Cravenroad7

Forum dylaniato
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# 280 - Mater morbi
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Ottimo (9-10) 68%  68%  [ 81 ]
Voti totali : 120
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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 3:21 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Cyber Dylan</i>
<br />Come ogni tanto capita, vado controcorrente. [:o)]

Per me questa storia NON è un capolavoro.
E' da 6,5. Massimo 7. Nulla più.

Seguono
S
P
O
I
L
E
R

Stranamente, la struttura di Mater Morbi è abbastanza simile a quella dell'albo scorso (che i due autori si siano messi d'accordo? [:0]).
In ambo i casi, non c'è una vera storia ma piuttosto una "situazione" in cui Dyd si trova immerso fino al collo e in cui deve galleggiare finché 'qualcosa' non gli permette di cavarsela. Là era la casa (o Cagliostro?) che, stufatasi del gioco, lo lasciava andare; qui è la Mater Morbi, che lo libera dopo essersi lasciata sedurre da un paio di facili paroline.

Non ci sono veri personaggi. Là operai e donna facevano le belle statuine. Qui Vincent è uno stereotipo che esercita la funzione di 'spalla' io-so-tutto, ma non ha un'autentica caratterizzazione; potrebbe anche essere una femminuccia o un adulto (in effetti, parla proprio come un adulto consumato) e il suo discorso non cambierebbe di una virgola. Medici e infermiera sono tagliati con l'accetta e comunque non hanno un ruolo di spicco.

Non c'è vera suspense, dato che non c'è trama. C'è sicuramente atmosfera, ma mancando una precisa costruzione narrativa il lettore (io, perlomeno [:D]) si limita ad aspettare che Dylan se la cavi, dato che nei fumetti seriali il protagonista se la cava SEMPRE. La sorte di Vincent non turba granché, visto che era uno stereotipo.

C'è il sottofinale alla Chiaverotti. [:(] E qui glisso. Diciamo solo che lo trovo gradevole come una picconata nello scroto.

La forza di questo genere di storie, dove non c'è trama né costruzione della suspense, sta tutta nel <i>flavour</i> visuale. Insomma, nelle invenzioni 'fantastiche' che gli autori riescono a generare. E purtroppo in ambo i casi la fantasia latita.
La Barbato aveva scelto proprio le location più ovvie, quelle che verrebbero in mente a chiunque e che il 50% scarterebbe perchè troppo banali (un labirinto che trasmetta l'idea di 'perdersi'? ma certo, facciamo un labirinto di siepi! un luogo chiuso che dia atmosfera? una bella casa gotica!).
Recchioni è sulla stesa lunghezza d'onda. L'ospedale è un ospedale come tanti, sia nella sezione 'lustra' che in quella 'degradata'. Immagini come l'albero pieno di gente appesa hanno un po' di fascino, ma sono comunque facili e prevedibili. In ogni caso la loro funzione è fare da sfondo per permettere a Dyd di pontificare ed esprimere la propria filosofia sui malati (condivisibile o meno, resta il fatto che anche quella filosofia è prevedibile).

Più prevedibile di tutti è proprio la Mater Morbi. Da un po' di tempo è di moda nei fumetti rappresentare i concetti 'negativi' con un bell'aspetto. Ormai siamo all'anticonformismo-conformista. La Morte una volta era solo un teschiaccio, ora (l'abbiamo vista in Sandman... l'abbiamo vista nella prima serie di John Doe...) fa tendenza rappresentarla come una figona. La Mater Morbi è solo una variante di questo concetto.


Concludo rilevando che il fumetto non è realista in certi punti dove vorrebbe essere tale.
Per esempio, la risonanza magnetica (pagine iniziali) è nella realtà un esame TREMENDO se soffri di claustrofobia.
Io ci sono passato (in che circostanze non ha nessuna importanza) e vi assicuro che è come sentirsi sepolti vivi, con un 'muro' d'acciaio a un centimetro dal naso! [B)] Tanto che i medici avvertono SEMPRE i pazienti dicendo frasi tipo: "Se soffre di claustrofobia, tenga gli occhi chiusi. L'esame dura mezz'ora. Ovviamente se non resiste la tiriamo fuori, ma poi l'esame dobbiamo rifarlo tutto daccapo" (non è un esame che si può fare 'a rate')
Io non soffro di claustrofobia, ma dopo un minuto ho dovuto chiudere gli occhi perchè mi sentivo davvero sepolto vivo. Uno come Dylan dovrebbe sudar freddo dalla claustrofobia, dato che ha gli occhi spalancati... Invece niente. [V]


Voto: 6.
I disegni di Carnevale alzerebbero la media almeno fino a 7, ma preferisco bilanciare l'eccesso di voti-capolavoro.

