Cravenroad7

Sento n.6 qui "chi ha orecchie per intendere, intenda". Gli altri vadano in camper.
Puoi dire quello che vuoi, ma non ti permetto di lasciar che si pensi che ho detto che Rrobe mente.
Che poi gli autori non possono dire tutto è chiaro come il sole.

Infatti non lo hai detto. Non stavo cercando di metterti in bocca parole diverse dalle tue e se ti è sembrato così me ne scuso.

Ho solo evidenziato che, dal MIO punto di vista, se un autore di una cosa non può parlare perché non gli conviene, la cosa più logica sarebbe che se ne stesse zitto su quell'argomento.
Recchioni non è stato zitto, è intervenuto senza averne nessun obbligo. Se la domanda gli fosse stata posta di persona, avrei capito che si ritenesse in dovere di dare una risposta, ma in questo caso ha risposto ad un commento qualsiasi sul forum. Se non fosse intervenuto, nessuno ci avrebbe fatto caso più di tanto.
Quindi, SE è intervenuto (senza obbligo alcuno) a spiegare il perché appare poco su Dylan, dando una risposta che tralascia una delle motivazioni principali, PER ME è come se avesse mentito, dato che mi portato a pensare che se non lo si vede su Dylan sia per sua scelta, mentre non sarebbe così.

Resta da vedere come stanno le cose in realtà, ovviamente.

Sì, però atteniamoci ai fatti: i fatti sono che, per motivi che possono anche essere tutti validissimi, tre autori dylaniani si sono allontanati dalla testata. Contemporaneamente. Magari sono solo coincidenze, eh, comunque vale la pena di elencarle.

- coincidenza uno: Medda se ne va per dedicarsi alla miniserie. La miniserie finisce, non ha molto successo commericale ma Medda si dedica a un'altra miniserie.
- coincidenza due: Enna se ne va per dedicarsi a una (mini)serie, sulla quale rimarrà impegnato a tempo indeterminato.
- concidenza tre: Recchioni interrompe (temporaneamente? Definitivamente?) la sua collaborazione con Dylan Dog, per dedicarsi ad altri progetti. Per il futuro, si vocifera ormai da tempo che si dedicherà a Tex (bella notizia, tra l'altro). Recchioni è troppo impegnato per dedicarsi a Dylan? Possibile, ma a quanto mi risulta Recchioni è sempre stato molto impegnato, eppure fino a poco fa il tempo per Dylan riusciva a trovarlo.

Dalle mie parti si dice che tre coincidenze fanno un indizio, poi ognuno tragga le proprie conclusioni. In più ci sarebbe anche da mettere in conto la spinosa questione relativa a Il Santuario, con un pasticciaccio brutto attribuibile alla redazione di Dylan (e quindi a Gualdoni, che è quello che ci mette la firma e che, per contratto, si deve beccare la merda).

A questo punto, vi faccio un'altra domanda: secondo voi, se Boselli chiedesse il permesso di abbandonare Tex per dedicarsi a una miniserie, il curatore gli direbbe di sì? E com'è che la redazione di Dylan si lascia scappare contemporaneamente i suoi tre autori migliori (o tre dei migliori, fate voi)? Come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

un altro fatto è che costoro non sono stati sostituiti adeguatamente e non lo saranno. Boselli E' Tex, in questo momento storico. Poi magari tra 5 10 anni si rompe come s'è rotto su Zagor. Discorso più complesso di quello relativo a gente col pallino fisso delle miniserie o dei romanzi.

Ma in ogni caso, chi se ne importa di dare un nome al 'colpevole', alla fine noi le dinamiche redazionali non le conosciamo e quindi non siamo in grado di distribuire equamente le colpe.
Quello che conta è il COSA stia succedendo, poi che sia colpa di tizio di caio o di sempronio, l'effetto è che passa la voglia di leggere Dylan. Da un certo punto di vista è pure meglio, lo smetto di seguire (salvo comparsate dei miei autori preferiti) e mi dedico alle miniserie, alla fine l'importante è leggere qualcosa di valido.

