Cravenroad7

Forum dylaniato
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MessaggioInviato: mer gen 13, 2010 3:49 pm 
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Iscritto il: mar mag 05, 2009 12:37 pm
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Ragazzi Tristan ha perfettamente ragione.
In una intervista del 2004 Sclavi racconta un po' come è nato Dylan Dog (discussioni con l'editore riguardo il personaggio principale, lo schema che ogni numero doveva seguire-cliente donna- battute di Groucho-aiuto di Bloch etc) ma la cosa più sorprendente per Sclavi è che numeri come Morgana o Storia di Nessuno (che lui definisce storie pazzesche, alla Joyce, quindi quanto di più lontano da un fumetto commerciale) hanno contribuito a livello "economico" all'enorme successo di Dylan Dog.
Dylan Dog non è mai stato un fumetto semplicemente horror, anzi, la sua peculiarità era proprio quella di non avere nessun genere perchè ERA tutti i generi.
Quindi è inutile che si fanno discorsi come "Dylan Dog per venedere deve fare un determinato tipo di storie che possono essere racchiuse all'interno di un genere" (come accade in tutti i fumetti commerciali e per commerciali non intendo "brutti"[;)]) perchè all'inizio la sua forza era proprio quella di essere un fumetto commerciale "d'autore", di stravolgere gli schemi, di andare oltre la vignetta.
Con questo non dico che oggi Dylan Dog fa schifo, anzi, alcuni degli ultimi numeri (non proprio ultimissimi eh) per me sono dei veri e propri capolavori, ma non hanno nulla a che fare con lo spirito originale di Sclavi. Quindi dopo il numero 100 sì,ci sono storie meravigliose e aggiungo che a me personalmente, ad esempio, è piaciuta molto di più Il seme della follia piuttosto che Storia di Nessuno ma Il seme della follia non è Dylan Dog! [:p]


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MessaggioInviato: mer gen 13, 2010 4:03 pm 
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Iscritto il: lun lug 07, 2003 6:56 pm
Messaggi: 6731
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by pigna</i>

Con questo non dico che oggi Dylan Dog fa schifo, anzi, alcuni degli ultimi numeri (non proprio ultimissimi eh) per me sono dei veri e propri capolavori, ma non hanno nulla a che fare con lo spirito originale di Sclavi.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

e quindi? la domanda è "vale la pena leggere DyD?", non "dylan dog è uguale a quello del 1986?"... se come dici tu ci sono ancora bellissime storie, allora io dico che ne vale certamente la pena... tutto qua [:)]


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MessaggioInviato: mer gen 13, 2010 7:52 pm 
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Iscritto il: mer ago 29, 2007 8:43 am
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dr. Hicks</i>
<br />e quindi? la domanda è "vale la pena leggere DyD?", non "dylan dog è uguale a quello del 1986?"... se come dici tu ci sono ancora bellissime storie, allora io dico che ne vale certamente la pena... tutto qua [:)]
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">Si ma le "bellissime" storie che leggi oggi non hanno piu' come protagonosta Dylan Dog bensi' un suo surrogato...un semplice manichino privato dell'anima del suo creatore! Possibile che questo non importi a nessuno?! ( [:o)] = "no, a Nessuno importerebbe"). Secondo me e' un punto fondamentale! Era la spontaneita' dei personaggi, la loro "credibilita'" uno dei segreti del successo di Dylan Dog. Un risultato che nasceva appunto dall'interazione tra autore-creatore (Sclavi) e disegnatore (Stano, Casertano, Roi ect..) e che mirava a raccontare storie veramente avvincenti, esposte con un linguaggio "giovane". Sclavi era riuscito a creare un mondo tutto SUO ove , al gusto per le scene "FORTI" (scomparse anche queste...), aveva saputo abbinare tematiche PERSONALI (la forte despressione e i problemi di alcolismo in primis) di una certa profondita'. Oggi cosa e' rimasto di tutto questo se non uno sterile guscio vuoto?! Perfino il protagonista non e' stato risparmiato dalla ventata di censura operata al fumetto! [xx(][:(!]


