Ciao, Rimatt! Beh, dato alla fantascienza...non direi, diciamo che questo bel volume Urania l'ho scorto tra mille altri alla stazione Termini, un giorno di 4 o 5 mesi fa ed ho deciso di prenderlo. Avevo bisogno di un libro da leggere per un viaggio in treno. Beh, cominciamo col dire che non ho molte altre pietre di paragone fantascientifiche, quindi il mio giudizio prendetelo con le dovute cautele. E' una lettura dal ritmo lento, pacato che non cerca effettacci o di stupire il lettore ad ogni costo. Tutto il fascino del volume è dato dal mondo interiore dei personaggi, dal loro stupore agli albori di una nuova era -postatomica- dove c'è tutto da ricostruire, passando per l'arroganza di neo-uomini di scienza, una scienza ricostruita da capo anche grazie, e paradossalmente, alla Chiesa, finendo per approdare ai dissidi interiori, tipicamente etici, dell'uomo odierno. L'azione non la fa da padrone, certo, il libro è un continuo interrogarsi su meriti e delitti di una nuova Chiesa, sul suo ipotetico ruolo di custode della memoria, e sui suoi uomini, a volte sprovveduti, altre volte dotti, persi in deserti e lande, fiaccati da lenti, lunghi, viaggi interminabili, attraverso le ere sempre sotto l'occhio scrutatore di poiane ed avvoltoi... Cicli della Storia, avventi di tenebre e resurrezione. Affascinante, ma anche sfiancante in certi momenti :p
_________________ Charades, pop skill water hyacinth, named by a poet Imitations of life
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