Cravenroad7

In effetti non ha le caratteristiche di inserzione ad minchiam che chiaverotti infondeva nei suoi controfinali, però è stato inserito seguendo la stessa esdigenza di sporcare il lieto fine che spingeva il buon chiaverotti.


Aggiungo un altra cosa che non mi è piaciuta del finale
( e quindi SPOILER)


Trovo disonesto il fatto che Dylan dica alla trelkovski che Bill ha la lancia, mentendo al lettore in funzione del colpo di scena finale. Niente di gravissimo, però avrei preferito che Dylan non rispondesse proprio piuttosto che dicesse una cosa falsa.

precisamente sono suo figlio...

Un albo orrendo. Ho votato il minimo.
Già mi irrita che Dylan prenda spunto da un romanzo mediocre qual è Il codice Da Vinci, ma che si snaturi al punto di esser il protagonista di questa risibile caccia al tesoro, ricca solo di enigmi improbabili davvero è troppo!
I dialoghi sono di basso profilo, gli enigmi inutili, i personaggi mediocri, non salvo davvero nessun aspetto di questi due numeri!
A quanto pare, però, sono in netta minoranza: addirittura il 79% dei votanti gli ha dato la sufficienza o un voto superiore!

Scusate eh, io sarಠscemo, ma non ho ancora capito che c'entra il Codice Da Vinci con la storia del mese.

A prescindere dalla qualità dell'uno e dell'altro, avrei trovato molto più calzante un paragone con Indiana Jones (enigmi da risolvere che sbloccano porte in caso di successo o trappole in caso di fallimento).
Per esempio la scelta del prisma giusto a me ha ricordato la scelta del calice di Cristo in Indiana Jones e l'Ultima Crociata.
In questa storia c'è pure il manufatto sacro/magico da recuperare, da sempre una figura centrale nella saga di Indy che, vorrei ricordarlo, è nata 25 anni prima del romanzo di Dan Brown.

Che diavolo c'entra il Codice Da Vinci!?

sono un genio del male...ho comprato il 290 avendo saltato il 289 -.-

@raven
la struttura a caccia del tesoro, con ogni enigma che porta all'indizio per l'enigma successivo fa decisamente pensare a Dan Brown

La struttura della Caccia al Tesoro dipanata a colpi di enigmi è vecchia di decenni.
Non è certo stata inventata da Indiana Jones, che tra l'altro non ha propriamente "inventato" nulla. Nè ha mai avuto la pretesa di farlo: Indy si rifà deliberatamente alle vecchie avventure pulp puntando a ricrearne lo spirito rutilante e disimpegnato.

Nemmeno Dan Brown ha inventato nulla. Ha riutilizzato la vecchissima architettura svecchiando solo un po' il materiale di costruzione.

Ciò comunque conferma quel che aveva detto Raven qualche post fa: questa è una storia rigorosamente "di formula". Segue una ricetta collaudatissima che permette di offrire senza troppi sforzi al lettore un po' di divertimento disimpegnato. Basta che lo sceneggiatore sia un professionista sufficientemente abile, non sono necessari colpi di genio.

E' un po' come la storia del sosia-malvagio-del-protagonista. O della macchina del tempo coi suoi paradossi. Si tratta di argomenti (benchè vecchi come il cucco) che "di per sè" sono avvincenti a sufficienza da cavarne una storia leggibile, anche se l'ispirazione latita.

A me questa doppia storia è piaciuta molto. Il secondo numero si è dimostrato all'altezza del precedente. Magari gli albi mensili di Dylan Dog si mantenessero sempre a questi livelli!

Complimenti soprattutto a Bigliardo che è migliorato tantissimo e ora i suoi disegni possono competere con quelli di qualsiasi disegnatore di Dylan Dog

la prima parte mi aveva profondamente delusa e annoiata al punto da saltare le pagine a manciate, soprattutto quelle in versione wikipedia con dei wall of text da far tentennare la mia storica insonnia.
la seconda parte, udite udite, mi è piaciuta, soprattutto grazie ai disegni magnifici e alla sorprendente simpatia che dylan mi ispira da ben due numeri (uno è lo speciale con bird).
di solito lo prenderei a mazzate al primo piagnucolio retoric-ambientalist-animalist, ma siccome qui non ce n'è traccia mi godo serenamente il mio albetto, senza irritarmi più di tanto.