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MessaggioInviato: mer gen 13, 2010 8:04 pm 
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Iscritto il: lun mag 05, 2008 12:36 am
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Località: Bastia U. (PG)
Concordo in tutto Tristan


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MessaggioInviato: gio gen 14, 2010 1:32 am 
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Iscritto il: lun ago 04, 2008 10:09 am
Messaggi: 5678
Località: Palermo in via dei dylaniati n.666
Capisco il disappunto di Tristan ma non lo condivido. Più che di snaturamento parlerei di cambiamento. E' vero, non c'è più il Dylan ironico di <i>I vampiri</i>, il Dylan umano di <i>Johnny Freak</i> o il Dylan innamorato di <i>Oltre la morte</i>. Oggi c'è il Dylan che non tromba più, che si fa tremiliardidiseghementali e tante altre piccole sfaccettature. E' vero, ma alcuni autori hanno dato un Dylan Dog diverso rispetto a quello di Sclavi, e sopratutto personalissimo. Vedi la Barbato o Medda. Riesci a capire subito, senza leggere il tamburino degli autori chi ha scritto la storia. Questo perchè hanno messo qualcosa di loro e sono riusciti a trasmetterti qualcosa. A me ,per esempio, piace il Dylan cervellotico della Barbato, nonostante sia anni luce diverso da quello di Sclavi. Infine, cosa che a parer mio non bisogna mai trascurare, scrivere delle storie per un personaggio non tuo è davvero difficile, e nonostante tutto i capolavori post 100 ci sono stati e ce ne saranno, sicuramente, altri.


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MessaggioInviato: gio gen 14, 2010 1:15 pm 
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Iscritto il: gio mag 08, 2008 7:37 pm
Messaggi: 392
"Vale ancora la pena leggere DyD?"

Domanda oziosa rivolta a questo forum, frequentato logicamente da una maggioranza che nonostante tutto, per passione, abitudine, testardaggine, masochismo (nel mio caso) ancora legge la serie. Ovviamente se fosse possibile consultare le <u>centinaia di migliaia</u> di lettori che in questi anni hanno abbandonato Dylan il tono generale delle risposte sarebbe molto diverso. 15-20 anni fa nella mia compagnia di amici praticamente tutti leggevano Dylan. Oggi sono l'unico che ogni tanto compra ancora qualche albo. Quando i miei amici mi vedono con un Dylan in mano, mi chiedono sempre se le storie almeno sono migliorate o fanno ancora schifo come quando loro hanno mollato. Mi sento un idiota perché in effetti dovrei confessare che in realtà mi sembrano sempre peggio (a parte poche eccezioni, come ovviamente "Mater Morbi").

Quindi mi chiedo: è valsa la pena continuare a leggere Dylan Dog?
Non so, certo mi sarei perso molte ottime storie della Barbato, di Medda, dell'ultimo Sclavi, persino del Ruju meno dannoso.
Ma allo stesso tempo avrei evitato tantissime schifezze, non avrei visto nell'horror post il progressivo spegnersi di ogni interesse e passione verso la testata da parte della redazione, mi sarei risparmiato di vedere geni dei pennelli come Roi, Stano, Casertano, Mari, disegnare sempre più di rendita, alle prese con sceneggiatori indegni del loro talento, soprattutto avrei evitato di veder trasformato Dylan in un personaggio insulso.

Quindi vale la pena leggere oggi Dylan? Forse sì.
Vale la pena leggere TUTTO e collezionarlo? Assolutamente NO.


PS neanche a dirlo concordo al 100% con Tristan


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MessaggioInviato: gio gen 14, 2010 6:20 pm 
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Iscritto il: mer ago 29, 2007 8:43 am
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A proposito di "Mater Morbi", non so se avete letto questa recensione

http://www.ubcfumetti.com/dylandog/?19380

La trovo interessante ai fini della discussione per un passaggio in particolare:

