I miei pareri sui film di Raimi che ho visto
La casa - 9
E' un prodigio di invenzioni visuali e di talento registico.
La storia non conta nulla. I personaggi neanche (e infatti Raimi li sbatacchia qua e là come marionette). Conta solo il film "puro" per quello che il regista riesce a costruire pur partendo da due soldi di budget. Bruce Campbell è già indimenticabile. Gli effetti speciali sono sorprendenti, considerata la povertà di mezzi.
La casa 2 - 9
Di fatto un remake della precedente
Casa. Per caratterizzarlo Raimi calca più la mano sul sarcasmo e sull'humour nero. Il risultato è un altro viaggio sfrenato sulle montagne russe dell'horror. Bruce Campbell è ancora più in parte. Gli effetti speciali sono più curati, ma non più efficaci.
L'armata delle tenebre - 8
Non è un horror, ma un fantasy con qualche venatura orrorifica.
Soprattutto è un fantasy con un sacco di fantasia, cosa rara oggi come allora. Sulla scia delle
Case, utilizza trama e personaggi come puro pretesto per una sfilza di invenzioni rutilanti e irresistibili.
Unico difetto: l'eccesso di esuberanza rende il film un po' slabbrato e dispersivo, mentre le
Case erano compattate dal rigoroso rispetto delle unità aristoteliche (di Tempo, di Luogo e d'Azione).
Darkman - 6
Palese omaggio ai fumetti
pulp degli anni '40 e '50, in parte supereroistici e in parte di pura avventura con divagazioni horror.
Raimi azzecca qualche buona sequenza, ma nel complesso la fantasia scarseggia e soprattutto manca quel che non poteva assolutamente essere riprodotto: il fascino ingenuo di quegli anni ormai perduti.
Trama e personaggi sono fin troppo ovvi e schematici, e l'aggiunta di melodramma non migliora il film.
The Gift - 6 e mezzo
Film che ha come punti di forza soprattutto l'atmosfera e la recitazione. I personaggi sono tutti cliché e la trama è abbastanza prevedibile (anche se si permette qualche colpetto di scena), però gli attori sono bravi e perfettamente in parte. La macchina da presa accumula sequenze suggestive.
Spider-Man - 7
E' il film che, insieme al primo
X-Men, ha resuscitato il genere supereroistico dopo che l'osceno
Batman & Robin lo aveva seppellito.
Basato sul canovaccio schematico tipico di questo genere di produzioni (personaggio che acquisisce superpoteri, impara pian piano a conviverci pur commettendo qualche errore, sconfigge la propria arci-nemesi e infine assume il ruolo ufficiale di supereroe), non manca di prevedibilità , ma resta un film solido, ben girato e avvincente.
Peccato che il personaggio di Goblin/Norman Osborne sia reso in maniera abbastanza superficiale, senza le sfumature del corrispettivo fumettistico.
Spider-Man 2 - 8
Migliore del precedente. Il dottor Octopus filmico ha ben poco in comune con quello dei fumetti, però come personaggio funziona benissimo. Il suo genio scientifico e la sua dolorosa storia personale lo avvicinano molto a Peter Parker, di cui rappresenta in pratica una "controparte" distorta (molto di più di quanto non sarà Venom nel ridicolo terzo film!).
Forte, compatto, epico, pur essendo un film di supereroi decisamente "tipico" (i due Batman di Nolan, per esempio, non lo sono) esprime al meglio certe caratteristiche paradigmatiche.
Spider-Man 3 - 4
E' vero che Raimi dovette subire alcune imposizioni (tipo Venom, che la produzione voleva a tutti i costi), ma non gliel'ha certo ordinato il dottore di accettare supinamente una sceneggiatura così mediocre e pastrocchiata!
I cattivi sono usati come i clown nei circhi: scendono in pista quando il pubblico sbadiglia. Il "lato oscuro" di Spider-Man è reso in maniera ridicola. La fantasia sta a zero (possibile che non si trovi di meglio per la battaglia finale che mettere in pericolo Mary Jane?!?! Ormai è la terza volta). I tentativi di elaborare suspense sono affossati da umorismo del tutto fuori luogo; esempio clamoroso, quando Gwen Stacy rischia la vita perché il palazzo crolla, la tensione faticosamente costruita viene ammazzata da Brock che dice al padre di Gwen con aria da babbeo: "Salve, sono Brock! Esco con sua figlia!"
Drag Me to Hell - 7
Un ritorno all'ibrido tipicamente raimiano fra horror puro e invenzioni da cartone animato (più
la Casa 2 che
la Casa). C'è anche spazio per qualche graffiatura sociologica e per caratterizzazioni di personaggi non banali.
Certo, nel complesso questo film si basa più sul mestiere che non sulle invenzioni (o ispirazione, che dir si voglia). Ma bisogna riconoscere che funziona. Raimi non ha perso smalto.