La degenza di Dylan a Mondo Perfetto non ha lo stesso pathos che nei capolavori. Secondo me Sclavi tocca l'apice, torna a toccarlo dovremmo dire, nel momento della fuga (Dylan sul baratro) e in quello delle bolle di sapone. Il finale, prima con l'ascensione di Joy e poi con il barbone, vien da sè. Quasi scontato, ma perfetto nel senso di inevitabile. Di per sè un'idea di fondo nelle migliori intenzioni (storia di fantasmi vecchia maniera sclaviana), qualche genialata da annali (l'orologio alle tre, non so spiegare ma questa scelta narrativa mi trasmette angoscia esistenziale) e qualche furbizia (Dylan intrappolato nel Truman Show... ma aspetta, la storia parla di tutt'altro! Furbo.). Ma per carità ! Ogni confronto con i capolavori passati è perso in partenza (qui si celebra Dylan, là lo si plasmava) ma lo sforzo di rinverdire i fasti che furono in un periodo come quello è da elogiare, e non fosse altro per la dichiarazione di idoneità da parte della Barbato e per la sceneggiatura minimalista. Roi dopo un certo periodo (diciamo intorno al 140/150) non è stato più il Roi dei capolavori. Qui è sicuramente al di sopra della sua altalenante media del periodo, complice la storia che è fatta apposta per lui. Però nelle scene di "salotto" dimostra i difetti della sua decadenza artistica (vignette tirate via?). Voto complessivo 7,5
Ultima modifica di Kramer76 il dom nov 28, 2010 12:16 pm, modificato 1 volta in totale.
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