<i>"e si può quindi ascrivere questo n.280 alla lista di storie <u>"su" Dylan Dog piuttosto che "di" Dylan Dog</u>. Ci sono dei punti in comune con alcuni albi di Paola Barbato, tra cui proprio il numero precedente a questo, "Il giardino delle illusioni". Ma a ben guardare c'è una grossa differenza di base tra i due approcci: la Barbato usa Dylan come uno schermo per la realtà, mettendo sempre una certa distanza tra sè e il personaggio, mentre Recchioni si immedesima totalmente in Dylan, facendolo vivere e agire per suo conto, <u>esattamente come faceva Sclavi</u>. Scelta coraggiosa che però espone Recchioni a rischi altissimi. Il paragone con Sclavi è certamente ingiusto, ma anche inevitabile soprattutto in una storia come questa. <u>Quando Sclavi parla(va) per bocca di Dylan Dog c'era una comunione totale tra autore e personaggio</u>. Quando Dylan parla con la voce di Recchioni, <b><u>l'impressione è che le parole non provengano da lui</u></b>. Questo non è un problema nuovo nella serie, ma in questo caso la particolare struttura della storia lo rende evidente."</i>

Questo e' IL problema di Dylan Dog, non riesce piu' a parlare con la PROPRIA voce!


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MessaggioInviato: ven gen 15, 2010 9:17 pm 
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Iscritto il: mer mag 06, 2009 9:54 am
Messaggi: 1484
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Tristan</i>

Vedi Elettra, il discorso e' molto complesso: prima le avventure di Dylan Dog parlavano principalmente della solitudine, dell'emarginazione, della difficolta' a comunicare con gli altri e della assoluta "relativita" del mondo che ci circonda, il tutto ERA inserito in un magnifico contesto narrativo-horror.
Oggi invece abbiamo un Dylan Dog politicamente corretto in tutto [xx(] , che si occupa di casi sempre piu' banali! Non e' una coincidenza se questa testata sta attraversando il peggior periodo della sua vita editoriale (ho letto l'altro topic a riguardo), basta che andiate in qualsiasi fumetteria per ascoltare frasi del tipo: "Dylan Dog non e' piu' quello di un tempo,lo hanno rovinato. Solo i primi numeri erano veramente innovativi, sta vivendo di rendita oramai ecc." Questo lo dice anche gente esperta del settore,non solo le migliaia di fan delusi e persi per sempre!
Secondo me dovreste essere piu' obiettivi. Personalmente amo solo il Dylan Dog di Sclavi (al massimo posso apprezzare Medda e Chiaverotti toh, non certo la Barbato!)...il personaggio e' sempre stato legato "troppo" al suo creatore per poter essere interpretato al meglio da altri sceneggiatori, purtroppo. Dylan Dog ERA Tiziano Sclavi, punto.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Si sono d'accordo con te quando dici che Dylan è troppo legato a Tiziano Sclavi e che quindi è praticamente impossibile riportare nelle storie scritte da altri lo stesso spirito o la stessa magia. Però se la ragionissimo così dylan avrebbe chiuso con l'uscita di scena definitiva di Sclavi e basta. Probabilmente c'è chi avrebbe preferito questa soluzione piuttosto che affidare il personaggio in mano a persone poco affini con lo spirito del personaggio. Io dico che nel corso degl anni sceneggiatori come paola barbato,che hanno scritto storie con caratteristiche agli antipodi rispetto a sclavi, hanno tenuto comunque alta la testata. E sono bellissime comunque, però certamente non è il DYD puro al 100%. Forse ragionandoci su meglio e facendo le somme, si può dire che in questi ultimi anni di albi così belli ce ne sono stati molto pochi, effettivamente.


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: gio ago 05, 2010 12:11 am 
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Iscritto il: lun gen 18, 2010 10:49 pm
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Località: I T A L I A
Mi permetto di risollevare la discussione.
Purtroppo noto che la situazione continua a peggiorare di mese in mese con gente che non vede l'ora di arrivare al numero 300 per poter fare del nuovo "gossip" sul passato di Dylan Dog... uno schifo. Sono sempre piu' convinto che i veri fan (lo zoccolo duro per capirci) siano, paradossalmente, quelli che hanno smesso di comprarlo, "accontentandosi" di rileggersi le prime storie di Sclavi, Medda e Chiaverotti. In fondo la loro scelta e' ANCHE una forma di rispetto verso il personaggio... rinunciare a nuove storie per poter conservare il ricordo di quello che fu Dylan Dog.


