Cravenroad7

Una storia godibile con un finale "spiazzante" per la sua normalità....credo sia l'unico albo della serie in cui Dylan alla fine non ci capisce un c...o....

stavo pensando la stessa cosa

La solita storia di Di Gregorio. Mediocre, non di più, ma almeno non sfocia nel ridicolo come certi albi sceneggiati in passato dallo stesso autore o da Ruju e altri.

Peccato, perchè il soggetto è potenzialmente interessante, ma la sceneggiatura scorre piatta, non decolla praticamente mai, mantenendo quel profilo basso tanto caro all'autore e alla casa editrice.

Come al solito la personalità di Dylan Dog è completamente stravolta: alla fine il vero pensionato sembra lui, troppo perfettino, moscio, mai un guizzo della vecchia scanzonata ironia, mai un sussulto...prendete un qualsiasi albo di Sclavi, di Ferrandino, anche del Chiaverotti più tamarro: ditemi se si tratta sempre dello stesso personaggio! Va bene che ogni autore è diverso, che interpreta Dylan secondo la sua sensibilità, ma qui IHMO si parla di un personaggio totalmente diverso...ma con Di Gregorio purtroppo questa è la normalità, e tanto vale rassegnarsi, dato che la collana sembra sia stata affidata totalmente nelle sue mani (perdendo decine di migliaia di lettori all'anno, ma va bè...).

Mediocre, solo per i disegni di Mari (che continua a tirare via a tutto spiano) e per il buon soggetto.

Ti ho già replicato su TWO, quindi evito di ripetermi anche qui.

mari non tira via per niente, direi poco ispirato, questo si.
poi è tutto riconducibile alla censura della sua espressività artistica imposta dalla bonelli per commenti proprio come quello di civit giunti in redazione. un mari senza guizzi di genio incatenato non serve a nessuno.

A scanso di equivoci, mi sono espresso male: se non fosse stato per i disegni di Mari, che comunque tira via a più non posso, e per il buon soggetto, il giudizio sarebbe stato anche peggiore.

votato 5; siccome uso sempre paragoni gastronomici dico: brodino di pollo quando si è malati.


spoiler

inizio col dire che all'ultima pagina ho usato un "francesismo" per esprimere il mio disappunto;
ma se devo identificare questa storia con un termine educato, il primo che mi viene in mente è: "scialbo".
dylan è una sagoma in movimento, come nei teatrini quando viaggiano i personaggi disegnati su grandi sagome e tirati da nastri. tac tac tac avanza in linea orizzontale, esce di scena, rientra, parla, esce nuovamente di scena.
questo sarebbe attualmente l'indagatore dell'incubo (nostro): un paracarro che transita in varie ambientazioni, subisce qualsiasi cosa senza muovere un dito (muoiono 40 vecchietti senza che lui si degni di raggrupparli e/o proteggerli in qualche modo).
arriva il poliziotto più incompetente del pianeta e lui subisce il tutto rammaricandosi fra sè e sè, come se non fosse in suo potere fare scelte o trovare soluzioni.
al quarto vecchietto morto nel giro di 3 giorni la polizia cataloga il tutto come "evento naturale" e il nostro se ne sta e, di fatto, si comporta come il poliziotto scemo di cui sopra.
i disegni sono mostruosamente brutti (per me) i volti pesantemente inscuriti dovrebbero comunicare chissà quale atmosfera dark, ma risultano soltanto confusivi, con un effetto volgare, come una donna pesantemente truccata.
il paracarro riesce almeno a farsi la dottoressa, ma siccome è diventato un automa questo è da prassi; emotivamente la cosa lo coinvolge come una conferenza sulle larve di termite.
finalone che dovrebbe sorprendere, ma riesce soltanto a dare l'impressione di aver voluto stupire, senza riuscirci.

i disegni di mari non sono estetica, se guardate solo quello allora è normale che non vi piaccia. mari è visceralità, muove emozioni nascoste, è il male che è dentro di voi che vi schiaccia l'occhiolino quando siete davanti allo specchio.

Ottima definizione, direi Infatti se quest'albo ha un minimo (ma proprio minimo) di atmosfera è proprio grazie a Mari, che anche quando non è ispirato ed è "costretto" lo trovo sempre meraviglioso.

