Bo.82 ha scritto:
Tutto sommato, io vedo comunque quello appena concluso un anno positivo per il nostro Dylan, lontano dalla mediocrità imperante di certi anni passati.
Mah...
NOTE POSITIVE: Mater Morbi: istant classic di Recchioni, che ha registrato un interesse ed un entusiasmo generale quasi unanime che non registravo quasi dai tempi del boom.
I nuovi barbari: Recchioni è uno dei pochi sceneggiatori attuali che NON si arroga di scrivere come cazzo gli pare quel cazzo che gli pare e prima di scrivere studia.
Il persecutore: prova e riprova, Di Gregorio finalmente ce l'ha fatta a scrivere una storia intrigante.
Nel segno del dolore: un Enna minore come questo è pur sempre qualcosa di questi tempi... ma ormai è un fantasma che appare e scompare quanto la Barbato.
Maxi: si mantiene nella sua rassicurante medietà : discreto esordio di Cavaletto, discreta prova di Di Gregorio e un Mignacco non troppo dannoso.
Color Fest Humor il miglior color fest finora uscito. Tutto bene, non fosse più che evidente che è un' uscita del tutto casuale ed estemporanea, come conferma la confusione mentale della casa editrice, che prima pubblicizza il "Dylan Dog comico" e poi nell'editoriale dello stesso tenta (chissà perché?) di spacciarlo per un Dylan "serio" (persino splatter!). Peggio delle smentite del governo. Tristezza.
NOTE NEGATIVE: Il Santuario: è la Barbato che non avrei mai voluto leggere. Ritoccata o no, un disastro che getta mille ombre sulla sua voglia di continuare a scrivere Dylan Dog.
Color Fest: l'Humor è evidentemente stata un' uscita troppo felice, per riequilibrare rimettono le cose a posto con il Color Fest peggiore di sempre. La media è salva.
Dylan Dog Gigante: vogliamo lasciare il peggior Color Fest da solo? Neanche per sogno, ecco quindi pure il peggior Gigante di sempre. Peggio: il più triste.
Programma di rieducazione - La via degli enigmi - L'erede oscuro: De Nardo scriverebbe da dio una serie alla James Bond, o una serie noir, o una serie fantascientifica. Di Dylan Dog, del suo mondo e dell'horror in generale, non glie gliene può fregare di meno... e non ha mai fatto neanche nulla per nasconderlo. Quindi la redazione ne moltiplica le uscite (a giudicare dalle anteprime) e gli affida pure l'onore di una doppia, ovviamente la più spompata e inutile mai letta nella serie.
Il cammino della vita: delusione Bilotta. Non brutta, ma insignificante, leggibile tra gli sbadigli come tante. Ben altro speravo potesse dare alla serie.
Relazioni pericolose: sprofondo Ruju, con la storia che certifica l'imbarazzante "matusità " della serie e dei suoi autori.
Il ladro di cervelli: dopo avermi illuso alle sue prime prove Marzano sembra essersi ammosciato e scolorito appena arrivato sul mensile. Grigiore dylaniano.
Lavori forzati: dopo la sorpresa de "Il persecutore" e la sorpresina sul maxi, Di Gregorio va ancora fuori fuoco e sforna un albo opaco (l'ultimo suo non l'ho ancora letto e lo leggerò tra mesi, ma non credo mi riserverà sorpresa a quanto leggo)
Trappola di vetro: Gualdoni scrive come supervisiona: zitto zitto, quatto quatto, mogio mogio, pacatamente, come piace tanto a loro.