nel finale!


Una riflessione su quest'albo parla, di primo acchito, di una lettura abbastanza gradevole nella sua leggerezza e prevedibilità. Quasi la rassicurante puntata di un telefilmone per tutta la famiglia trasmesso sulla tv pubblica, di quelli che una piccola risata te la strappano pure, se spigoli bene qualcosa qua e là.

E mi è sembrata - sintetizzando con una parola quanto più di un forumista ha osservato - una storica «iconica»: i disegni di Saudelli, in particolare le fattezze di Ben Stiller appioppate al protagonista, i balloon turgidetti, il discreto protrasi della narrazione prefatoria, più elementi segnalano visivamente fin dalle prime pagine che si tratterà di narrazione grottesca e dal ritmo non indiavolato, come naturalmente andrà chiarendosi in corso di lettura.

Rimuginandoci sopra un po', potrei dire che una maggiore limatura dei dialoghi e di certi snodi della trama (in special modo premendo l'acceleratore sul ritmo e sul grottesco) avrebbe senz'altro migliorato - e non poco - la godibilità del prodotto, che Dylan di fatto non indaga e per di più resta a latere lungo tutta la vicenda (sia pure, nella fattispecie, per precisa scelta, riposando il fuoco narrarivo su altri personaggi, e non per utilizzo pedestre, come pure recentemente si vede spesso), che i comprimari di serie stanno diventando degli impacci da cui liberarsi in un numero risibile di vignette e che la mirabile definizione di «commedia in salsa horror» è vera solo al 50%.

Tuttavia, non sarebbe giusto disconoscere i meriti di questa mezz'oretta di onesto intrattenimento racchiusa fra il lungo racconto di Brett e il simpatico finale costellato dai riferimenti a Shakespeare (e allo Sclavi revenant?*), tanto più per l'«onestà intellettuale» (altri ha detto «coerenza») di offrirsi per quello che è senza infingimenti e nobilitanti patinature dorate (nobilitanti solo nelle intenzioni!). Si potrebbe discutere sul fatto che anziché come gradevole intermezzo una tantum, necessario a tirare il fiato in una serie a così lungo termine, questo albo debba essere salutato come superiore alla sciatta e noiosa media della mensile; ma non se ne può fare una colpa a Tra moglie e marito...

Saudelli si impegna a corrente alternata (che poi il talento lo sorregga è un altro paio di maniche), alternando soluzioni espressive e coinvolgenti ad altre assai meno incisive (due esempi: l'otelliano «mostro dagli occhi verdi» o il demone Bahal Sibehet al momento di svelare la sua vera natura).


*P. 92. Mi riferisco a Marty. E non per il tema, chiaramente, ché quello è ben presente nell'intera serie (abbiamo avuto I nuovi barbari l'estate scorsa...), ma per la scena specifica.

mezz'ora di svago che valgono un "buono".
disegni bellissimi, con un dylan guascone e una bella espressione divertita; finalmente qualche inquadratura particolare (non le solite da fotoromanzo di grand hotel).
sceneggiatura discreta, a parte quanche scricchiolio di ingranaggio nei passaggi più improbabili

SPOILER
il soggetto è banale, mi fa tremare all'inizio quando penso "oh no il solito impiegatuccio ipersfigatissimo vessato da tutti", poi riparte con una trovatina (la bambolona simil-strega) e infine si arrabatta nel finale con il demone che quatto quatto decide che è ora di tornare a fare il cattivo.
tutto sommato non mi dispiace, anzi, leggo serafica e ben disposta, salto agilmente il fremito di orrore di fronte all'infantile enunciazione di formule magiche della pettoruta protagonista, e giungo al traguardo della mia mezz'ora di relax.

copertina che non mi piace, perchè stano non mi piace. verrò lapidata a colpi di sanpietrino, ma a me quei suoi spigoli rimangono indigesti.

per quanto mi riguarda----> 92 minuti di applausi

Ma quello di oggi è sicuramente meglio...3 mesi fa mi è piaciuto

Aveva ragione lui!

Albo da 6. Più per i disegni di Saudelli (uno dei miei preferiti) che per la sceneggiatura di Marzano.

seguono
S
P
O
I
L
E
R

Trovo che quest'albo patisca due sostanziali difetti.

