Secondo me invece è quasi tutta una questione di favori nei confronti di Dylan Dog, e del relativo staff che ci lavora.
Perché ho letto degli albi di Dylan Dog che hanno a che vedere con la paura quanto Giusy Ferreri con la canzone melodica...
Una storia come "Tre per zero" a chi è che fa paura? Oppure come si fa a catalogare "Memorie dall'invisibile" come storia di paura e nient'altro? Certe volte il Dylan Dog di una volta sarebbe stato da mettere come testimonial di un ipotetico "Almanacco del fumetto d'autore"
perché circoscrivere le sue storie alla paura lo trovo riduttivo...
Invece Dampyr ha quasi sempre offerto storie inquietanti, di paura per il lettore o per le trame, magari infarcite più di avventura che di indagine come invece Dylan Dog... però se il
metro di misura dev'essere la paura, secondo me, a parità di storie pubblicate, Dampyr ne ha offerta molto più di Dylan Dog.
Per questo sostengo che si tratta di favori, perché in Bonelli ci sono fumetti (per non dire "firme") di serie A e di serie B... Spesso ci si fa notare che la Bonelli non è una fabbrica di balocchi ma un'azienda vera e propria, che deve chiudere in attivo per non collassare... Ma dove s'è vista un'azienda che punta alla visibilità dei prodotti che già vendono da soli, tenendo in ombra quelli che, prodotti con la medesima passione, impegno e professionalità , non sono ai primi posti nelle vendite?!
D'accordo dare risalto ai primi numeri delle miniserie, ma caspio, ogni volta che esce un Gigante di Dylan Dog, il Color Fest o lo Speciale di Tex, non si vede altro nelle quarte di copertina delle testate Bonelli! Eppure non si tratta di certo di novità ... quando magari su altre serie ci sono storie altrettanto valide... ma non altrettanto fortunate.
Un altro po' e quando è uscito il Gigante di Dylan Dog disegnato da Alessandrini mettevano i manifesti sulle autostrade... mentre quando su Dampyr hanno debuttato nomi quali Cropera e Bocci,
silenzio assoluto da parte della casa editrice!
Tanto di cappello ad Alessandrini, ma parlo da lettore e consumatore... Lo stesso dovrebbe farlo,
in maniera imparziale l'editore Bonelli con tutti gli altrettanto validi disegnatori, e non soltanto se hanno l'onore di disegnare un Dylan Dog o un Tex!
Se alla luce di questo non è lecito parlare di favoritismi... spero per Bonelli che Brendon non esista mai realmente, sennò sale in redazione e lo gonfia come una zampogna (tanto per tornare in topic
)!