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: gio ago 05, 2010 11:21 am 
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Iscritto il: lun gen 18, 2010 10:49 pm
Messaggi: 132
Località: I T A L I A
Posto parte di una analisi della psicologia del personaggio che ho trovato interessante. IL Vero carattere di Dylan Dog e' presente, ovviamente, solo nelle vecchie storie scritte da Sclavi:

"La tentazione dell’interpretazione psicanalitica è a questo punto inevitabile, e certo fondata, purché non si esageri. L’infanzia di Dylan Dog lo ha condizionato profondamente, puntellata com’era da figure genitoriali forti e distanti. Lo si vede nel suo rapporto con le donne. Come un’altra grande figura del romanzo popolare, Arsène Lupin, Dylan va a letto con tante donne, specie nei primi numeri ma non “fa l’amore” con nessuna (per inciso, questo vale anche per il Diabolik dei primi episodi, fino all’incontro con Eva Kant e la conversione alla monogamia). Finito l’episodio, le amanti di un momento o muoiono o spariscono. Alcune tornano, però a grande distanza di tempo, e per amori altrettanto fugaci. La moglie sempre evocata, Lillie Connolly, militante irlandese dell’IRA, E' IN REALTA' un alibi. Dylan Dog è semplicemente incapace di mantenere relazioni troppo lunghe.
Circa le donne, vediamo una sintomatica simpatia di Dylan per le prostitute. In questa raccolta troverete Bree Daniels, dal linguaggio libero (nei limiti di una pubblicazione senza veti di età) e dal fare disinvolto. Rifiuterà una proposta di matrimonio da parte di Dylan, di cui storpia il nome di continuo. Tornerà in un’avventura successiva a morire di Aids. E’ più che eloquente che Dylan Dog si innamori di una donna che, per sua scelta, ha con gli uomini rapporti solo di sesso, privi di implicazioni sentimentali. E’ quella la compagna ideale per Dylan, che ben di rado fa offerte di matrimonio. Lui non sopporta, in tutte le storie sceneggiate da Sclavi, rapporti permanenti, né con uomini (a parte l’indispensabile e distaccato Groucho), né con donne.
Dylan Dog e', sia pure in forme blande, uno “schizoide”, il che non vuole dire uno schizofrenico. Il termine indica qualcuno che ha difficoltà a rapportarsi col prossimo, perché senza saperlo lo teme, dopo avere temuto genitori troppo invasivi o troppo distanti. Ma se spesso ciò rende gli schizoidi aggressivi, in Dylan quel tipo di personalità  pare coniugarsi a una di tipo opposto, depressiva. Quando è Sclavi a scrivere le storie, Dylan Dog ha momenti di tristezza e di rimpianto veramente acuti.
Poco importano le sue pose machiste e il suo abbigliamento da dandy, le giacche nere e le camicie dal collo alto. La sua personalità  è esteriormente forte, e intimamente fragile. Il lettore lo avverte, simpatizza per lui. Si identifica.
Insomma, la potenza del fumetto creato da Sclavi risiedeva nella credibilità psicologica, che non riguardava solo il protagonista. Si noti il monologo di apertura del serial killer di Memorie dall’invisibile. Poi si comprenderà che a pronunciarlo è un’altra persona, ma poco importa. Quale confessione di uno psicotico è credibile, geniale e indimenticabile. Pochissime parole per creare un quadro psicologico perfetto. Richiama alla mente il film Manhunter di Michael Mann (molto più del romanzo di Thomas Harris da cui è tratto), in cui un poliziotto schizoide riesce a entrare nel cervello di un assassino schizofrenico grazie alle loro inconfessabili affinità. A volte è così che Dylan Dog procedeva, nel risolvere i casi pazzeschi che gli erano sottoposti: più per intuito e per comprensione emotiva che per logica.
Naturalmente ciò che ho detto finora vale per Tiziano Sclavi e per il Dylan Dog da lui creato. Non vale per gli altri soggettisti e sceneggiatori che si sono cimentati col personaggio, una vera folla, ognuno dotato, ovviamente, di propri approcci e di proprie chiavi interpretative.
Sclavi aveva compiuto l’operazione di cui la narrativa di genere (ripeto, la sua è letteratura) necessitava, non solo in Italia. Essere traghettata dall’effimero alla complessità, fino a impiantarsi a tal punto nell’immaginario del lettore intelligente da non poterne più essere espulsa. Fino a sciogliere le reticenze di settori culturali tradizionalmente diffidenti e sussiegosi. L’apporto di Sclavi e di Dylan Dog allo “sdoganamento” della narrazione di genere, e nello specifico del fumetto, è stato inestimabile."

