La storia in sè non sarebbe male... se non fosse che l'asse portante della trama -e che, guarda caso, coincide proprio con la parte più "poetica" dell'intera opera- è, ahi ahi ahi, spudoratamente
COPIATA da un romanzo thriller relativamente famoso.
Sto parlando di
Il collezionista di bambini di Stuart MacBride, edizioni Newton Compton.
Anche nel romanzo c'è un tizio un po' mattocchio che pratica l'eutanasia su cani e gatti condannati a morte certa (l'unica labile differenza è che nel romanzo gli animali non sono spacciati per via di malattie terminali, ma perché investiti da automobilisti pirata) e che quando si imbatte in una giovane ragazzina agonizzante perché investita dal pirata di turno la tratta esattamente come i cani e i gatti in questione.
E' una coincidenza che la stessa situazione si ritrovi pari pari in quest'albo di Dyd?
Ne dubito, tenuto conto che certe frasi ("c'era tutto quel sangue... e anche materia cerebrale...") sono presenti pari pari nel libro. Parimenti presenti altre situazioni, tipo l'automobilista pirata che si costituisce.
Naturalmente nel romanzo non ci sono risvolti soprannaturali, si tratta di un thriller canonico.
E infatti l'argomento funziona bene come thriller, molto meno come storia di fantasmi: l'elemento soprannaturale e quello 'giallo' nella storia di Dylan non si amalgamano granchè. Non si capisce, per esempio, perché il fantasma del cane si faccia vivo solo a una certa ora mentre quello di Lula sia sempre presente; perché Lula sia palpabile e il cane no; e via di questo passo...
Resta il fatto che la parte riciclata da MacBride funziona ed è toccante. Ma di riciclo (per non dire 'scopiazzatura'...) appunto si tratta.
Invece la parte strettamente barbatiana, ovvero la caratterizzazione dei ragazzotti e l'indagine di Dylan, zoppica. I personaggi sono tutti stereotipi. La più stereotipata è proprio Lula, che avrebbe delle potenzialità ma alla resa dei conti viene dipinta come una banalissima adolescente con le paturnie.
(Chissà , magari era morta in quel periodo del mese...
Ops! Perdonate la cattiveria!)
L'indagine di Dylan pure non convince molto, per non parlare dei suoi tormenti per via della personalità di Lula che lo invade. Quando si rivolge alla madre di Lula chiamandola 'mamma' con aria da beato idiota mi sono sentito imbarazzato, tanto la scena era ridicola!
Suggerisco comunque a tutti i forumisti di risalire alla fonte, ovvero di recuperare il romanzo di MacBride. E' decisamente superiore -per atmosfere, senso di angoscia e caratterizzazione dei personaggi- a questa maldestra riciclatura.
Faccio solo presente che è un thriller parecchio crudo, dato che c'è di mezzo anche un pedofilo e che i dettagli della pedofilia sono descritti con dovizia di particolari.