Il primo è l'incostanza del "tono".
Inizia come il ritratto psico-sociologico di un Mario Rossi qualsiasi, con qualche punta di ironia (i discorsi noiosi, capaci di sfinire pure Dylan e Groucho) ma sostanzialmente mantenuto su binari semi-realistici. Ciò anche per il fatto che le bizzarrie della moglie non ci vengono mostrate direttamente, ma solo attraverso il racconto del tizio (che potrebbe ingigantire i fatti).
Con l'entrata in scena dei genitori/suoceri, il registro vira sul grottesco. Le punte di splatter e il comportamento pseudo-animalesco degli ospiti invadenti sono troppo sopra le righe per essere considerati anche solo lontanamente realistici. D'altra parte, pur essendoci molta vivacità, manca umorismo vero e proprio.
Il finale, invece, è apertamente comico! A quel punto diventa IMPOSSIBILE prendere l'intera vicenda sul serio. Anche gli spunti di analisi sociologica sulla "vita noiosa da impiegato" trascolorano in pura farsa.

Il miscuglio di toni male amalgamati dà all'insieme un inevitabile sapore scombiccherato e un po' pastrocchiato.


Secondo difetto: lo spunto narrativo è del tutto insufficiente per riempire adeguatamente 94 pagine.
Nello sforzo di raggiungere la lunghezza necessaria, Marzano infila ogni volta che può gente che sogna a occhi aperti (o chiusi, non fa differenza) incubi più o meno sanguinari. Ma non si può insistere più di tanto su situazioni del genere senza scadere nella ripetitività!
Anche le bizzarrie della moglie e dei suoceri diventano ben presto risapute.


Dylan è il Dylan attuale. Ovvero : non fa una beneamata ceppa (scusate la volgarità, ma quando ci vuole ci vuole! ) tranne ciondolare e attendere che la vicenda si sbrogli da sola.
Possibile che non pensi nemmeno a far esaminare il telefono per verificare se contiene qualche apparecchiatura capace di farlo squillare senza filo?!?!?!?!
Ma QUESTO Dylan come è diventato investigatore?!?!?! Avrà preso un diploma per corrispondenza?!?! E al Cepu o alla Scuola Radio Elettra?

Ormai, poi, sembra diventata una moda presso gli sceneggiatori far fare a Dylan la figura del fesso, con tutti che lo pigliano bellamente per i fondelli... (vd. anche Gli ultimi immortali).

Dal canto suo, bisogna ammettere che l'albo ha una notevole vivacità. Nulla di trascendentale, ma abbastanza godibile.
Saudelli, purtroppo, non ha molte occasioni di disegnare i suoi amati piedi femminili, ma conferisce comunque all'insieme un indispensabile valore aggiunto.

Scherzi? Questa storia è un tripudio di piedi! Sia femminili sia maschili.

Maschili sì ma femminili ne vedo molto pochi.

Sarà che sono abituato al Saudelli della Bionda, le sui storie sui miei scaffali occupano un posto d'onore.

Beh, se vuoi ti elenco pagine e vignette, io sono rimasto allibito dalla piedofilia della storia (pur aspettandomela, conoscendo Saudelli).

Finalmente un lato positivo per questa storia !!

non per voler fare il professore , ma esattamente dopo 5 commenti negativi pesanti , ecco spuntare rkc che innalza l'albo , ed il commento susseguente anche , per poi trovare un assestamento sulla media , come confermano le votazioni. Ora se uno legge solo i primi 5 commenti non ci pensa neanche , se li salta e legge dal sesto in poi , è un po' differente la situazione. Comunque devo ancora leggerlo l'albo

SPOILER

Questione telefono: ragazzi, Dylan non indaga sul telefono per il semplice fatto che, quando il nostro si trova a casa di Brett, a squillare alle tre del mattino non è l'apparecchio telefonico ma il campanello di casa, suonato dai genitori di Yliana. Quindi, alla presenza di Dylan, non accade nulla di soprannaturale e la storia del telefono che squilla senza spina potrebbe essere un'invenzione di Brett, di cui lui ancora dubita.