Le mie 100 storie preferite di Dylan Dog : posizione
n°54 La legge della giungla, mensile n°198, marzo 2003
Homo homini lupus, mensile n°199, aprile 2003
Testi di Michele Medda
Disegni di Giovanni Freghieri
Non avete personalità? Vi sentite degli zero al cubo? In tram vi pestano i piedi senza chiedervi scusa? E' il momento di dire basta, di ribellarsi, di afferrare le redini della propria esistenza! Il professor Emerick Boyle ha scoperto un rimedio in grado di trasformare un Signor Nessuno in un Mister Qualcuno: con la Disempatia, chiunque può liberare la propria aggressività ed Emerick Boyle sa trovare la chiave giusta. Ma c'è un piccolo problema: alcuni seguaci della Disempatia hanno forse tirato fuori troppa grinta, perciò, all'Indagatore dell'Incubo non rimane che frequentare il corso di Boyle per scoprire che cosa può accadere quando un uomo decide di seguire la Legge della Giungla.Una delle migliori meddiane e la migliore tra le doppie almeno per testi. Per quanto Freghieri non mi abbia mai entusiasmato il suo accomodamento ultradecennale rivaluta non solo i Montanari & Grassani delle classiche doppie sclaviane ma pure quelli dei maxi! Sopportabile in una storia talmente appassionante. Il trio Plauto, Mazua e Boyle si diverte a guastare le feste comandate come in tante altre tri-tragicommedie meddiane (in particolare
Vittime designate n°236) ma è l'esperienza di Dylan a riconfermare la perfetta interpretazione data dall'autore sardo dei personaggi e del loro mondo, delle familiarità noir e dei valori aggiunti (memorabile Birskin
non sa di aver ucciso ma sa che l'avrebbe fatto volentieri, il giallo non convenzionale, lo studio socio-psico-mediatico). Predisposizione al cinematografico (Medda è quello che più si presterebbe, con i suoi muti magistrali), staticità contemporanea della Londra amazzonica e protagonismo fintamente dinamico vedi Dylan rigenerato dall'autosoffocamento, maestro di sci in una slavina anti-
politically correct: il barbone pestato, la vecchietta investita, il quasi-strupro, il duello con Boyle e la citazione di Totò da
Diritto e rovescio Ken Parker n°36.