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# 286 - Programma di rieducazione
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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 12:44 pm 
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GiovanePioniere ha scritto:
A me personalmente piace anche il tratto "pulito" ed "ordinato", però la realtà è che tanti tratti puliti e ordinati non riescono ad essere così naturali come quelli di Dall'Agnol.
Questi luoghi comuni dell'artistoide contrapposto al genuino contadinotto sono sempre una mezza rottura di palle, quando non si sa come giustificare il rifiuto -legittimo- di qualcosa che non ci si sforza un minimo di capire meglio.
Tutto richiede uno sforzo conoscitivo, specie quando ti trovi davanti a lavori non dico migliori, ma diversi.
Ma è più semplice dire "ah, io sono un genuino, uno verace, uno che ama le cose chiare e nette, ste stronzate da genio intellettualoide sono solo masturbazioni".
Vi meritate proprio molta della gente che transita in certe produzioni fumettarie, a quella si tante volte non va proprio di disegnare, altro che a Dall'Agnol.

No pain, no gain si dice, ma il pain a chi piace più?

Ognuno ama quello che vuole, ognuno ha i suoi gusti, ognuno si sforza di capire ciò che vuole capire, è un dato di fatto. Ma mi urta molto sentire gli autodefinitisi contadinotti-veraci criticare con un'aria snob (insolita per la loro genuinità) i presunti "artistoidi", o quelli che hanno come "colpa" quella di aver lasciato un commento positivo su questo albo.

E comunque rimango della mia opinione; Dall'Agnol ti porta a compiere una specie di viaggio, se hai la pazienza di seguirlo, davvero se adesso uno si va a vedere il suo albo passato gli apparirà di una "sobrietà" impensata. E con il prossimo, forse, potremo guardarci indietro e considerare questo quasi "facile" e perfetto nella resa scenica.
Ma capirai, co sti culi di piombo, anche il solo riandare a cercarsi un albo sotterrato sotto una pila di vecchi numeri sembrerà uno sforzo immane e insostenibile.

GP, sta rosicata non ti rende onore.

Tra l'altro non vedo dove sia la mia aria da snob, quando sono io stesso a dire che non ci capisco niente di queste cose, che per me il disegno sono soltanto segni su carta e che quindi l'unico parere che posso dare è quello di uno profondamente ignorante della materia.
Tu evidentemente sei in grado di capire meglio lo stile di Dall'Agnol e riesci ad apprezzarlo e io no. Quello che vedo io sono volti deformati e corpi privi di senso delle proporzioni. Volti solo abbozzati, giusto con due segni a fare la bocca, due a fare il naso e due per gli occhi. Scene in cui manca totalmente lo sfondo, in cui non si capisce minimamente in che posto si trovano i personaggi. Figure impossibili da interpretare.
Questo è quello che vedo io e, scusami, ma se vedo un gruppo di persone decantare le lodi di un barattolo di merda a me viene da ridere. Tutto qua. Ma sono anche disposto a partire dal presupposto che sono io che sto sbagliando, sia chiaro!
Lo dico e lo ripeto, sono profondamente ignorante in materia di disegno, posso soltanto esprimere opinioni PURAMENTE personali. Si può essere d'accordo oppure no. Poi se ti vuoi offendere fai doppia fatica.

Secondo me ci vedete cose in questo stile di disegno che in realtà non ci sono. Punto e basta.
E non me ne frega niente del "viaggio" di Dall'Agnol o dei confronti con gli albi passati. Io compro un fumetto perché voglio leggere una storia e voglio capire in base ai disegni quello che sta succedendo. Se non capisco quello che succede mi annoio e mi incazzo. E secondo me il disegnatore ha fallito nel suo intento.

Poi se vuoi difendere Dall'Agnol allora fallo. Spiegami la bellezza dietro i volti deformati e alle scene prive di senso.
Che cosa vedi nella prima vignetta di pagina 28? Io vedo una macchina immersa nel nulla con due circonferenze al posto delle ruote.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 12:58 pm 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
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MisterRaven ha scritto:
Poi si può osare, con il contagocce

Sembra uno slogan del PD.