Io ci aggiungo pure Ambrosini. Sarò scemo io che insisto su questo punto, ma per me Ambrosini ha un'anima molto dylaniana, oltre ad essere stato un suo grande disegnatore (albi storici), è stato anche sceneggiatore e soggettista - tre lavori estremamente sulle corde della sensibilità di Sclavi- Poi come ho spesso ripetuto, le sue due avventure (Napoleone e Jan Dix) sono figlie dell'esperienza di Dylan Dog, ne prendono la vocazione onirica, malinconica e visionaria.
La notizia, dunque, di un suo ritorno era da uscire in strada nudi e gridare halleluja! - l'idea di vedere certe scelte narrative viste in Jan Dix su DD (penso all'albo che ha chiuso la mini-serie), per dire-
Poi la mazzata nei coglioni: semplicemente quel tipo di scrittura, quel Dylan, non lo vogliono più... troppo complesso. Ciao Ambrosini.

E l'unica storia che gli passano (l'ultima) la buttano, stando alle ultime (magari ci smentiranno), sul Gigante e non sulla regolare.

A parer mio, e purtroppo, il suicidio qualitativo che porterà la trasformazione di Dylan in qualcosa di Altro è parte di un preciso progetto di modifica del target di riferimento della testata. Io credo che il tentativo sia quello di trasformare il nostro in un eroe innocentemente horror, una sorta di topolino +12 e under18. Gli autori sovra-citati, quelli bravi insomma, hanno troppa personalità per infilarsi in una griglia di intenzioni che si farà sempre più stretta.
In un mondo dove i giovani hanno nel proprio immaginario horror di base non più Edgar Poe (o anche solo Nightmare) ma Twilight, viene da sé che per vendere bisogna essere sempre meno spaventosi e riflessivi. Ormai il personaggio Dylan è una scatola vuota, un automa, che ogni volta che esteriora gli stilemi etico-caratteriali che lo hanno reso un'icona suona falso, tanto per l'incapacità quanto per l'insincerità degli autori.

Dylan Dog dovrebbe essere un cantiere aperto, una piattaforma su cui gli autori scarichino le loro psicosi e fobie. Uno sguardo etico-onirico, senza briglie, senza pard o maestri della notte, ma solo aggressione, aggressione alle certezze del lettore e alle consuetudini narrative. Mentre a oggi è solo una mezza schifezza (disegnata pure male).

Dylan Dog è stata trasformata in una serie con tematiche meno complesse già da molti anni. In questo senso io non vedo grosse differenze tra la precedente gestione e questa.

Diverso è il discorso dell'allontanamento di certi autori che Marcheselli aveva portato sulla serie. E' innegabile che non si senta l'esigenza di tenere certe persone su Dylan, a differenza di quanto avviene su Tex per Boselli (che se volesse fare una miniserie dovrebbe sicuramente abbandonare Dampyr, ma Tex no, non gli sarebbe permesso).

D'altra parte, che la politica editoriale della Bonelli per Dylan Dog lo penalizzi non è certo una novità, purtroppo. Ma che ci sia una volontà diretta della Bonelli di allontanare certi autori io faccio fatica a crederlo. Se ritieni che certi autori siano validi (e se dai loro una serie personale, significa che li giudichi validi) e li estrometti volutamente dalla serie, significa che VUOI che quella serie perda lettori. Altrimenti li tieni sulla serie e gli dici: "La linea editoriale attualmente è questa... ci sono tot paletti in più e sono questi qua, adeguati". E a quel punto è l'autore a decidere se continuare a scrivere per la serie oppure no.

Con Ambrosini è sicuramente andata così, perché è quello che ha dichiarato lui. Forse è andata così anche per Enna, Medda e Recchioni; il risultato sarebbe lo stesso, ma la situazione sarebbe diversa: ogni testata ha una linea editoriale e chi ci lavora deve adeguarsi a quella linea o cambiare testata, è normale.
Meno normale mi pare la linea che si sta portando avanti negli ultimi tempi, anche se sono assolutamente convinto che sia stata decisa con le migliori intenzioni.

