Allora, capolavoro proprio no, ci vuole ben altra massa per fare un <i>capolavoro</i>. Non è che trattare di morte, malattia, guerre, ed altri argomenti di un certo spessore rende la storia automaticamente un capolavoro, anche se la materia specifica è nota a chi racconta.
Storia buona sicuramente si.
Prima faccio il rompicoglioni, che ci sta bene, poi elogio i vari punti di forza (che in questo albo di certo ci sono).
Il problema di alcune storie dell'ultimo periodo (e inevitabilmente pure di questa) è la mancanza di idee in sequenza, idee che si allaccino, evoluzioni, varietà. Un albo non è UNA idea, ma tante idee unite a formare un intreccio coerente. La cosa diviene alquanto subdola, perchè spesso è l'autore stesso che fiuta una certa esilità di trama e per confondere eccolo inserire repentini cambi di scena, effettoni...ma queste sono appunto "scene", non idee. La storia non avanza, non progredisce; la storia si arricchisce di materia, si appesantisce, non fila e non scorre, sempre intrippata in loop ricorrenti di effetti speciali.
Qui c'è una grande idea, un grande tema trattato in maniera personale ed anche, a tratti, più letterario-saggistica che non fumettistica, e pochi sviluppi attorno. E' la coperta da allargare ad ogni costo, di fibra pregiata per carità, ma che non si estende mai davvero. Un'idea centrale che rimane centrale e non ne introduce altre. Talmente potente, a dire il vero, da non richiederne nemmeno altre, da sapersi reggere da sola. Ma così facendo arranca.
Il problemaa è che a pagina 50-60 il punto è chiaro, la morale -nobilissima-, è gia espressa, non ci sono cose "in più" da dire che non siano state dette od afferrate dal lettore. Dylan ha accettato Mater Morbi, l'ha abbracciata, ma al tempo stesso ha cercato pure di fottersela. Punto, la storia finiva là. Il resto aggiunge poco.
Ma per il tono dark, la sofferenza espressa in maniera autentica, sentita, sofferta, vibrante, questa storia si distingue anche da tante altre produzioni Dylaniate passate. C'è dolore e carnalità, in definitiva, ed è ciò che conta in un albo che fa dei tormenti del corpo il suo punto di forza. E alla fine, perchè no, il loop continuo ed arrancante è anche funzionale alla malattia, che oltre che crudele, quando è veramente bastarda sa essere pure petulante.
Comunque un bell'albo.
|