FINE OT


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 1:00 pm 
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Iscritto il: mer apr 02, 2008 5:37 pm
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Dario84 ha scritto:
MisterRaven ha scritto:
Poi si può osare, con il contagocce

Sembra uno slogan del PD.

FINE OT

Perché?


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 1:19 pm 
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Iscritto il: ven nov 28, 2008 6:30 pm
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Però mi sembra eccessivo dire che i disegni di Dall' Agnol sono tali che non si capisce quello che succede.
Quali sono le vignette di cui non si capisce il contenuto?

Comunque credo che per apprezzare Dall' Agnol non occorra una fine conoscenza tecnica del disegno, anzi: aiuta non averne. Penso che uno che valuti una tavola dal punto di vista puramente tecnico rimarrebbe alquanto contrariato dalle deformazioni e dalle imperfezioni anatomiche di Dall' Agnol, che spesso sono così evidenti che anche un non esperto come me le nota.
Eppure le atmosfere evocate da questo disegnatore sono veramente orrorofiche e malsane e alcune soluzioni sono geniali nella loro apparente elementarità.
Questo secondo il mio punto di vista e fermo restando che è ovvio che Dall' Agnol può anche non piacere!
Infatti non discuto i gusti, ma non condivido l' idea che i disegni di quest' albo siano astrattismi privi di significato; un conto è dire che i disegni non piacciono, un altro è dire che si fatica a seguire la storia per quanto fanno schifo i disegni.

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"Non è morto ciò che in eterno può attendere, e col volgere di strani eoni anche la morte può morire."


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 1:31 pm 
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Peccato Raven, a me dispiace per te. Non mi ritengo nemmeno io un esperto di disegno e di certo non è che "rosico", mica l'ho disegnato io l'albo. Solo che una certa spocchiosità da parte tua l'ho intravista nel voler difendere la tua categoria di "semplici" e schietti.
Io dico solo che per una volta che ci danno qualcosa di originale, da guardare e rimirare, da rifletterci sopra noi lo scarichiamo come "complicato", "illegibile", "scarso"...per me è come quando ti avvicini a Dostoevskij dopo anni passati a leggerti Moccia.
Comunque, ognuno ama quello che vuole, e comunque osare col contagocce è impossibile :D è un controsenso.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 1:37 pm 
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Iscritto il: mer apr 02, 2008 5:37 pm
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Oh, sarಠstupido io, ma in alcuni casi ho fatto davvero fatica a capire quello che stava succedendo.

Come ci ho messo un po' a capire che il tizio coi basettoni che conduce Dylan all'istituto e bla bla è lo stesso che lo arresta all'interno del supermercato.
Dopo l'ho capito (per forza, ho letto che si chiamava John!) però non sono riuscito a riconoscerlo subito. Ho fatto "fatica" a leggere questo fumetto. E non si tratta di no pain no gain come dice GP, perché in questo caso il gain che ottengo è semplicemente riuscire a capire cosa sto leggendo. E non credo che ne valga la pena.

Nella maggior parte dei casi invece ho capito cosa stava succedendo, ma allo stesso tempo non sono riuscito ad avere in ogni istante un'immagine di quello che succedeva. Non so spiegarne il perché, ma non mi sono sentito all'interno della vicenda. Forse dipende in alcuni casi dalla mancanza degli sfondi, ma non ne sono sicuro.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 1:41 pm 
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Ma dove mancano???? Dall'Agnol è uno di quelli più accurati nella messa in scena, nella collocazione delle figure in un certo spazio!