SPOILERUN
sgrano lo stesso gli occhi quando emerge la seconda lancia, sconvolta dall'impudenza di una simile trovata
il sotterfugio mi delude, almeno quanto lo scoprire che di tutti gli indovinelli io non avrei avuto nè la voglia, nè forse la capacità di risolverne UNO, e sarei morta trafitta da millemila dardi
ecco, la lancia mi delude, non è una trovata ma una fregatura, un incipit per creare suspance (la lancia in mano ai pazzi demoniaci) un stupidaggine per cavare d'impaccio dylan e l'amico.
per quale motivo mettere una seconda lancia? allora mettine 45 già  che ci sei, così sei ben ben ben sicuro fino alla consunzione dei tempi che non cadrà in mani sbagliate.

Bel racconto, non c'è che dire, entusiasmante.

La storia scorre via che è un piacere (mi riferisco a tutte due insieme).

Il finale è telecomandato su una scelta che a primo impatto sembrerebbe forzata, ma in un albo permeato da enigmi, mistero e soprattutto magia (vedi la presenza del mago-nano) le coincidenze tendono a stare a zero.

Contento!

un bel numero, non all'altezza del precedente, cmq un 7 netto glielo concedo, ingegnosa la soluzione della bilanci....^_^....

Leggendo i vari giudizi la maggior parte di voi ha massacrato questa storia, che invece a me è piaciuta assai ( ed ancor più la prima parte ) trascinato dai disegni Straordinari di un Bigliardo in stato di grazia.

Devo dire che nonostante la sceneggiatura peschi a piene mani da una serie imprecisata di fonti letterarie e cinematografiche ( le maggiori le avete già citate più volte ) non ho trovato per niente fastidiosa la cosa...anzi mi è piaciuto l'esperimento di portare Dylan un'pò fuori dai suoi canoni abituali...ed anche il plot e lo svolgimento della trama, che simpaticamente qualcuno ha riscontrato essere una via di mezzo tra un'avventura del Prof Layton e del buon vecchio zio Martin Mistere, mi è sembrata scorrevole e divertente.

Mi è piaciuto poi il ritorno del personaggio di Bill, che avevo già apprezzato a suo tempo alla prima apparizione, per quanto quella storia non fosse poi niente di speciale.

Il finale, per quanto imprevedibile ed irrazionale, mi è sembrato un omaggio ai vecchi film horror di serie Z, che spesso cercavano un finale aperto per colpire lo spettatore talmente improbabile e raffazzonato da risultare azzeccato e divertente...ed è proprio il caso del finale in questione.

Voto con ritardo per la insufficienza. Ho votato la prima parte della storia optando per la mediocrità, mentre giudicando la storia completa mi vedo a malincuore costretto a dare questo voto non tanto per la piacevolezza e la scorrevolezza ma per il fatto che la storia nel complesso è del tutto inadatta al nostro Dylan, che ricordiamo essere un fumetto horror non è Conad il barbaro con lance magiche e demoni delle montagne, non è Robert Langdon di Angeli e Demoni ma è Dylan Dog. Votando invece la storia singolarmente, segnalo il finale all'acqua di rose che (ahinoi)

Niente di esaltante, pur avendo qualche buono spunto.
Nonostante sia una storia divisa in due parti, però, la sensazione arrivato alla fine è stata quella di una conclusione/scontro troppo veloce e sbrigativa.
SPOILER

Il finale ha risollevato un pò il quadro generale della storia, che rimane però troppo "avventurosa" e poco "horror".

"L'ered oscuro" chiude una storia doppia interessante. La si legge bene, come deve essere una storia di un fumetto seriale (ornai alla soglia dei 300 albi regolari). Ci sono alcune forzature: Dylan si dimostra spesso più abile nei trabocchetti dell'esperto Bill e il balordo in punto di morte non ha di meglio che spiegare al professore la sorte della moglie. Dylan Dog è il protagonsita però è anche un antieroe, questo De Nardo qui avrebbe forse dovuto ricordarselo. Altrimenti l'aiuto di Bill risulterebbe superfluo. Idem quello della Trelkovski, qui nel semplice ruolo di amica di Winston McCloud.
De Nardo fa un bell'errore a pag. 60 nell'ultima vignetta: il suo Dylan dice a Bill di mettersi SUPINO (a pancia in su), ma nelle vignette successive questi è PRONO (a pancia in giù). Questi errori andrebbero evitati...
Bigliardo è davvero bravo qui, specie nelle scene dei suicidi dei fanatici di Atamaru e nello sguardo del figlio di Moena. I bei disegni hanno migliorato la storia nel suo complesso. Posso ritenermi abbastanza soddisfatto dopo queste quasi 200 pagine. Il finale ci può stare: non l'ho trovato così forzato come colpo di scena.