Cosa e' rimasto di tutto cio' nelle odierne pagine di Dylan Dog? Nulla. Finiti gli incubi personali di Sclavi termina anche il fumetto. Quello che abbiamo oggi e' solo un mero calcolo economico, il voler sfruttare il nome di una serie che ormai non ha piu' come protagonista Dylan Dog bensi un suo inutile surrogato privo di anima.
Continuo a non capire l'atteggiamento di parte degli utenti di questo forum, e' una specie di "rifiuto psicologico"... il non voler accettare lo stato attuale della testata, illudendosi di numero in numero che si possa tornare alle storie di un tempo.


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: ven ago 06, 2010 12:08 am 
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Iscritto il: lun gen 18, 2010 10:49 pm
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Località: I T A L I A
...Noto con "piacere" che non gliene frega niente a nessuno della sorte di questo fumetto. Si preferisce postare in topic ultraleggeri piuttosto che partecipare a discussioni di uno certo spessore. Devo dire che il forum e' diventato veramente decadente sotto questo punto di vista. Sembra che non ci sia la benche' minima volonta' di discutere assieme su temi importanti come questo, ognuno si fa i beati cazzi suoi postando piu' in offtopic che nelle varie sezioni dedicate a Dylan e dire che questo rimane il principale (se non unico) forum dedicato a Dylan Dog. Va beh pazienza.

"L’intera opera sclaviana era permeata da varie tematiche di ampio respiro che andavano dalla filosofia alla psicologia, dalla letteratura al cinema (e non solo di genere fantastico), dall’autobiografia alla Cultura con la “C” maiuscola, dalla poesia all’attualità… tutti temi affrontati con grande maestria e un sapiente dosaggio da Sclavi.
Come ha detto Alfredo Castelli (ideatore di “Martin Mystere”, altro cavallo di battaglia di Sergio Bonelli Editore): “in Dylan Dog l’orrore è solo un pretesto per raccontare storie di sentimenti e di poesia”. Ma cerchiamo di vedere una per una le varie tematiche vincenti affrontate da Sclavi. Per cominciare partiamo da quella che definisco la filosofia di Dylan Dog, una filosofia che forse non ha nulla a che vedere con le “strabilianti” concezioni di Kant, Nietsche o Spinosa, bensì una semplice filosofia di vita. Secondo Dylan/Sclavi (e qui il binomio è più che mai legittimo) la nostra vita è circondata dal Male, un male non tanto astratto, quanto un male concreto, palpabile, che ogni giorno cerca di vincere sul Bene, spesso riuscendovi. Dunque l’eterna lotta fra Bene e Male, ma con esiti pessimistici, alla Leopardi per intenderci. Le storie frequentemente infatti finiscono con la sconfitta del Bene e anche laddove il Positivo riesce, anche se solo momentaneamente, a sopraffare il Negativo, il finale è però sempre molto amaro e la vittoria è stata ottenuta a caro prezzo. Non è vero che i buoni vincono sempre: nella realtà ciò non avviene quasi mai… e allora perché fingere?
Secondo concezione filosofica di Dylan Dog è quella racchiusa in questa domanda: “I mostri sono veramente Loro oppure i mostri siamo Noi?”. Effettivamente un concetto affascinante, già  espresso tra l’altro anche da David Lynch nel film “The elephant man” e da Tod Browning in “Freaks”. La nostra mente fredda, razionale e calcolatrice taccia spesso e volentieri come “mostro” qualunque cosa o essere che non rientri in determinati schemi preordinati e così è facile creare dal nulla un mostro al quale appioppare tutte le nostre paure, una sorta di capro espiatorio dei nostri peggiori incubi… Non ci è stato detto forse così quando eravamo bambini? L’uomo nero, l’orco, il babau, la strega cattiva… ma chi erano i veri mostri? Queste inesistenti figure frutto della fantasia degli adulti o gli stessi adulti che le usavano a loro piacimento per spaventarci e non farci fare i capricci?
Dylan Dog voleva dunque far pensare il lettore e lo faceva in maniera colta e ragionata: basterebbe vedere le varie citazioni fra le più disparate disseminate durante le vecchie storie… filosofi, pittori, cantanti, storici, scrittori, qualunque persona abbia fatto “pensare”, ecco che puntualmente le ritrovavamo in Dylan Dog. Pensare sulla vita, soprattutto!
Inoltre questo personaggio non era un eroe senza macchia e senza paura (ex-alcolista, spesso turbato dagli stessi incubi dei suoi clienti, squattrinato perenne, costantemente alla ricerca dell’amore e quindi sempre innamorato di donne diverse con le quali non riesce però mai a legare per molto), ma una sorta di antieroe (anche se detto senza una connotazione negativa): aveva ha paura, ma cercava di non pensarci.
Tenebroso e cupo, aveva un segreto nel passato: il suo peggior nemico si era rivelato essere suo padre. Complesso di Edipo? O piuttosto un altro aspetto della filosofia del “a-questo-mondo-le-cose-non-vanno-mai-come-dovrebbero-andare”? Propenderei più per questa seconda teoria, soprattutto perché il terzo “ingrediente” del famoso complesso di cui sopra, cioè Morgana, la madre, era in realtà più una sorta di tramite, di legame, di trait – d’union tra la figura del padre e quella del figlio, che non un motivo di discordia.
Dylan era umano, a volte fin troppo, e rispecchiava, anche nelle sue numerose relazioni amorose, quella insicurezza che spesso ritroviamo nei giovani di oggi, quella ricerca di amore mai soddisfatta."

