Intanto Dylan non sa raccontare le cose, ma in questo caso è giustificata: durante la conferenza non capiva niente di quello che veniva detto!
Allora, riprendo il racconto da dove lo avevo interrotto.
Bonelli finisce di parlare e iniziano le domande da parte del pubblico: come al solito di primo acchito c'è della titubanza e nessuno se la sente di rompere il ghiaccio, allora prende la parola Brindisi, presente in sala a titolo di uditore comune, e Bonelli, visto che Brindisi voleva parlare, esordisce così: "ah, proprio tu mi vuoi fare una domanda! Ci siamo sentiti al telefono ieri, com'è che invece hai aspettato oggi a chiedermi quello che vuoi chiedermi?" E Brindisi allora chiede (faziosamente): "Vorrei sapere se durante la tua carriera hai fatto un passo falso o c'è qualcosa che credi che non te la sentiresti di rifare". Bonelli allora parla di una pubblicazione che avrebbe voluto fare, degli albetti con delle storie di guerra sul modello di analoghi fascicoletti inglesi che andavano via come il pane, e Brindisi riprende la parola dicendo: "no, te l'ho chiesto perché tempo fa, alla stessa domanda, avevi risposto che un errore che non rifaresti è Dylan Dog."
E Bonelli ha spiegato il suo rapporto travagliato con questo personaggio, una benedizione editoriale ma anche uno scossone che ha rimescolato le carte in tavola nella casa editrice, accennando anche alla figura di Sclavi e al modo in cui probabilmente la testata sia nata "durante una chiacchierata in una pizzeria".
Dopo di questo ci sono stati altri interventi protrattisi anche per un bel po' e durante uno di questi finalmente mi sono deciso e dal mio posto (dietro Marcheselli) ho allungato una mano (su Marcheselli) e ho chiesto (a Marcheselli) se poteva autografarmi degli albi. Sul momento mi guarda con perplessità , poi dice che va bene, al che (abbastanza spudoratamente) gli metto sotto il naso tutti gli albi soggettati da lui per Dylan e dietro saggia ispirazione di Imp, gli chiedo di firmarmene uno con l'imperituro
Nun ce rompete! (che adesso è impresso sul mio quinto gigante, quello contenente
Serial killer, il cui soggetto è appunto di Marcheselli). Dopo di me si fa avanti Imp, che gli dice: "lo sa, signor Marcheselli, noi siamo quelli del forum di Cravenroad7!", al che il buon Mauro, prima così benevolo, stava per suonare in testa ad Imp l'albo che gli aveva dato da firmare!
Mentre accadeva tutto questo si concludono le domande a Bonelli, il quale torna al suo posto, cioè proprio davanti a noi, e prendono la parola Berardi, Castelli e Recchioni, che per fortuna parlano di cose finalmente abbastanza interessanti. Siccome dal fondo non si capiva niente ci alziamo e ci avviciniamo per ascoltare, ma la cosa deludente è che man mano dalla sala iniziavano a defluire le persone (sarà stata anche l'ora tarda) e praticamente la chiacchierata si è svolta soprattutto fra gli autori e le prime due file.
Nel frattempo Dylan riesce a far vedere i propri disegni a Mario Punzo (che si ricordava di lei!), il direttore della scuola di Comix di Napoli, ma questa cosa ve la può raccontare meglio lei e insomma, dopo la chiacchierata al tavolo riesco a braccare Castelli (cui ho fatto firmare i due crossover col buon vecchio zio Marty e
Dal profondo, al che il caro Alfredo se ne esce con un: "ohhhh, ma guarda un po' chi si rivede dopo tanto tempo, il mostro delle fogne..."; gli abbiamo anche fatto un piccolo test mnemonico chiedendogli se ricordava la filastrocca contenuta nella storia e lui si è prestato con molta disponibilità al gioco), mentre Dylan si fionda su Recchioni per costringerlo a farsi fotografare con noi (come testimonia la foto postata da Imp), poi lui ci saluta e noi iniziamo a raccogliere le nostre cose sparse un po' in giro fra le sedie.
Dopo tutto questo si apre la mostra, ma per tutti noi è un po' tardi e decidiamo di rimandare a un secondo momento la visita delle sale, al che scendiamo e, tanto per cambiare, chi ti troviamo all'ingresso che parlava al cellulare e fumava una sigaretta? Recchioni! Mentre noi uscivamo lui stava rientrando e, per sfortuna sua, lo importuniamo un'ultima volta chiedendo una firma su Mater Morbi e invitandolo alla sua prossima visita su suolo napoletano a prendere parte a una sessione del gioco copertine. Sempre con molta gentilezza l'autore accondiscende alla nostra richiesta (degli autografi, non delle coeprtine) e ci diamo appuntamento fra un mese per il Comicon.
Più o meno questo è quanto, molte cose "accessorie" le ho tralasciate per concisione (tipo la follia di Dylan oppure cloe che si lamentava della noia degli interventi degli autori Bonelli proprio dietro l'editore, o la madre di Dylan completamente afflitta dalla figlia e dal mondo del fumetto...).
Per integrazioni aspetto i resoconti degli altri.