durante la documentazione per la top100 mi è capitato tra le mani
Il Male, evidentemente col ricordo alle letture più remote avevo l'intenzione di trovargli un posto. Dio mio! Che obbrobrio. Guadagna decisamente un posto sì ma nelle 10 peggiori del Tizianone. Nella classifica che avevo precedentemente redatto >
viewtopic.php?f=12&t=2236&start=195 grazio
Ananga! e inserisco
Il Male. Agli atti.
10.
Gente che scompare disegni di Coppola, n°59: insignificante; Sclavi introduce Safarà e Hamlin e vi grattuggia intorno il minimo sindacale d'atmosfera. L'unica trovata degna è il doppio Dylan ma tecnicamente è un meccanismo che addiziona verbosità alla verbosità già presente, la teoria assorbe la narrazione; stancante il carosello delle sparizioni e scopiazzata la "totalnebbia", Londra2 poco sfruttata (considerando a posteriori il buon lavoro fatto in "Zed" n°84 per esempio).
9.
Il Male disegni di Brindisi, n°51: non basta una delle più corpose doti di splatter a fare un buon albo tantomeno l'ingenua corsa ai millesimi contro il classico virus. Poi se questo abbraccia monologhi ecologisti la frittata è servita su di un vassoio di pomodori e gelatina. La spia americana è tra i più inconsistenti personaggi che si ricordi.
8.
Il lago nel cielo disegni di Brindisi, n°151: il soggetto è dei fratelli Neri e si vede, si vede che dov'è c'è famiglia c'è casa e c'è Barilla, sostanzialmente siamo su quelle linee d'onda, scenicamente l'idea è potente (l'acqua come tramite spirituale, l'anfiteatro sottomarino) ma su carta si risolve in una monocolore psicanalisi dell'ingrata donna in carriera (Dylan fa il confessore) e in un generico pistolotto sull'incomunicabilità cosmica che ci affligerebbe tutti come mufloni.
7.
Cattivi pensieri disegni di Cossu, n°138: in una parola, irritante. Anche qui il prologo inganna richiamando a un altro gioiello del passato ("Dopo mezzanotte") ma le intenzioni vengono a galla clamorosamente; "collettività =forza costituita=cacca xenofoba" di contro "Dylan=precettore di giovane avvocatessa sopra le righe che sceglie di difendere il negro", ah e il "negro" è preso da "Il miglio verde" con un gusto pseudo-fantasy che ricorda certi miseri tentativi rujani. La storia si consuma tutta qui.
6.
Il marchio rosso disegni di Coppola, n°52: il personaggio del barbone incastrato in un crimine medio-alto borghese tradisce tutta la convenzionalità della vicenda, già di per sè scemotta, pretestuosa (vedi scena del processo); per non parlare di un'intera classe sociale travolta da scandali impuniti, donna realizzata=escort, e sullo sfondo naturalmente la bontà estrema dei freaks, dei diseredati; per fortuna che a quei tempi c'era lo splatter.
5.
Il gigante disegni di Casertano, n°156: inconsistente sequel di "La quinta stagione" n°117 che a sua volta era il sequel riuscito dell'immenso "Golconda" n°41; di per sè non è malaccio, cela qualche sorpresa visiva e il cantastorie dà al prologo un'atmosfera burtoniana ma nei testi confluiscono due filoni del peggior Sclavi, l'eccessiva retorica che rende nullo il contenuto e la sguaiata vena fantasy con gnomi, fatine e nani da giardino che cazzeggiano in ogni vignetta.
4.
L'assassino è tra noi disegni di Stano, n°243: la prima storia di una serie in cui non compare il Protagonista, o meglio compare il suo riflesso nella multipla personalità dello schizzoide di turno, da Guinness; peccato che da Guinness vi sia anche lo scopiazzamento di sana pianta da "Identità " di Mangold e la accennata sciatteria narrativa che ricorda da vicino certe prodezze chiaverottiane (vedi i muppets orrorifici o i dialoghi); la storia meno sclaviana di sempre.
3.
Marty disegni di Casertano, n°244: c'è ancora lo zampino della consorte in una delle più sopravvalutate storie a fumetti, è un ritorno nostalgico alla formula di "Johnny Freak" svuotandone totalmente i pregi crudi (spietatezza pur nel buonismo di fondo) e i pregi tecnici (pathos) in cambio di un vegetativo Dylan baby sitter o dog sitter (sì, perché c'è anche quello stronzone di Botolo) e dell'infantile parallelo splatter, una critica asociale che ormai si rivela sciatta e scontata.
2.
Il ritorno di Killex disegni di Roi, n°129: che peccato! Io amo il Killex originale n°80, io amo il prologo di questo atteso ritorno, tra i più folgoranti e i meglio disegnati dell'intera testata (il ritrovamento di una fossa comune in piena Londra); che peccato assistere a un inequivocabile crollo di idee che culmina con la mummia inerte del fu scienziato sanguinario e soprattutto con il cameo degli immigrati prigionieri nelle fogne di fantomatici produttori snuff (ma che c'azzeccava con Killex? boh)
1.
La storia di Dylan Dog disegni di Stano, n°100: spiazzante trovata pubblicitaria ma svuotata nei valori narrativi e contenutistici; Xabaras, Morgana e financo la personificazione della "metà buona" paterna investono di luce abbagliante il nostro sensuale intuito e sradicano come un pero secco la magia subliminale, il destino di Dylan giocato ai dadi e in una sparatoria su una bagnarola, accanto a un insopportabile folletto, un rospo gigante & la scoperta dell'acqua colorata.