Nyarlathotep ha scritto:
Scusa, ma non mi sembra molto logica 'sta cosa: a me il controfinale chiaverottiano piace, e comunque non sta scritto da nessuna parte che debba essere necessariamente una soluzione negativa, se non a livello di gusti personali; quindi per dire che una storia è brutta è assolutamente insufficiente addurre come unico motivo che vi è un controfinale chiaverottiano, semplicemente perché questo non è un motivo. Ciò che ci incuriosisce sapere è perché il controfinale chiaverottiano di "Blatte" imbruttisca la storia, e di argomenti a proposito di ciò ce ne sono zero.
Be', quelli che ho elencato io non ti bastano? Ne aggiungo ancora qualcun'altro: scrivendo, Chiaverotti aveva la fastidiosa tendenza ad accumulare scene forti e dall'immediato impatto senza unirle coerentemente l'una all'altra, spesso alla semplice ricerca del colpo a effett(acci)o; tendenza che si manifesta alla grande già nel suo primo albo, Il buio. Il controfinale Chiaverottiano è l'estremizzazione di questa caratteristica: a storia conclusa, vi è un ulteriore colpo di scena del tutto gratuito e generalmente scollegato da quanto accaduto in precedenza, narrativamente inutile e talora incoerente. Mi vuoi dire che c'è di buono in tutto questo?
E ancora: mi dici perché il finale di Blatte, che è poi quello di cui si sta discutendo, è un bel finale? Qual è la sua ragion d'essere, il suo significato? Giusto per discutere, beninteso (e per fare l'avvocato del diavolo, perché ribadisco che a me la storia non è dispiaciuta e l'ho anzi trovata divertente).