Cravenroad7

nell'originale viene chiarito più esplicitamente che il paziente è "l'autore di questa e altre storie"

menomale pensavo di averci capito poco o nulla soltanto io....

ok scusatemi non ho letto tutte le pagine e sono sicura che mi beccherò una fila di insulti per questo...ma c'è qualcuno che può dirmi con certezza matematica chi è che c'è dietro quella porta e chi è la tipa a cui danno la colpa?...e se fosse...tipo...che so...il diavolo???sto straparlando?ma che sia la Barbato a me non sembra,non so...non mi convince...troppe cose non mi tornano in questo albo,infatti è tra i peggiori secondo me...non lapidatemiiiiii

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by flary</i>
<br />ok scusatemi non ho letto tutte le pagine e sono sicura che mi beccherò una fila di insulti per questo...ma c'è qualcuno che può dirmi con certezza matematica chi è che c'è dietro quella porta e chi è la tipa a cui danno la colpa?...e se fosse...tipo...che so...il diavolo???sto straparlando?ma che sia la Barbato a me non sembra,non so...non mi convince...troppe cose non mi tornano in questo albo,infatti è tra i peggiori secondo me...non lapidatemiiiiii
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non so...non mi convince...troppe cose non mi tornano in questo albo,infatti è tra i peggiori secondo me...non lapidatemiiiiii
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Sto già recuperando i sassi: piccoli ma spigolosi, così il divertimento dura più a lungo. [}:)]

Cattivone![:D]

Ho letto varie pagine,ma è forse il topic con più pagine per una storia di Dylan??

Comunque...l'ho letto solo una volta,ma vi prego...! Non ho capito chi è il personaggio in fin di vita...è simbolicamente l'autore?

la storia perfetta? metafumettettisticamente BANALE

ergo non è tra le mie preferite in assoluto dell'Autrice.

Cioè, come "metafumettettisticamente BANALE"? Te lo chiedo perché io non sono un gran lettore di fumetti e magari tale operazione è stata già  fatta da altri, però SPOILER il fatto di annientare la distanza tra il creatore e il creato /SPOILER l'ho sempre trovata a una cosa geniale.

questione di punti di vista. Banale non tanto perché fosse stato fatto da altri in passato ma perché alla fine che cos'è? Un omaggio? Una celebrazione? Una recita melodrammatica in cui i ruoli sono stravolti? Un'auto-celebrazione? Boh. Anche il discorso finale "vedo la luce fuori dal tunnel, in quella luce forse troverò altre storie da raccontare". Ok, e quindi? Mi godo la sceneggiatura quasi perfetta ma il genio della Barbato lo ritrovo più in "Il Senza nome", "Il prezzo della morte", "L'ultimo arcano", "Necropolis", "Sciarada", "Lo specchio dell'anima", "Nebbia", "Memorie dal sottosuolo", "Il sonno della ragione". Direi che tanto per restare su Dylan Dog il contatto autore-personaggio c'era già  stato con MORGANA di Sclavi (e soprattutto Stano), DOV'E' FINITO DYLAN DOG? di Ruju e almeno un'altra di Sclavi che adesso non ricordo.

fa simpatia Casertano che si ritrae come una comparsa, può essere stimolante che l'autore "ci metta la faccia" ma oltre quella porta c'è un pugno di mosche.

Certo è sempre una questione di punti vista, e il mio nella fattispecie non si interroga più di tanto su cosa la storia è perché la sua essenza è doppiabile, triplicabile, ecc. come gli specchi della copertina, piuttosto cerca di capire cosa non è: e Oltre quella porta non è una brutta storia, anzi, è una grande Storia poiché a differenza degli albi da te citati pone la mente del racconto all'interno del proprio discorso attraverso una narrazione in prima persona che risucchia l'autrice nel mondo di dyd, donando un angolo di visuale a noi lettori che mai avevamo immaginato. Gli occhi della Barbato diventano i nostri, in un coinvolgimento intrinseco alla sfera dylaniata (Lei sul lettino) ma anche estrinseco (anche Noi su quel lettino) che travalica le pagine del fumetto.
Le cose che per me non vanno rientrano in una certa ostentazione dei sentimenti, a volte forzata nel voler creare un legame quasi famigliare tra i protagonisti tipico della Barbato di quel tempo, ma è cosa su cui si può passare oltre. Per il sottoscritto, un Capolavoro.

TOP 100, POSIZIONE 96

Un ottimo esercizio di stile firmato Paola Barbato. Un insieme di situazioni oniriche, irreali, in una storia che di certo non è fatta per essere compresa così immediatamente. Sinceramente non ho capito il messaggio che manda Paola, chi sta davvero Oltre quella porta? Non si è capito. Questo finale filosofico io non l'ho capito, ma non credo nemmeno che vada spiegato.
Ha un fascino tutto suo. Piccatto si stava perdendo, però in quelle tavole sfumate si faceva apprezzare.
Sarebbe stato un ottimo numero commemorativo.

Concordo, questo numero doveva essere la degna conclusione di Dylan Dog...

La storia è ovviamente strana, ma è scritta incredibilmente bene, la sceneggiatura personalmente la trovo al limite della perfezione...non trovo una sequenza fatta male...

Chi c'è oltre quella porta? Probabilmente Paola, ma non è detto...all'inizio avevo pensato Sclavi, non è comunque così fondamentale..

Pagina finale che mi ha portato alla mente Memorie dall'Invisibile, anche se i due albi sono diametralmente opposti...

Piccatto era ancora ottimo qui...in fase calante, ma ancora ottimo...

Voto 8

Secondo me Oltre quella porta è una delle storie più rilevanti dell'intera serie, per diversi motivi. Uno secondo me è l'atipicità, non solo l'atipicità della storia che puo' essere vista come una grossa celebrazione del personaggio, una dichiarazione d'amore della Barbato, ma proprio per come è stata presentata. Il numero 228, un numero anonimo, in cui poteva benissimo esserci qualunque altra storia, un giallo soprannaturale di De Nardo, qualcosa di Ruju, la grande penna di Medda, o qualche boiata di come se ne sono viste tante in questi ultimi anni. Invece questo numero 228, perso così nella marea degli altri albi, memorabili e non, scritti bene o con i piedi, brilla come se fosse l'ultimo numero della serie, o come minimo un numero tondo da celebrare. Ed è proprio questo che lo rende ancora più potente.

Quando lo lessi all'epoca fu come un cazzotto dritto e inaspettato nello stomaco. Non solo emoziona, coinvolge, e colpisce come poche storie, ma alla fine lascia un senso di tristezza e di vuoto che è merce rara. Come se davvero fosse l'ultimo albo di Dylan, una sorta di grande arrivederci. Proprio per questo io personalmente dietro quella porta non potevo non vederci Sclavi (nonostante sia la Barbato, non ci piove).

In attesa di arrivarci con la rilettura (ci vorranno eoni temo) per un'opinione meglio articolata, quoto in toto il pensiero di Ezekiel.
A me ha fatto lo stesso effetto. Degli ultimi 100 numeri della serie regolare sono stati solo 2 gli albi a sorprendermi davvero e a rispolverare sensazioni che da lettore di DD non provavo da anni: uno è questo, l'altro è Mater Morbi.