Questo ERA Dylan Dog... cosa e' rimasto di lui oggi? Illuminatemi per favore.


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: ven ago 06, 2010 10:37 am 
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Iscritto il: ven apr 24, 2009 8:22 am
Messaggi: 1531
Località: cremona
chiedere in un forum dedicato al personaggio se vale la pena di seguirlo? beh ovvio che al 90% ci saranno risposte positive!!!
l'amore per il personaggio ci fa andare al di la' dei difetti nelle storie,nei disegni ,etc...
siamo NOI dylan dog,siamo le persone che ogni mese ascoltano e comprendo,criticano,si commuovono o semplicemente buttano uno sguardo nella vita di questi personaggi e per la mezzora di lettura ne fanno parte!!!
i disegnatori e gli sceneggiatori SONO dylan dog ,sono coloro che ,nel bene e nel male ,ci trascinano nelle storie e ci fanno scrivere millemila post su internet,ci fanno litigare "bonariamente" qui sul forum o in fumetteria.....ci rendono partecipi del loro lavoro scrivendo su internet,alle fiere,etc...
ecco perché vale ancora la pena di leggere Dylan Dog!!!
per tutto quello che ancora vive e pulsa intorno al suo universo di carta........e direi che questo forum (che non mi sembra "decaduto")è un bel esempio di quello che ho scritto (..e non è il solo......)
....G.Luca

_________________
ma se dal 2023 diventassi io il nuovo curatore di dyd?

IO SONO RKC E SONO FATTO DELLA STESSA MATERIA DI CUI SONO FATTI GLI INCUBI.......
IT BEGINS......08/09/2012

http://it.wikipedia.org/wiki/Sacello


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: ven ago 06, 2010 2:54 pm 
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Iscritto il: sab ott 02, 2004 7:32 pm
Messaggi: 11287
Località: Napoli
Cristiano, siamo ad Agosto, siamo tutti in vacanza e questa non è una chat, è normale che per avere risposte su un tema così ampio devi aspettare un pò, e non puoi pretendere una valanga di risposte in meno di 24 ore.
Secondariamente si tratta di riflessioni che, per quanto interessanti, sono state fatte e rifatte un numero infinito di volte, non puoi pretendere che ogni volta se ne ridiscuta come fosse la prima.
Per finire il tuo testo tende a non invitare troppo alla discussione, visto che si limita a domande retoriche senza mai cercare veramente un confronto con eventuali altre possibili opinioni.

