Oddio, straquoto rimatt! Se davvero fra dieci anni dovessi rileggere e rivalutare storie come Senza trucco né inganno, o La strage di Graham, o Nightmare tour, spero sia solo in negativo, e se in positivo solo perché sarò affetto da demenza senile.
Comunque, quello che Dylan Dog ha visto l'inizio del suo declino dopo il 100 è una fesseria bella e buona: come dice Kramer, dopo il simbolico numero 100 ci sono state bellissime storie, capolavori, ottime storie, buone storie, storie accettabili, e cagate pazzesche (proprio come ci sono state le stesse storie nel periodo pre-100). Se proprio vogliamo individuare il momento (sempre simbolico e a grandi linee, ovviamente) in cui la testata ha cominciato seriamente a perdere colpi è dopo il numero 200: da lì sì che si cominciava ad avere brutti, ma brutti!, albi (e per un numero di mesi consecutivi a dir poco desolante), il numero di sceneggiatori è aumentato vertiginosamente, e di conseguenza era difficile sperare di trovare altri Sclavi, Barbato, Medda, ecc.. Poi come ho detto, anche la cosa post-200 è da prendere con le molle (sono sopra il 200 albi come Oltre quella porta e L'ospite sgradito, che io personalmente reputo già due classici imprescindibili della testata), ma è comunque indubbio che ora OGGETTIVAMENTE la qualità delle storie sia bassa, generalmente. E se oggi prendendo qualche mediocre albo del passato diciamo ma sì dài, così male proprio non è!, è solo alla luce del brutto periodo che sta passando (da un pò di tempo) il nostro Indagatore. Perché, ripeto, storie come Senza trucco.., La strage di Graham, Nightmare Tour, All'ombra del vulcano, o quell'altra di Ruju in cui butta Dylan a Chinatown (ho ancora i brividi al pensiero; e ho citato questa manciata di storie perché sono le prime che mi vengono in mente quando penso a "clamorosi e inequivocabili passi falsi e sbagliati della serie Dylan Dog"), insomma storie come queste sono brutte e lo resteranno (per riprendere Senza trucco.. di Di Gregrio, lì ci sono delle falle così in sceneggiatura che neanche fra duemila anni potranno sembrare accettabili).
Poi è indubbio che qualche storia è soggetta a pregiudizio o a qualche altro fattore esterno o interno al lettore, e che magari in seguito letta in altre circostanze e con fattori diversi potrà sembrarci migliore (o peggiore; per dire, io diverse storie del passato le ho rivalutate in negativo), ma ci sono, per fortuna, certi paletti oggettivi da cui non si scappa.
|