Cravenroad7

Mi unisco al coro generale:storia sicuramente mediocre.
In tutta la prima parte non succede assolutamente niente di eclatante,ma almeno non si ha la caduta di stile che la fa da padrone nel finale.


SPOILER
A parte l’incongruenza del nome dell’assistente che Dylan non dovrebbe sapere,la cosa più irritante,dal mio punto di vista,è questa:se tu sceneggiatore crei una trama più o meno giallistica,io lettore pretendo che alla fine della storia ci sia una spiegazione almeno plausibile dei fatti. Inventarsi quella storia bislacca del fantasma che non vuole andare all’altro mondo è un modo facile facile per concludere la storia senza troppe complicazioni,giustificando l’assurdità della cosa col fatto che Dylan Dog è (era?) un fumetto horror. E questa cosa non mi piace:se mi fai un giallo/thriller,dammi un finale da giallo/thriller…o un finale,anche horror, che abbia almeno un po’ di senso!,perché alla fine:Rush è colpevole? E se lo è,in che misura?
Altra cosa:Dylan Dog è il personaggio più inutile di tutta la vicenda. Se non ci fosse stato sarebbe stata la stessa cosa:e questa è forse la cosa più negativa dell’albo.
In ogni caso,dato il finale,non mi meraviglierei se questa storia avrà  un seguito…

Ultima cosa:le “atmosfere noir”,quelli della posta,dove le hanno viste?-forse la sconfitta dell’eroe ha un che di noir,ma a parte questo…

I disegni di Celoni li ho trovati anche io sotto tono.
E la colpa,secondo me, non è sua,ma della sceneggiatura fiacca e del tutto priva di quelle scene che esaltano il suo tratto. Perché Celoni condivide con Roi una cosa secondo me importantissima:entrambi hanno un tratto potente e molto personale,adattissimo a un fumetto horror;un tratto,quindi, che per esprimersi al meglio ha bisogno di scene adatte,di scene che gli permetta di esplodere in tutta la sua carica “orrorosa”. Se togli l’horror (cosa che è capitata anche a storie recenti di Roi),togli la possibilità a Celoni e Roi di dare il meglio.

storia dialoghi e personaggi fiacchi.
mi ha particolarmente annoiato.

Di buono quest'albo ha che, per una volta, Di Gregorio evita di fare della filosofia o della educazione sociale come avvenuto invece in Lavori forzati (tanto per citarne uno), albo che verrà da me ricordato in eterno per la sua "leggerezza", pari a quella del K2 e dell'Everest messi insieme!

Di brutto quest'albo ha... beh, quasi tutto il resto.


S
P
O
I
L
E
R


All'inizio la storia si configura come un giallo.
Nulla di male, Dylan di gialli ne ha vissuti tanti. Il problema è che QUESTO giallo è troppo sfuocato per funzionare. Non c'è un vero e proprio caso su cui indagare: Dylan ha rifiutato l'incarico e si capisce bene che Rush non lo interessa granchè; è Norwood a indagare, ma il personaggio resta troppo nell'ombra perché le sue azioni destino vero interesse.
I dialoghi rendono l'idea: i personaggi parlano parlano parlano, ma in fondo non hanno niente da dire e non fanno che menare il can per l'aia.

Con la scomparsa di Silvina l'interesse aumenta, ma non di molto. La tensione resta sotto i livelli di guardia e i personaggi si rivelano monodimensionali.

Il finale sbraca del tutto per i motivi già  detti.
Aggiungiamo che se Rush voleva davvero che Dylan smettesse di indagare, l'ULTIMA cosa da fare era proprio mandare Ellis!!!! Se non avesse mandato nessuno, prima o poi Dylan avrebbe gettato la spugna per mancanza di indizi. Invece Ellis - QUALSIASI avesse detto o fatto - non poteva altro che solleticare la sua curiosità.

Lo spiegone in cui vengono tirati in ballo i veri poteri magici di Rusk e il vero fantasma è comunque insoddisfacente.
Si tratta di una palese "scorciatoia" in cui lo sceneggiatore, a corto di fantasia, sfrutta il soprannaturale per risparmiarsi di imbastire un ragionamento logico che spieghi come i suoi personaggi hanno fatto questo o codesto. Vabbè che in Dylan il soprannaturale è accettabile, ma un giallo (e questa storia essenzialmente resta un giallo) non dovrebbe MAI MAI MAI ricorrere a mezzucci del genere.

Voto: mediocre

Celoni è migliorato. Bada meno a orpelli e fronzoli e di più all'anatomia (stavolta le sue mani sono anatomicamente corrette), ma neppure lui poteva salvare questa sceneggiatura.

S
P
O
I
L
E
R

Nota: lo spiegone finale in realtà non è un depistaggio rispetto a quanto preannunciato durante la storia: il mago non fa che ripetere che non c'è trucco, che tutto accade per davvero e che il suo trucco più efficace è silvina.
insomma, io davo per scontato che la magia vera ci fosse di mezzo, al limite mi sarei aspettato come controfinale che la fonte fosse lei e non lui. ma di sicuro quello della magia può essere un finale condivisibile oppure no ma sicuramente non è "buttato là¬" per chiudere la storia.

Ormai è la normalità. Le storie di Di Gregorio sono diventante sempre più deludenti. Leggendo "Il Persecutore" avevamo visto tutti un barlume di speranza, sprofondato di nuovo con "Lavori Forzati". E' il suo modo di narrare che non è accattivante, sembra raccontare tutto e niente.
Anche "Il segreto di Mordecai" che parlava sempre di magia è superiore a questa storia! Mediocre.