Un pò di spocchia in meno, una maggiore comprensione delle dinamiche del forum e delle sue tempistiche, e può nascere una discussione con altri utenti che sia interessante e piacevole.

p.s: da moderatore continuo a ricordare la solita regola: evitate post multipli e editate il messaggio precedente se volete aggiungere qualcosa.

_________________
Carnage - Teatro online
https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=x4qv5rBEs9E


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: dom ago 08, 2010 7:57 pm 
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Iscritto il: gio mag 06, 2010 7:48 pm
Messaggi: 1492
Località: Caserta
Magari se fossi un pò più sintetico...


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: mar ago 10, 2010 8:29 pm 
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Iscritto il: lun gen 18, 2010 10:49 pm
Messaggi: 132
Località: I T A L I A
Trascrivo degli interessanti post che questo utente (tale Juan Galvez) rivolse alla Barbato anni fa. I problemi di cui parla sono quantomai odierni...

Cita:
Più seriamente, è un errore tout court inserire forti elementi di continuity umanizzante in una serie caratterizzata (e portata al successo) dalla presenza di elementi che invece hanno fatto del protagonista un'icona. Significa stravolgere l'icona, rendere Dylan Dog diverso da sè. Che poi tu lo possa legittimamente fare è un altro paio di maniche, resta un errore concettuale anche con la certificazione di Marcheselli, Sclavi e Bonelli. E pur apprezzando in genere la qualità delle tue storie, continuerò a descriverle come errate nei presupposti. Ripeto, che la triade approvi la cosa e che tu, legittimamente, continui in questa umanizzazione non significa che essa non sia un errore.

Cita:
E non perché io detenga la Verità (e neppure la verità ), ma solo perché le caratteristiche del personaggio sono quelle che sono: è un'icona, un archetipo se vuoi, è stato strutturato e sviluppato con una continuity molto blanda. Insomma Dylan Dog e i personaggi fissi o semifissi restano fermi e il mondo intorno a loro si muove, come dovrebbe essere anche per Tex, cosa che Boselli effettivamente fa, mentre Nizzi si comporta all'opposto. E queste sono le caratteristiche che hanno portato DD al successo e lo hanno fatto affermare come personaggio simbolico. Ovvio che contravvenirvi non costituisce un errore materiale, ma concettuale sì. Errore rispetto a ciò che Dylan Dog è stato per oltre un decennio. Poi, legittimamente, si può decidere di andare in direzione opposta. Questo si configura come uno stravolgimento del personaggio. Legittimo, ma concettualmente errato. E, aggiungo, pericoloso, perché alla lunga seleziona il pubblico.

Cita:
ma chi l'ha scritto che dylan dog debba essere per forza un personaggio fermo, statico? sono regole scritte su qualche albo che io non ho mai letto? mi sono sfuggite? Non l'ha scritto nessuno in nessun posto.

Sono "regole" ricavabili dalla storia della serie, che possono essere cambiate in ogni momento. Se si cambiano, si scrive qualcosa di nuovo, che non è più il Dylan Dog esistito per oltre un decennio. E' legittimo, ma resta un errore rispetto a ciò che il personaggio è (era), a come era stato strutturato. Quel che, nell'ottica del Dylan Dog originale, dovrebbe essere aggiornato, è il mondo esterno. Ripeto, per comprendere come si possa aggiornare un'icona, si guardi al lavoro di Boselli su Tex o anche a quello di Burattini su Zagor. Poi, nulla vieta al pubblico di non capirlo, soprattutto se gli viene detto che Nizzi è il custode della tradizione.

