Ieri sera ho visto
Nodo alla gola di Hitchcock. Nella prima sequenza del film due giovani strangolano un loro amico e nascondono il suo cadavere. I due assassini, parlando fra di loro, lasciano intuire che l'omicidio non era stato premeditato, ma è scaturito dalla degenerazione di un banale litigio. Stando così le cose, mi è subito venuto un dubbio (dubbio che sarebbe rimasto tale anche dopo i titoli di coda): come mai, già durante lo strangolamento, i due ragazzi avevano i guanti?
Non potevo credere che un Maestro come Hitchcock fosse caduto in un errore così vistoso.
Tornato a casa, ho consultato Wikipedia e ho risolto il mistero: nel doppiaggio italiano era stato stravolto il dialogo in lingua originale, dal quale emergeva chiaramente che l'omicidio era stato premeditato e aveva come movente il puro gusto di commettere un delitto perfetto.
SPOILER
La Barbato non è Hitchcock, ovvio, però l'ho sempre considerata una scrittrice talentuosa e meticolosa. Ecco perché, di fronte alla lista di incongruenze stilata da
Jones, mi sono chiesto se anche la nostra Paola sia stata vittima di qualche "doppiatore italiano".
Alcune delle incongruenze della lista sono perdonabili (purtroppo negli ultimi Dylan abbiamo visto di peggio), ma altre sono talmente evidenti da non poter essere qualificate come semplici sviste (una su tutte: un'ambientalista tanto estremista ed invasata da arrivare ad uccidere i cacciatori, come può, di fronte a stormi di uccelli carbonizzati, parlare ironicamente di barbecue?).
Come è possibile? Le mie ipotesi sono queste (dalla meno alla più probabile):
1) la Barbato non è partita da un soggetto ben definito, piuttosto ha scritto la storia di getto, inventando sul momento i vari colpi di scena; a lavoro terminato, non ha riletto neppure una volta la propria opera (!);
2) la storia era stata scritta, riletta e ultimata, ma è stata rimaneggiata in un momento successivo, forse perché si è deciso all'ultimo momento di dirottarla su un albo di 160 pagine, oppure perché in sede di supervisione sono state proposte delle modifiche;
3) l'autrice è così maldestra che, pur di depistare il lettore per poi sorprenderlo nel finale, inserisce nella storia elementi (battute, situazioni, ecc.) efficaci nel punto in cui vengono collocati, ma ingiustificabili a posteriori, una volta che la lettura è terminata.
Incongruenze a parte, il motivo principale per cui non ho apprezzato
Il santuario lo ha individuato
vace in un passaggio bellissimo che cito alla lettera:
vace ha scritto:
ma perché, se nell'ultima pagina del n.109 si chiude con un Birdy che spicca il volo verso l'isola (che alla fine dei conti rappresentava la classica chimera, un sogno, un'utopia, un ideale, un luogo irraggiungibile, un castello in aria, una specie di Isolachenonc'è ma che poi - FORSE - c'è), qui c'è Birdy che vola DAVVERO con le ali finte qui e là per l'isola? (...)
Come se domani a uno venisse in mente di spiegare perché Mastroianni in 8 1/2 volava veramente sopra le altre macchine e ci facesse un film sopra. Cioè scusatemi ma siamo ben OLTRE l'assurdo. E' il tentativo dichiarato di disfacimento e dissoluzione di ciò che è arte e poesia.
Il discorso è sempre lo stesso: Dylan Dog è un fumetto surreale, non fantasy. Ne
Il volo dello struzzo si rifletteva sulla cruda realtà (uxoricidii, pazzi usciti dal manicomio che sognano di volare) analizzandola per mezzo di situazioni volutamente incredibili e oniriche (il fantasma di una ragazza, il libro di Birdy che sembra scriversi da solo) che lo stesso Dylan non sapeva se fossero o meno il frutto della propria immaginazione.
Il santuario, invece, è una banalissima storia fantasy, nella quale il confine tra realtà e sogno è tagliato con l'accetta e il lettore è chiamato a credere a una caterva di stramberie inverosimili.
Se a quanto detto si aggiungono dei personaggi caratterizzati tanto male da sembrare schizofrenici, un'ovvia morale della favola (guai a chi vuol rovinare col cemento le bellezze della natura!) e la totale mancanza dell'horror, non resta che dimenticare in fretta
Il santuario e augurarsi che la Barbato dedichi più attenzione al povero Dylan.
V.M. (vietato ai minori)