Queste storie basate sui passaggi da una situazione grottesca ad una impossibile, da una impossibile a una incredibile, lavorando di stratagemmi "fantastici", folli ma alla fine perfettamente adatti a servire una trama ultra-lineare sinceramente non mi piacciono. Mi sembra sempre che manchi qualcosa, che le idee "vere" latitino e poi ci si giustifichi con un "si, ma è una storia horror...". Mah, ne ho viste di storie horror con ben altra sostanza.
Il Recchioni visto fin qui, in queste tre storie regolari non mi ha entusiasmato. La traccia è sempre la stessa, il canovaccio identico, poche variazioni (vicende giocate sul sottilissimo confine realtà -mondo fantastico, vuoi che il mondo fantastico sia un mondo parallelo o uno spazio interiore).
Almeno
Mater Morbi era molto sentita, poetica, visivamente accattivante. La prima storia era invece irritante e risultava in ultimo sfilacciatissima, ma sorprendente, naturale, scorrevolissima per una quarantina di pagine iniziali.
Questa storia, tra le tre, è la più brutta (per me).
Punti a suo favore, il finale dove almeno ritroviamo la protagonista femminile (Calista) che per fortuna non si mesmerizza come la Molly del
Modulo A38 e dove il mondo parallelo, il mondo barbaro intrappolato assume una valenza gigantesca, infernale. Una piccola comunità intrappolata in un "altrove" non troppo lontano da noi, forse.
Aggiunta post post: la protagonista Calista. Stonata per un tipo come Dylan. Non saprei dire perché...è vero che lui potenzialmente se le scoperebbe tutte, quindi ogni "tipo" di femmina diciamo almeno lontanamente "appetibile" potrebbe andar bene, eppure...il tipo sgallettata liceale in anfibi e gonnellino da uniforme giappo....mah.
rkc ha scritto:
PS:
effettivamente rileggendo l'albo ho respirato aria di "golconda" o di "inverary"....
Si, vabbè... i bestemmioni copriteli almeno con la funzione spoiler.