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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 1:45 pm 
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GiovanePioniere ha scritto:
Io dico solo che per una volta che ci danno qualcosa di originale, da guardare e rimirare, da rifletterci sopra noi lo scarichiamo come "complicato", "illegibile", "scarso"...per me è come quando ti avvicini a Dostoevskij dopo anni passati a leggerti Moccia.
Comunque, ognuno ama quello che vuole, e comunque osare col contagocce è impossibile :D è un controsenso.

Mah.
Il parallelo con il confronto tra Dostoevskij e Moccia lo trovo poco calzante, a dire la verità . Trovo molto più complesso e frustrante leggere un libro di Moccia rispetto a uno di Dostoevskij, visto che la capacità descrittiva del primo mi sembra molto inferiore del secondo.
Semmai il tuo esempio dovrebbe essere al contrario. Dall'Agnol lo trovo più simile a Moccia di Dostoevskij. Fermo restando che fare paragoni tra letteratura e disegno, mi sembra poco pratico.

Sull'osare col contagocce, non credo di aver detto una fesseria.
Non è che dalla Primavera di Botticelli si deve passare direttamente a Mirò, ci sono delle sfumature nel mezzo. Prima di Mirò ci sono state altre sperimentazioni, c'è stata altra gente che ha voluto osare e che tuttavia non si è spinta così in là .
Se c'è un difetto di logica in quello che dico, mi dispiace ma non lo vedo.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 1:57 pm 
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GiovanePioniere ha scritto:
Ma dove mancano???? Dall'Agnol è uno di quelli più accurati nella messa in scena, nella collocazione delle figure in un certo spazio!

Dove mancano gli sfondi?

Beh, in alcuni casi non ci sono proprio come (in ordine sparso) a pagina 4 nella quarta vignetta, o a pagina 5 nelle vignette 1, 3 (c'è solo un'emblematica riga sull'orizzonte), 4 (vabbè, forse qui si può evitare, è il primo piano di un oggetto) e 6, la macchina nel nulla a pagina 28, nella maggior parte delle vignette nelle pagine 37 e 39, nelle due vignette centrali di pagina 92.
Ma ce ne sono anche altre.

In altri casi lo sfondo è semplicemente abbozzato.
Per esempio, nella seconda e terza vignetta di pagina 70, Dylan sta guidando in un ambiente che mi è davvero difficile comprendere.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 2:00 pm 
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Vabbè, è chiaro che non volevo fare un parallelo disegno-letteratura quanto sottolineare lo "stacco" rispetto a stili più canonici...comunque viaggiamo su lunghezze d'onda diverse è ovvio, abbiamo gusti diversi, ma che ci siano sfondi poco curati insomma...me pare una cazzata, sono vignette isolate e se vai a contare le vignette con sfondi "abbozzati" in altri autori vedrai che la media è la stessa. Può essere che qui li noti di più perché Dall'Agnol ti è indigesto questo si. Ma non tutte le vignette richiedono uno sfondo, ad alcune serve solo l'immediatezza del primo piano. E qui non ci sono più abbozzi che in altri numeri. Parlo di statistiche e numeri.
Altre volte lo sfondo c'è, ma l'ambiente è "difficile da comprendere". Può esser vero, ma guardando la vignetta globalmente, senza starti a soffermare sul dettaglio, secondo me è possibile catturare l'idea dell'atmosfera e del luogo. Riduce al minimo, ma sovraccarica anche quel che rimane. E' molto particolare. Sarà l'imprinting, non voglio dire di essere uno che ne capisce. Il mio primo albo fu Goblin e da allora per me Dall'Agnol fu sempre speciale. Rimasi molto deluso con Caccia alle Streghe, ma solo lଠper lଠ:p poi lo rividi a distanza di tempo....insomma, ho seguito tutta l'evoluzione di Dall'Agnol e lo trovo il più coraggioso ed evocativo, uno dei migliori a portare in superficie i sentimenti dei protagonisti.

