<BLOCKQUOTE id=quote><font size=1 face="Verdana, Arial, Helvetica" id=quote>quote:<hr height=1 noshade id=quote>
Mi dispiaccio di non essermi accorto prima di questo thread, molto interessante e profondo. Per quanto riguarda lo stato attuale di Dylan mi trovo d'accordo con Triss (in realtà mi trovo d'accordo praticamente su tutto con Triss): il Dylan di oggi è Paola Barbato, lei ha una cosa che gli altri non hanno, che è la capacità di far suo il personaggio, di poterlo "usare" come veicolo per le proprie emozioni, urgenze artistiche. Quando si parla di dare un senso di continuità al personaggio, è questo che importa: non sono tanto le riapparizioni della Trelkowski o di Wells, ma la capacità di creare un personaggio che sia coerente da un numero all'altro, di conferirgli una psicologia che lo renda credibile. La Barbato riesce in questo perchè riflette in Dylan se stessa, e quindi causa indiretta il DD mantiene una certa continuità concettuale che dà un maggior respiro alla serie. Questo manca negli altri autori, almeno in parte. Di Faraci, capisco il tentativo descritto da Galvez di decostruzione-ricostruzione del personaggio, ma mi sembra manchi la seconda parte! O meglio, egli non riesce a dare continuità alla seconda parte, perchè il Dylan "ricostruito" in "Resurrezione" è diverso da quello in "Piovuto dal cielo", ancora diverso in "Un mondo sconosciuto" (qui proprio evidente quanto ci si possa scottare a voler giocare con gli stereotipi). Quel che intendo dire è che non conta tanto il far proprio il personaggio dal punto di vista emozionale, viscerale, quanto il riuscire a dargli una certa coerenza di movimenti, di modi di agire, di approcci agli eventi. E con questo mi riallaccio a Ruju: secondo me lui ha proprio questo modo di trattare DD; come è stato detto spesso in questo forum ha del mestierante, non mette in Dylan se stesso, ma trovo che riesca a dare una certa coerenza al tutto. Il suo problema è che scrive più di quanto dovrebbe, e questo lo porta appunto a creare storie banali ma che non sono brutte proprio per la sua capacità di trattare il linguaggio del fumetto.
Facendo un discorso più in generale, cosa sarebbe se tutti i disegnatori trovassero una via personale nel modo di intendere Dylan Dog, magari contrastante tra loro? Secondo me i vertici Bonelli dovrebbero capire che in questo modo non si va da nessuna parte, sembra di vedere l'esperimento di Torricelli, solo con molti più cavalli. E proprio perchè è evidente la superiorità della Barbato sugli altri, sarebbe giusto dare a lei le redini del comando (chiedo venia per queste metafore ippiche).
Mi scuso per eventuali errori&ripetizioni, ma non ho voglia di rileggere. Spero di non essere stato troppo banale e noioso.
"Io non guardo il tramonto sentendo le voci, penso solo che dio ha un bell'impianto luci..." (Afterhours)
<hr height=1 noshade id=quote></BLOCKQUOTE id=quote></font id=quote><font face="Verdana, Arial, Helvetica" size=2 id=quote>
Saluto prima Galvez. Buone vacanze!
E ora rispondo a te Scisma. Ma avrei ben poco da dire se sei d'accordo con quanto ho riferito puntualmente nei miei post.
Ritengo, appunto, che la mia analisi, non perché sia mia, venga da un chiedersi dei perché. Questi perché trovano delle risposte univoche, talvolta equivoche. Ma, riguardo alla linea editoriale, su dài, è miopia non accorgersi che Tito Faraci è steretipato nel creare Dylan. E Ruju sobbarcato da un lavoro che è un onere, non un onore, come mi sono espresso nel topic che lo riguarda. Per questo Ruju spesso si appiattisce e non sa più che dire. Lo si percepisce. Ma in genere la sua vena artistica è soltanto coerenza. Mentre la Barbato è approfondimento ed impatto emotivo in sintonia con un Dylan che non tradisce l'originale, pur apportando modifiche. Ora ciò che conta è lo stile degli autori, non questa storia o quella. Con questa politica la Bonelli si sta rovinando. DD non è più il fenomeno di un tempo, ma questo era prevedibile che succedesse. Però non va neppure abbandonato alla piattezza come fanno troppi autori che sono distonici col personaggio.
Scisma, il tuo discorso non è affatto banale. Hai detto la tua. Abbiamo affrontato molte tematiche e questa era quella più calda, degli ultimi giorni. Se sei tra le fila di coloro che si auspicano una presa di coscienza da parte della redazione dei veri talenti e dei vari autori, sei davvero mio compagno d'opinioni.
E se sei d'accordo non può che farmi piacere.
Ciao
Edited by - triss on 08/13/2004 22:59:21
|