Ed ecco anche il parere dello Scricchiolo. Come anche per l'ultimo lavoro regolare di Dell'Agnol, il tanto discusso "Tutti gli amori di Sally", anche in questo caso non si può prescindere dai pennelli e dalla resa grafica nella valutazione globale della storia. Troppo originale, particolare, ardito e coraggioso il tratto da non rivestire di una certa aura magica una vicenda che viaggia tutto sommato sulla sufficienza, senza grosse originalità e senza -fortunatamente- deludenti picchi in ribasso. Dall'Agnol in questa storia assomma certe peculiarità alla Stano a qualcuna alla Piccatto. In altre è un Dall'Agnol quasi vecchia maniera, col valore aggiunto della raggiunta, impeccabile resa espressiva dei personaggi. Uno Stano più leggiadro e dinamico, e un Piccatto più preciso. Come dicevo altrove il paradosso di Dall'Agnol è che, pur essendo così originale, personale, artista nelle scelte alla fine riesce a ricreare la realt per quella che è realmente. Le sue vignette sono quasi foto, dove i personaggi si sposano alla perfezione con l'ambiente, dove le pose son naturali, dove poco importa se un viso è tratteggiato "male" in una scena ampia: tutto gli elementi si sposano alla perfezione tra loro, i corpi fanno cose e sono in posizioni che non lasciano perplessi. E da vicino, nei primi piani, bastano pochi tratti per rendere magnificamente i sentimenti dei personaggi...insomma, un grande! E veniamo alla vignette che più mi hanno fatto pensare-impressionato-ammaliato per un motivo o per l'altro: pagina sei, in basso a sinistra, volto di profilo di Eleonor: ma è Stano? Pagina nove, ancora in basso a sinistra: Piccatto? Pagina 27, quarta vignetta, magnificamente Dall'Agnol . Da pagina 33: le scene in casa di Eleonor sono tra le migliori: ambienti curati, mai banali, e a pagina 36 ti chiede: ma che ha voluto fa qua?? Pagina 44, terza vignetta: caccia alle streghe!! Pagina 45, ultima vignetta, Stano-ultimo periodo; pagina 47 è molto Piccattiana. Davvero molto interessante, anche da un punto di vista di scrittura, la scena della trasferta...uno dei momenti più azzeccati, un piccolo rallentamento che aggiunge sapore alla vicenda e la rende meno macchinetta-thriller. Le scene oniriche sono per me assai riuscite, macabre e spaventose, come nel caso delle visioni di Bless (da pagina 79). Insomma...Dall'Agnol coi pennelli fa quello che vuole, amo questi cambi di stile, queste re-interpretazioni così personali, e alla fine sempre riuscite scenicamente. Nel suo essere artista-quasi estremo per una testata ormai tradizionale come Dyd- è paradossalmente il più realistico di tutti. Vabbè, la storia...carina. Ma la troia di Sally si prestava meglio all'interpretazione Dall'Agnolesca. Questo mese abbiamo invece una storia più del tipo "mordi e fuggi", ma non per il disegno (s'era capito:D?) dove al contrario c'è da poco da fuggire; bisogna davvero guardare e rimirare. Con questo non dico che mi piaccia tutto incodizionatamente! Anzi! Alcune vignette da pagina 96 e la prima vignetta di pag. 98 sono a mio parere brutte forti. Ma vabbè, glielo perdoniamo. Si vede che a quel punto Piero si era un po' rotto i coglioni. Globalmente, accettabile. Se con la mitica Sally accadeva il miracolo, qui il miracolo è mezzo. Dall'Agnol funziona, ovviamente, sempre bene, ma è la storia ad essere diversa. Dove la vicenda di Sally si prestava a interpretazioni e riflessioni anche non banali e dove passione-desiderio-metafore di amore e sentimenti la facevano da padrone consegnandoci un albo davvero diverso per scrittura e disegno, qui rientriamo in ranghi canonici. Tutto chiaro. Troppo. E il disegno non può sovvertire il dato grezzo di un'indagine risolta senza troppi guizzi.
_________________ Charades, pop skill water hyacinth, named by a poet Imitations of life
Ultima modifica di GiovanePioniere il gio lug 01, 2010 12:12 am, modificato 4 volte in totale.
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