Sono iscritto da poco ma vi leggo da diversi anni. Ho venticinque anni e leggo Dylan Dog da quando ne avevo otto. Non conosco le politiche editoriali e le dinamiche di redazione, giudicando però le singole storie da una prospettiva storica e diacronica si registra un lento, inesorabile scadimento delle sceneggiature rispetto ai primi dieci anni della testata: una certa tendenza al "politicamente corretto" e la didascalica -e noiosa- abitudine di spiegare in modo prolisso ogni nodo narrativo, ogni ellissi, ogni zona d'ombra. Da ragazzino leggevo Dylan e non lo capivo fino in fondo ma è stato proprio questo "non capire" a spingermi verso la lettura (qualcuno sopra citava Poe) e il cinema (di genere e non). Le storie oniriche e "adulte" (Bloch in Memorie dall'invisibile si dice triste per l'omicidio di una prostituta a cui era legato, una vignetta di questo tipo oggi sarebbe improponibile) rappresentavano per me un'attrattiva fortissima ma anche un grandissimo stimolo intellettuale. Pensare che la casa editrice si stia adeguando a tematiche più "da adolescenti" in linea con il nuovo mercato dell'intrattenimento è molto triste. Gli adolescenti non sono sciocchi o ignoranti, ma lo possono diventare a furia di leggere e vedere cose sciocche ed ignoranti. Voi parlate di politica conservativa attuata dalla Bonelli, io leggo le vostre ipotesi ma sinceramente non so ancora cosa pensare. Per quanto mi riguarda continuo a investire in questo fumetto per nostalgia cosa che, secondo me, fa la maggior parte dei lettori adulti (come la maggior parte degli appassionati che frequento e che non sono a conoscenza dell'esistenza di questo forum). Non ho soluzioni da proporre ma mi sembra evidente che andando avanti così i lettori si ridurranno sempre più.

l'anno Dylandoghiano è iniziato piuttosto bene , se poi sono state sbloccate storie che prima erano censurate (cosi' si vocifera) , certamente non si puo' criticare la gestione Gualdoni, pero' è il futuro della testata che preoccupa, perchè superato lo scoglio del 300 , se non c'è Recchioni , non c'è Medda , c'è poca Barbato , non vedo quale sia quel qualcosa in piu' che ti fa acquistare l'albo , non vedo una continuità di un autore.
Se prima Dylan Dog era Sclavi , poi è stato Sclavi-Chiaverotti , se Dampyr è Boselli, se Tex è Nizzi ,Julia è Berardi , Dylan Dog attuale cos'è ?

ruju che tornerà in grande spolvero

Ah, meno male...

Quotone, purtroppo...

Quello che mi chiedo è PERCHE' si vorrebbe tentare questa operazione....qual è il MOTIVO??

- commerciale? Non credo, come ho scritto sopra il miglior momento di Dylan da questo punto di vista corrispondeva anche con il periodo più felice dal punto di vista artistico... Ed è innegabile che le vendite sono andate progressivamente calando, negli ultimi anni, proprio in concomitanza con questa "banalizzazione" del personaggio....

- cambiare target di riferimento? Non vedo perchè.... quando ho iniziato a leggere Dylan avevo 16 anni, nel 1990.... Quindi un adolescente.... non credo di essere stato intellettualmente più dotato di tanti altri, a quell'età... eppure QUEL Dylan mi fulminò... vuoi vedere che non farebbe lo stesso effetto anche sugli adolescenti di oggi?.... daccordo, son cresciuti con Twilight... ma non si potrebbe anche tentare di "disintossicarli" invece che di assecondarli??....

- rinuncia al trattare temi "forti" in virtù di un non meglio precisato "senso del pudore"?... ma quando mai!... proprio oggi in cui qualunque adolescente può tranquillamente guardarsi film porno e quant'altro a qualsiasi ora del giorno (per non parlare di certi programmi tv di stampo defilippiano, ancora più porno....) ed è SICURAMENTE molto più smaliziato di quant'ero io a sedici anni?? ma andiamo....

Davvero non mi riesco a spiegare la RAGIONE.... uno può legittimamente far quello che vuole, per carità.... ma davvero mi sembra un gettarsi nel fuoco senza un motivo plausibile.... mah......

Quanto al possibile predominante ritorno del Pasqualone..... che dire.... meglio lui di tanti altri....in fin dei conti, se vuole, ottime storie è in grado di scriverle.....

Ciao Rimatt!

Oddio, questi grandi cambiamenti o nascono da una motivazione o sono nascosti dietro la motivazione stessa (più facile la seconda ). Chiunque potrebbe ribattere con "ma recchioni ha altri progetti, ma la barbato ha i romanzi, ma tizio ha questo, ma caio ha quello.."
Sono le piccole cose che tolgono ogni dubbio sull'aria che tira, come un Tueentoun relegato sul gigante o un Ambrosini che lascia la testata con poche laconiche parole.

Verrebbe veramente la voglia di mollare tutto e seguire gli autori invece che il nome della testata