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Ultima modifica di GiovanePioniere il gio lug 01, 2010 2:11 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 2:10 pm 
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Iscritto il: mer feb 03, 2010 7:13 pm
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MisterRaven ha scritto:
Non ho capito bene la presenza dei commenti in prima persona di Dylan presenti nell'angolo in alto a sinistra delle vignette. Alcuni hanno detto che si è risolto in questo modo il problema dei pensieri di Dylan che spiegano quello che sta succedendo (e in effetti è vero), ma io vi dico: ma rendere il tutto chiaro in base a quello che succede, no? Bisogna sempre avere il grillo parlante che ce lo spiega?


I commenti in prima persona danno la sensazione che Dylan stia scrivendo la vicenda vissuta sul suo diario, senza mostrare effettivamente lui seduto allo scrittorio con il diario aperto davanti (cosa che succede spesso). Almeno per me, questa era l'intenzione. Inoltre aiuta la narrazione, come ho detto evita l'abuso dei balloons che mostrano cosa pensa Dylan (IMO sono per lo più inutili e poco eleganti).
Poi certo, anche quei "commenti" succede che risultino poco necessari (prime due vignette pag. 66), ma nel complesso l'ho trovato un buon utilizzo.

E quella sul contagocce credo proprio fosse una battuta :D :wink:


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 2:13 pm 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
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MisterRaven ha scritto:
Sull'osare col contagocce, non credo di aver detto una fesseria.
Non è che dalla Primavera di Botticelli si deve passare direttamente a Mirò, ci sono delle sfumature nel mezzo. Prima di Mirò ci sono state altre sperimentazioni, c'è stata altra gente che ha voluto osare e che tuttavia non si è spinta così in là .
Se c'è un difetto di logica in quello che dico, mi dispiace ma non lo vedo.

Giusto per preservare il tuo esempio pittorico, devi contestualizzare ogni artista (e movimento artistico, e temperie artistica) nel suo tempo e nel suo spazio.

L'atto stesso dell'osare non ammette compromessi: il punto non è che da Giotto si debba passare al Grande Vetro di Duchamp (sarebbe impensabile); si osa sempre in riferimento a una situazione precedente, della quale si avverte il superamento in modo tangibile. Una volta che dagli sfondi piatti e dorati alla bizantina si passa alla profondità prospettica, si sono percorsi secoli e secoli di storia dell'arte. Il mutamento deve essere coerente con il passato, altrimenti sarebbe privo di senso, e ciò nonostante deve essere identificabile come un nuovo corso, un nuovo punto di partenza (una volta conosciuto il quale diventa impensabile tornare indietro). Altro esempio: le ombre colorate (soltanto intuite da Giotto e poi consapevolemente adoperate da Giorgione), dunque il cromatismo - le cose non sono come dovrebbero essere, ma sono come le vedi-. E andando avanti lungo questo ragionamento si arriva all'impressionismo: quello che viene dipinto è ciò che vede l'occhio, e cosa vede DAVVERO l'occhio? Luce e profondità luminosa, mica contorni definiti attorno alle figure.

Sono tutte piccole ma imprescindibili rivoluzioni. Non ci sono soluzioni accomodanti. In questi casi non si è "osato col contagocce", ma queste sono state piuttosto le proverbiali "gocce che hanno fatto traboccare il vaso".


Ultima modifica di Savelic il gio lug 01, 2010 2:15 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 2:15 pm 
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E allora vabbè, che ti devo dire GP?
Evidentemente dico cazzate. :D

L'ambiente in cui si muovono Dylan e l'altro tizio nell'ultima vignetta di pagina 58 ti sembra curato?
Per me uno sfondo curato (senza andare molto lontano) è questo:

Immagine

Ci sono dettagli come i mattoni scheggiati, i sassi per terra, i dettagli sul legno delle porte.
Ma anche, per esempio, i dettagli dei vestiti di Dylan, per uscire un attimo dal discorso della raffigurazione dello sfondo. Ogni piega della camicia e dei pantaloni è stata rappresentata. Si vedono perfino i lacci delle scarpe.

