Di Poe è la tendenza a rigirarsi sui discorsi,rendendo i racconti diificili da leggere,quasi indigeribili,come tutte le cose precedenti al '900,che per fortuna arrivò,un bel giorno,a scrollarci da cavallucci impazziti,vampiri nobili che non spaventano nessuno,creature da laboratorio pressochè fantozziane.
Di Lovecraft è a tratti la ripetitività delle situazioni,infarcite però sempre da un grande senso del fantastico,che Poe non avrebbe avuto nemmeno se fosse rinato decine di volte in un giorno....
E' un pò come pretendere da Argento un puro film horror:lui non potrebbe farlo mai,perché non ne possiede le suggestioni nè l'abilità nel farlo.Inferno è una piccola grande eccezione,in mezzo a decine di film con assassini coi guanti neri.
Giusto perché lo sappiate: mi sono quasi addormentato nel vedere Profondo rosso (no,tre miseri omicidi in un film di due ore,nooo
).
Al contrario,non mi è affatto dispiaciuto La terza madre.
Fulci,con il suo inimitabile stile di Autore,ha lasciato un impront indelebile sul cinema di paura,emozionando e scioccando i suoi spettatori.
Diceva di amare Poe più di Lovecraft,ma i suoi tre film più belli sono ricchissimi di atmosfere care a Lovecraft.
trattasi di Paura nella città dei morti viventi (ambientato in buona parte a Dunwich,che almeno Nya dovrebbe conoscere),L'aldilà e Quella villa accanto al cimitero.
Splatter e paura che non si ripeteranno più nel cinema horror,almeno in Italia.