Cita:
Perdonami, Paola, ma questo non significa nulla. Quel che Sclavi aveva intenzione di fare e quel che lui pensa di Dylan Dog sono altro da quel che Dylan Dog in effetti è diventato e da quello che, nella realtà, Sclavi ha poi realizzato. Che a Sclavi piaccia o meno, che lo faccia ridere o gli faccia storcere il naso, Dylan Dog è un'icona. Questo non vuol dire, ovviamente, che Sclavi o chi per lui non possa intervenire sul personaggio. Lo può fare, legittimamente, visto che ne ha la facoltà. Lo può fare, con tutto quel che segue: stravolgimento dell'universo codificato del personaggio (codificato dagli albi che sono stati pubblicati, e che hanno molta più realtà delle intenzioni dell'autore Sclavi); rischio, modificandolo secondo certi parametri, di ripiegarlo su se stesso; e, alla lunga, rischio di portarlo a consunzione.

Insomma, Sclavi o chi per lui può fare ciò che vuole, ma è chiaro che se i cambiamenti si sostanziano in un profondo mutamento delle caratteristiche salienti del personaggio, quel che si andrà scrivendo non sarà  più Dylan Dog. Sarà qualcosa di diverso, con lo stesso nome
.

Cita:
...Ok, ma che ti importi o meno, che tu lo faccia o meno quando ti è richiesto, ciò avviene in albi che portano la tua firma. A volte in modo profondo, a volte più leggero, altre volte per nulla. Ma sempre troppo per quelle che sono - ma dovrei dire a questo punto: erano - le caratteristiche del personaggio. Che ormai è cambiato. In meglio o in peggio ha poca importanza, quel che vedo è un personaggio - nelle storie a tua firma - diverso dall'icona codificata. Vorrei spiegarmi con la dovuta accortezza ed esprimendo esattamente il mio pensiero: questo Dylan che esce dalle tue storie è più banale. Come personaggio, perché le tue storie sono quasi sempre interessanti: dammi il credito di saper riconoscere il tuo talento, anche se ti sembra che io ti voglia male. Però il personaggio ne esce banalizzato, diventa un altro dell'infinita teoria di eroi umanizzati con una storia personale tragica ed arzigogolata. Scrivere bene un eroe di questo genere non è certo facile, tutt'altro. Ma creare un'icona e farla funzionare nel tempo è infinitamente più difficile che creare "semplicemente" un eroe a tutto tondo. Averla tra le mani e destrutturarla è, secondo me, un brutto passo falso. Piace questo nuovo DD? Ma certo che piace, per la miseria! Cosa c'è di più solleticante del gossip? E non è gossip scoprire i "segreti" di un personaggio così longevo e amato? Solo, che si rischia concretamente di bruciarlo.

Cita:
...Dargli consistentemente un passato reale -da persona vera- è un'infedeltà alle caratteristiche di un personaggio che reale -persona- non era. Dylan Dog era un filtro della realtà circostante, delle paure e dei sogni di un'epoca (di qualsiasi epoca, volendo). Dargli una vita reale -una continuity- idem, perché ne ha minato le caratteristiche di simbolo privo di una dimensione quotidiana (la dimensione quotidiana Dylan Dog la ricava dal suo interagire con gli altri, facendo uso della propria sensibilità ).

Dylan Dog era un antieroe simbolico, e il tuo farlo scontrare, il tuo metterlo dinnanzi al suo essere Peter Pan lo ha mostrato invece come un essere umano quotidiano. Certo, anche Sclavi lo fece confrontare con il suo essere Peter Pan, ma in modo lirico (con Bree) e in ultima analisi fanciullesco, tu l'hai fatto in modo drammatico. In un caso vi fu una trasfigurazione, nell'altro vi è stata un'immersione nel reale. E non dico che il risultato sia artisticamente migliore in un caso o nell'altro, registro che Dylan Dog nasce e si sviluppa con certe caratteristiche, per cui sottrargliele è un'infedeltà al personaggio
.


Questi post risalgono al 2005... col senno di poi posso affermare che questo utente aveva pienamente ragione. Oggi, infatti, sappiamo che il numero 300 continuera' a rivelare notizie sul protagonista (viva il gossip), privandolo ulteriormente del suo alone di mistero e della magia che lo circondava agli albori della serie.


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