Ho avuto modo di scambiare due parole con Marcheselli (gentilissimo, come quasi tutti gli addetti Bonelli) qualche anno fa, a una fiera del fumetto.
Lui era il primo a rendersi conto che la qualità stava calando di brutto rispetto ai tempi d'oro (suo è stato il periodo in cui Ruju imperava e sfornava nel 95% dei casi gialletti slavati e noir stinti
) ma non poteva farci niente.
Se su 12 soggetti che arrivavano sulla sua scrivania, 11 erano brutti, lui non poteva certo dire: "Basta, da oggi DD non è più mensile! Facciamo solo un albo all'anno per garantire la qualità!"
I paletti c'entravano poco all'epoca. E' che proprio i soggetti buoni erano più rari delle oasi nel deserto, e tuttavia la testata DOVEVA continuare a sfornare 12 numeri all'anno + almanacchi + gigante + maxi.
Ora Gualdoni deve sorbirsi più paletti, ma come supervisore non mi convince A PRESCINDERE dai soggetti che è "obbligato" ad approvare. Gli erroracci d'ortografia e di grammatica rilevati più volte nelle storie recenti dimostrano che sembra lavorare "a tirar via". Marcheselli, almeno, faceva di tutto perchè il lavoro fosse almeno professionale dal punto di vista 'formale'.
Poi, per quanto riguarda il prolificare di albi nonostante la qualità generale sia medio-bassa (più bassa che media), credo dipenda dalla volontà di "mettere quanto più fieno in cascina possibile."
Sappiamo che a tirare la baracca sono Tex e Dyd, e che roba tipo Cassidy e Brendon non vende oltre il minimo indispensabile per sopravvivere. E sappiamo anche che Dyd ha avuto di recente un calo piuttosto brusco (da 200.000 albi venduti a 150.000 circa). Qualcuno deve aver pensato: "Prima che altri 50.000 lettori fuggano, pubblichiamo tutti gli avanzi rimasti nel cassetto! Almeno avremo soldi da parte nel caso che la situazione si faccia ancora più grigia..."