Cioè, a me questo sembra un disegno accurato e pieno di dettagli. Trovo molto più affascinante un disegno del genere rispetto a uno qualsiasi dei disegni di questo albo. E mi piace molto di più leggere un fumetto disegnato così, che pur mantenendo un suo stile molto particolare è anche gradevole da vedere e di facile lettura.

Ecco, questi secondo me sono i disegni difficili da fare, quelli che richiedono una marea di tempo e di talento.


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MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 2:25 pm 
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Dario84 ha scritto:
MisterRaven ha scritto:
Sull'osare col contagocce, non credo di aver detto una fesseria.
Non è che dalla Primavera di Botticelli si deve passare direttamente a Mirò, ci sono delle sfumature nel mezzo. Prima di Mirò ci sono state altre sperimentazioni, c'è stata altra gente che ha voluto osare e che tuttavia non si è spinta così in là .
Se c'è un difetto di logica in quello che dico, mi dispiace ma non lo vedo.

Giusto per preservare il tuo esempio pittorico, devi contestualizzare ogni artista (e movimento artistico, e temperie artistica) nel suo tempo e nel suo spazio.

L'atto stesso dell'osare non ammette compromessi: il punto non è che da Giotto si debba passare al Grande Vetro di Duchamp (sarebbe impensabile); si osa sempre in riferimento a una situazione precedente, della quale si avverte il superamento in modo tangibile. Una volta che dagli sfondi piatti e dorati alla bizantina si passa alla profondità prospettica, si sono percorsi secoli e secoli di storia dell'arte. Il mutamento deve essere coerente con il passato, altrimenti sarebbe privo di senso, e ciò nonostante deve essere identificabile come un nuovo corso, un nuovo punto di partenza (una volta conosciuto il quale diventa impensabile tornare indietro). Altro esempio: le ombre colorate (soltanto intuite da Giotto e poi consapevolemente adoperate da Giorgione), dunque il cromatismo - le cose non sono come dovrebbero essere, ma sono come le vedi-. E andando avanti lungo questo ragionamento si arriva all'impressionismo: quello che viene dipinto è ciò che vede l'occhio, e cosa vede DAVVERO l'occhio? Luce e profondità luminosa, mica contorni definiti attorno alle figure.

Sono tutte piccole ma imprescindibili rivoluzioni. Non ci sono soluzioni accomodanti. In questi casi non si è "osato col contagocce", ma queste sono state piuttosto le proverbiali "gocce che hanno fatto traboccare il vaso".

Francamente lo trovo un discorso abbastanza noioso.

Comunque quello che volevo dire è che si può disegnare in maniera molto realistica, oppure passare attraverso varie sfumature di alterazione della realtà.
Si può caricare un po' di più o un po' di meno su alcune caratteristiche fisiche dei personaggi o dell'ambiente circostante (quello che intendevo con "osare") fino a raggiungere il grado estremo di semplificazione della figura umana. Il disegnatore interpreta la realtà e ne da una sua versione personale, giusto?
Ma non è detto che bisogna arrivare per forza al minimalismo. Ci sono vari gradi di sperimentazione che è possibile fare sulla figura umana.
Va bene? Mi sembra che non ci sia niente di strano in quello che ho detto.

Personalmente, quando si eccede in un certo senso, il disegno non mi piace più.
Per cui sì, ok, sperimentazione, va bene, ridurre i dettagli al minimo, abbozzare la realtà circostante ("osare"), ma non fino ad arrivare a rendere troppo oscuro quello che si sta rappresentando ("ma con il contagocce").

Se ancora non siete d'accordo allora va bene, mi candiderò con il PD.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 286 - Programma di rieducazione
MessaggioInviato: gio lug 01, 2010 2:27 pm 
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Iscritto il: gio mar 04, 2010 3:58 pm
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effettivamente la vignetta della macchina a pag. 28, dalle mie parti si dice, sembra fatto "allo sparagno"...(risparmio)


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