Di Gregorio finora non mi ha mai deluso , ha sempre fatto storie magari con poco orrore , ma molta inventiva e fantasia.
Detto questo non scrivero' tante cose già  dette.
Mi soffermo sul finale...


per i disegni secondo me Celoni qui è alla sua migliore prova , sia per leggibilità , sia per le espressioni.
A me il naso aquilino di Dylan (alla Casertano) lo preferisco sempre rispetto a quello di Brindisi e Freghieri.
Nel gigante dell'anno scorso saltavano in risalto le rughe del vecchio , e i disegni onirici , ma qui secondo me l'atmosfera è ben resa.

STORIA: 7
DISEGNI :9

Piaciuta, la sconfitta dell'eroe butta un po' gi๠di morale, ma ciò contribuisce a darle fascino.
SPOILERANDO:
Che Sybil sia un fantasma io l'ho trovato scontato fin dall'inizio, ma sembra che chi racconta la storia, giochi con lo spettatore per fargli sperare che così non sia... io sono tra quelli. Era dai tempi de "Il gran bastardo" che non speravo nella salvezza della donna di turno... mi sa che porto un po' di sfiga...

a me è piaciuto! e pure parecchio!!storia apparentemente confusa all'inizio, ma poi con un certo filo logico...certo forse la trovata del è un pochetto forzata, ma comunque risulta una bella storia....e soprattutto finalmente non c'è il disegni abbastanza buoni, insomma niente di cui lamentarsi secondo me....

sarà  che proprio oggi ho letto L'ultimo uomo sulla terra di Sclavi, ma a me sembra che non sia proprio una grande storia anzi...

Oddio, se lo dici tu.... ti accontenti di poco
Concordo assolutamente sulla miglior prova di Celoni, finalmente leggibile e chiaro. Grandissimo lavoro!

Un buon albo, a me ha divertito leggerlo, certo da quando si è scoperto cosa si celava dietro la ragazza mi sono cadute un pò le braccia sinceramente. Un pò banalotta la cosa.

Ci resta una storia accettabile (questo è stato il mio voto) con dei buoni disegni. (Celoni in altri albi ha saputo fare anche meglio!!!).

Purtroppo sono allergico ai buchi, agli spiegoni, ai deus ex machina e qui lo sceneggiatore sembra aver saccheggiato tutti i peggiori trucchi di scrittura che si possano usare. Nonostante il ritmo sia buono, la storia scorrevole, ciò che mi rimane di quest'albo è l'amara consapevolezza che noi lettori di Dylan Dog siamo considerati non dico stupidi, ma quasi, perché quelle falle nella trama, quella rivelazione finale dei poteri magici provenienti da chissà dove, mi ricorda sul serio il Dio che arrivava sul palcoscenico a risolvere la situazione.
Il problema non è questo però, perché il cinema ad esempio, che produce robaccia di questo genere, ci ha abituati a trame assurde e buchi enormi, ma è pur vero che al cinema ci vanno tutti: dagli analfabeti a cui piacciono i film dei Vanzina, a chi ha una cultura medio-alta e dal film pretende impegno nella realizzazione, una certa profondità di contenuti e una notevole capacità comunicativa.
Il distacco tra Dylan Dog è i suoi fan dipende proprio da questo: noi fan (almeno di questo forum) abbiamo tutti una cultura medio-alta. Lo capisco da come scrivete, da cosa dite, dai libri che leggete e dalla musica che ascoltate. Però la Bonelli producendo albi come questi probabilmente ci considera di cultura bassa, di quelli che si accontentano delle tette nei film dei Vanzina e dei libri di Fabio Volo.
Spero davvero che si superi questo scollamento perché Dylan Dog può solo guagnarci. Non dico che bisogna tornare a parlare di "serialità d'autore" come fu per Sclavi, ma un minimo di impegno nel capire dove la storia va modificata per essere pubblicabile questo sì.
Perché questa storia non era neanche pubblicabile, secondo me. Un qualsiasi editor dopo aver letto questa sceneggiatura avrebbe dovuto rimandarla al mittente.
Ovviamente do il voto più basso, nonostante l'eccellente copertina e i bei disegni di Celoni. Per me la valutazione di un albo non è un OR logica ma una AND.
Quindi: Bella Copertina (AND) Bei disegni (AND) Pessima sceneggiatura significa: 1 (and) 1 (and) 0 che in algebra booleana equivale a 0.

sono d'accordo sulla tua critica , solo che ho trovato la storia lo stesso molto leggibile.
Il fatto dei poteri soprannaturali (dove in quasi tutti gli albi c'è una spiegazione logica o una storia che spiega l'acquisizioni di questi poteri ) è una falla. Ma secondo me alla luce anche di come termina l'albo la vedo come una storia che avrà  un seguito , magari in quell'albo ci sarà  la rivincita di Dylan e verranno spiegati i poteri o presunti poteri.
Prendete molte nemesi lette nell'Uomo Ragno classic, ad esempio Goblin , uomo ragno lo incontra e lo sconfigge , ma le sue origini vengono raccontate parecchi albi dopo.

Dylan dog non è l'uomo ragno, questo finale mi sembra voluto per chiudere la narrazione. Poi magari un seguito ci sarà  pure, ma la storia finisce qui.

Cambiando argomento, invece ho riflettuto sui disegni di Celoni, che pur essendo piaciuti a tutti, hanno diviso fra chi li ha trovati migliorati rispetto al solito e chi li ha trovati peggiorati, e sono arrivato a una conclusione: lo stile di Celoni si è fatto più uniforme, per cui quest'albo, pur mancando di alcuni dei virtuosismi cui siamo stati abituati, risulta anche privo di tavole riuscite peggio.
Chi guarda i picchi trova lo stile di Celoni peggiorato, chi guarda i difetti lo trova migliorato.

se questo non è masochismo.