Voglio dire, immaginatevi questa storia illustrata da, chessò, un Cossu. probabilmente non sarei riuscito ad arrivare alla fine dalla noia e inconsistenza.

A me i disegni di Mari non piacciono. Sarà per i volti o per quel nasino che fa a tutti uguale.... la storia è a mio avviso accettabile mi son piaciute molto la teoria dei due orologi e i diversi racconti dei vecchietti.. il finale non mi è piaciuto, come ha detto qualcun'altro sembra di voler stupire senza minimamente riuscirci.

la storia di per se non mi è dispiaciuta. Il finale rovina il tutto perchè spiega troppo razionalmente ogni cosa. E non mi sono piaciuti molti tratti di Dylan. Però ho votato buono per le ottime atmosfere create e per i disegni di Mari che sono sempre una garanzia!

Ottimo soggetto;
sceneggiatura che alterna buoni momenti ad altri un po' piatti, ma che nel complesso si fa piacevolmente seguire fino al finale, convincente e coinvolgente;
dialoghi ora ironici, ora poetici, ora delicati (anche se non ne mancano di un po' banali e di troppo esplicativi);
illustrazioni adatte alla storia da parte di un artista che riesce sempre a dare un' intensa anima drammatica ai suoi personaggi, anche quando sono macchiette come i vecchietti in questione e nonostante gli sia impedito di esprimersi al meglio (e questo è il più grande delitto che la Bonelli abbia mai commesso).

Soggetto: 8
Sceneggiatura: 7
Disegni: 8,5

Una storia almeno da "buono", ma, nonostante qualche limite tecnico e un Dylan un po' troppo spettatore, direi anche da "ottimo" per come è in grado di coinvolgere il lettore suscitando diverse impressioni, dalla delicatezza al grottesco, dalla tensione alla malinconia.
Il rendimento di Di Gregorio si attesta su livelli che io trovo buoni; peccato che per quanto riguarda il giudizio dell' opinione pubblica dei lettori stia pagando la mediocrità di qualche sua storia nonchè il clamoroso passo falso della pessima "La strage dei Graham", perchè potenzialmente questo autore mi sembra molto da Dylan Dog, soprattutto nei soggetti.

EDIT SPOILEROSO: bravo Caronte, l' idea finale richiama "Grand Guignol". Inutile fare paragoni che non portano che a ovvietà, ma, anche se questa osservazione intacca l' originalità dell' idea, credo comunque che questa sia stata usata bene come colpo di scena inatteso.

EDIT II: trovo singolare che si indichi come elemento negativo di una storia di Dylan Dog la presenza di retorica e moralismo (i poveri vecchietti eccetera eccetera); da che mondo è mondo Dylan Dog E' un moralista, E' un a figura perennemente schierata al fianco del debole e dell' emarginato a qualunque costo. Perchè quando Sclavi usa questi elementi va bene, ma quando lo fa Di Gregorio no?
Io ho iniziato tanti anni fa ad apprezzare Dylan Dog anche per questi aspetti e non capisco come uno che invece li trova irritanti continui a sopportare questo fumetto.
Ci sono storie di Sclavi che quanto a retorica fanno impallidire non solo Di Gregorio, ma anche il Papa.

sul discorso retorica non sono d'accordo. quella di sclavi è credibile e umana, quella messa in scena dalla stragrande maggioranza degli altri scrittori di dylan dog è patetica e irritante. il confine è sottilissimo ma solo i grandi restano in equilibrio senza cadere.

Certo, non volevo fare di tutta l' erba un fascio nè tantomeno paragonare Di Gregorio a Sclavi, ma mi riferivo alle occasioni in cui si addita a priori la presenza di retorica come un difetto.
Per di più nell' albo del mese non ravviso una retorica patetica ed irritante.
E poi, chi sa quante frasi tipo "l' amore vince la morte" sono annidate in sceneggiature ben più accreditate di questa?
Non che la presenza di una frase così banale sia da apprezzare, ma innanzitutto in questo contesto tale frase non era del tutto gratuita e comunque si tratta di qualcosa di marginale che non compromette il valore oggettivo della storia, alto o basso che sia.