Albo non convincente, purtroppo.
Ho la triste sensazione che il
Color Fest si sia ormai "assestato" su una formula precisa che a me, personalmente, non piace per nulla.
QUESTA formula : fornire pretesti a bravi disegnatori perché facciano gli sboroni e sfoggino le loro qualità , assegnando il gradino più basso alle storie vere e proprie.
Insomma, l'equivalente di una masturbazione (badate: uso il termine come pura e semplice metafora, senza alcun intento offensivo). Piacevole finché si vuole, ma alla resa dei conti ben poco "feconda".
E non mi si venga a dire che con sole 30 pagine a disposizione è impossibile scrivere storie davvero buone e incisive!
Si può eccome! Sostanzialmente ci sono due possibii strade : una trama che costruisca suspense in funzione del colpo di scena finale (tipo un episodio di
Ai confini della realtà ) oppure uno sfogo di pura surrealtà e invenzioni visive/narrative inedite, che tuttavia abbia una coerenza interna e una ragion d'essere (tipo certi fumettini fulminanti degli
Umanoidi Associati).
Quest'albo non fa né l'uno nè l'altro.
seguono
S
P
O
I
L
E
R
Il grido mutoTerminata la lettura , ho dovuto rileggere i credits per assicurarmi che lo sceneggiatore non fosse Ruju!
Questa storia è rujana al massimo, ovviamente NON in senso positivo : prevedibile come la Morte e le Tasse e con un pedante messaggio ecologista visto e stravisto.
Già dopo poche vignette si intuisce che la tipa è uno spirito legato alla terra. L'unico a non capirlo è quello stordito di Dylan (cosa aspetta a cambiare mestiere?!). Lo sviluppo narrativo è di una prevedibilità così assoluta che già sbadigliavo dopo 5 pagine. Un record!
E Dylan che spacca il naso a cazzotti a un poveraccio di operaio che faceva solo il proprio mestere - e poi neanche chiede scusa! - non mi è piaciuto per niente!
Lacrima di stellaQuesta storia poteva rientrare nella categoria dello sfogo di invenzioni visive inedite.
Non lo fa.
Caluri sceglie le soluzioni più ovvie, sia per quanto riguarda i freak che per l'ambientazione medievale.
Tutto più scontato di una maglietta in saldo...
E poi diciamolo, le storie dove Dylan si limita a fare la comparsa non funzionano mai, a meno che non siano incentrate su personaggi forti. Non è questo il caso.
Cattiva sorteQuesta storia mi ha fatto venire in mente certi tristissimi thriller ibridati col paranormale, dove il detective ha "poteri speciali" che gli permettono di individuare il colpevole senza indagine (e soprattutto senza che lo sceneggiatore debba sbattersi a costruire una trama degna di questo nome...).
L'elemento paranormale inserito nel contesto noir/realistico (tipico di Cajelli, di solito molto più bravo) si incastra male e si risolve in una rodomontata a chi la spara più grossa. Massaggiatrici che trasferiscono sfortuna... Meteoriti che cadono nel punto giusto... In una storia comica da Humor Fest poteva andare, ma qui, dove l'autore si preoccupa di mantenere una certa verosimiglianza e una certa serietà , non funziona.
L'uomo che non c'èLa migliore delle quattro, il che non significa poi molto.
Mi è parso una specie di remake de
L'altro, ma senza il senso di novità che l'originale possedeva.
Comunque bisogna ammettere che questa sceneggiatura è qualcosa di più di un tappetino da stendere sotto i piedi del disegnatore di turno.
Visto l'andazzo, credo proprio che questo sarà l'ultimo Color fest che comprerò.
Ormai sto diventando troppo vecchio per apprezzare le masturbate. Abbiate pazienza di un poveraccio sulla soglia dell'andropausa...