Cravenroad7

Semplice, Kramer odia le storie con i negri buoni, i barboni onesti, i ricchi bianchi xenofobi e ladri, le puttane misericordiose (sniff!), i freak dal cuore d'oro e le persone normal-borghesi cattivone. E il più delle volte effettivamente risulta quasi un buonismo sgradevole.

esatto, che ci posso fare se spesso e volentieri "retorica da un penny" corrisponde a "lacuna narrativa": "Il settimo girone" imo è proprio una storia scarsa disegnata anche peggio. In una parola: antipatica. Il che collide con i miei gusti altrettanto "antipatici".

In pratica odia Sclavi e Chiaverotti, vale a dire Dylan Dog.

Chiaverotti, non Sclavi! Pure Sclavi ricorre alla retorica, ma in genere (non sempre) lo fa con tocco più leggero - molto più leggero - e mano più felice, sincera e ispirata del Chiava.

Mah, a me Sclavi sembra molto più retorico di Chiaverotti.
Chiaverotti lo è, ma solitamente la retorica è affogata dalle atmosfere trash da b-movie (che adoro) delle sue storie.
Chi è che ha scritto di negri buoni ("Cattivi pensieri"), puttane misericordiose ("Oltre la morte") e bianchi razzisti ("Doktor Terror")?

Poi c' è da aggiungere che a me, credo a differenza di Kramer, certe dosi di retorica piacciono, quando non è stupida retorica utile a strappare l' applauso di qualche lettore ingenuo ma è retorica che trasmette riflessione, critica, dolore, denuncia sociale e socializzante.

Il re della retorica è Chiaverotti e oggi c'è il suo brendon li a dimostrarlo. Vero però che anche Sclavi ogni tanto è caduto nel tranello, però sono d'accordo con Nya quando dice:

ed inoltre il Tiz molte volte ha evitato la retorica buttandosi nella surrealità (vedi il volo dello struzzo), sul puro cinismo (vedi maledizione nera), sull'esagerazione (vedi doktor terror o verso un mondo lontano), oppure semplicemente grazie a sceneggiature magistrali (vedi memorie dall'invisibile o johnny freak).
Al contempo sono d'accordo su "cattivi pensieri" ed anche su altri albi.

Chiaverotti ci ha fatto la carriera sulla retorica e stanno a dimostrarlo i gonzi fan in odore di canonizzazione e i santi in paradiso ops in Via Buonarroti. E' un genere di autore medio-basso, al di là  dei discorsi che si possono fare sull'aderenza e genuinità del suo approccio a Dylan (e in quello Chiava è stato secondo a Sclavi e Medda ed exequo con pochi altri), uno che ha trascorso anni ed anni a scrivere in pratica sempre alla stessa maniera, "popstar" incantando gonzi e ragazzine urlanti, e ulteriore dimostrazione è Brendon. MONOCOLORE, come il poliziesco di Ruju (Demian, Cassidy). Per Sclavi e altri autori (come la BARBATO, per tornare in topic) veramente "medio-alti" secondo me cambia tutto, perché questi hanno avuto PERIODI & PERIODI. Sclavi è sempre stato retorico ma ha avuto periodi eccellenti per non dire epici e periodi meno buoni e di regressione catto-comunista: prendiamo i titoli che avete citato voialtri. Ai periodi migliori appartengono MEMORIE DALL'INVISIBILE e DOKTOR TERROR dove ci sono puttane misericordiose e bianchi neonazisti ma inseriti in grandi storie e delicatezza retorica, come dice perfettamente Rimatt. CATTIVI PENSIERI e VERSO UN MONDO LONTANO appartengono al periodo più brutto, infatti di lଠa poco Sclavi ha perso totalmente il boccino dylaniano PER NON TROVARLO MAI PIU'. Amen. JOHNNY FREAK la considero un punto di mezzo, infatti viene tra il periodo d'oro 1-80, la pausa di riflessione e il ritorno a pieno regime con IL VOLO DELLO STRUZZO. Lo stesso Medda è stato più o meno ispirato, più o meno acido. La Barbato è stata spiegazionista, ispirata, recentemente in riserva. Su JOHNNY FREAK potremmo fare i simposi, perché è una bella storia che tanto ha dato in termini pubblicitari al personaggio ma che è stata sintomatica di un blob buonista che tuttora ci tiene stretti e non ci lascia, con vari autori "scarsi" venuti a scimmiottarci in casa nostra. Grazie al Signore Dio che ci ha dato autori come Barbato e Medda che hanno dimostrato la pochezza e la scaltrezza di autori come Chiaverotti. I love Barbato, I love Medda, I love Sclavi (quello d'annata).

Amen. Il problema non è il ricorso alla retorica, è come la si usa: c'è chi lo fa generalmente bene (Sclavi) e chi lo fa generalmente male (Chiaverotti). La Barbato vi ricorre meno, fortunatamente (è materia difficile da gestire).

Ma è anche difficile non scivolarvici..(si?)

Tornando a Il settimo girone, non c'è niente di retorico in quell'albo, e quello che c'è è ampiamente compensato da un'atmosfera opprimente e da una struttura narrativa che incastona alla perfezione le vicende dei cinque personaggi.

maddai, adesso lasciando stare la retorica (che c'è) io ipotizzo una commissione tout court o comunque una pubblicazione ritardata per quei primissimi numeri post-200 (n°200, De Nardo's Misery, 7° girone, Milford family, La bestia) rispetto alla media di Barbato e Medda delle benemerite cacatine imo

Ciao a tutti!!! Proprio oggi ho ottenuto l'amicizia a Paola B. su FB e le ho mandato un messaggio...ha risposto subito, è stata gentilissima e mi ha anche raccontato un po' dell'aria che tira in Bonelli..

Che caruccia....

qualcuno dica a kramer che dio per ora non abdica.

Mi sembra che Paola stia dimostrando ulteriormente con queste ultime storie, che Dylan non è il suo modello di uomo.