Mi chiedo se questa sceneggiatura disegnata da Montanari & Grassani avrebbe riscosso lo stesso entusiasmo...
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Un conto è voler bilanciare i sondaggi, un conto è essere un minimo oggettivi... ossia valutare quest'albo a "6" come magari poteva esser stato valutato un "piccolo diavolo" o un "il giorno del licantropo" mi sembra veramente un cotrosenso... l'ho appena letto, e lo devo rileggere prima di dare un voto definitivo; ma se il piccolo diavolo raggiunge la sufficenza piena e abbondante, questo albo tocca livelli altissimi. Come impegno, riflessione, disegni e sceneggiatura.


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 3:30 pm 
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Iscritto il: mer mar 04, 2009 12:00 am
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Ciscoide</i>


Un conto è voler bilanciare i sondaggi, un conto è essere un minimo oggettivi... ossia valutare quest'albo a "6" come magari poteva esser stato valutato un "piccolo diavolo" o un "il giorno del licantropo" mi sembra veramente un cotrosenso... l'ho appena letto, e lo devo rileggere prima di dare un voto definitivo; ma se il piccolo diavolo raggiunge la sufficenza piena e abbondante, questo albo tocca livelli altissimi. Come impegno, riflessione, disegni e sceneggiatura.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
pienamente d'accordo...l'ipercriticità tecnica e la controtendenza per partito preso sono incomprensibili.


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 3:35 pm 
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Iscritto il: ven nov 28, 2008 6:30 pm
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Bè, neanche per me è da 6, almeno 7.
Ma le osservazioni di Cyber sono comunque molto interessanti e forse vogliono dire, pur non mettendo in dubbio il fatto che siamo di fronte a una storia più che buona, che "Mater Morbi" non è quello sconvolgente capolavoro da 10.


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 3:42 pm 
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posso capire perchè Dyd debba sempre seguire il canovaccio classico???Se una storia è ben fatta perde valore solo perchè non c'è un'indagine, ad esempio?


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 3:54 pm 
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A me questa storia ha comunicato tanto anche per il fatto che a causa di un incidente in moto sono passato fra emorragia,terapia intensiva,tac varie e anche cicatrice post operazione(IDENTICA A QUELLA CHE HA DYLAN!!!!)....Tuttavia Capolavoro non mi sento di dirlo neanch io,e molti motivi li ha spiegati perfettamente cyber dylan, ma effettivamente se si da un 6 al piccolo diavolo.......i disegni senz altro aumentano il punteggio di 1.5 minimo! Forse però Recchioni è stato troppo cinico nei confronti dei medici!Concordo con lo stereotipo della Mater Morbi figona...banalissimo!


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 3:55 pm 
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Iscritto il: dom ott 29, 2006 4:00 am
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Il problema (almeno per me) non è che non ci sia un'indagine quanto il fatto che non ci sia neanche una vera e propria trama.

Una storia può comunque reggere anche senza trama, se costruisce situazioni e soluzioni visive originali e affascinanti. Qui invece a me pare tutto abbastanza ovvio e prevedibile.


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 4:14 pm 
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Iscritto il: ven dic 04, 2009 1:54 am
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Nyarlathotep</i>
<br />Bè, neanche per me è da 6, almeno 7.
Ma le osservazioni di Cyber sono comunque molto interessanti e forse vogliono dire, pur non mettendo in dubbio il fatto che siamo di fronte a una storia più che buona, che "Mater Morbi" non è quello sconvolgente capolavoro da 10.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Sicuramente, anche io condivido in piccola parte l'analisi tecnica di cyber, e non mi sento di dare un dieci a quest'albo come a nessuno degli altri che ho letto sin'ora, e non sono pochi. Il "capolavoro" si distacca molto dall'"eccellenza", come la "sufficenza" ne è diversi gradini sotto. Ma in questo caso, penso che globalmente non si possa negare che il lavoro svolto dietro questa storia è incredibile. E affermo questo non pensando ad un dieci, ma ad un 8/9 si. Ed è molto diverso dal 7 che potevo dare al giorno del licantropo, al 6 del giardino delle illusioni o al 6 e mezzo del piccolo diavolo. Qui stiamo molti gradini più in alto, e non bisogna per forza parlare di capolavoro assoluto per ammetterlo. Le metafore come questa si erano perse, e dopo aver letto un "necropolis", questa è una storia che si avvicina ed eguaglia un tale carico di ansia, paura e, perchè no, di confronto con un'ipotetica realtà. Si pensa che le cose brutte capitino solo agli altri. bene, questa è fantasia. Ma spesso ci si deve ricredere, il confine tra fantasia e realtà è molto più delicato di quello che si pensa.


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 4:17 pm 
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Iscritto il: ven dic 04, 2009 1:54 am
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Cyber Dylan</i>
<br />Il problema (almeno per me) non è che non ci sia un'indagine quanto il fatto che non ci sia neanche una vera e propria trama.

Una storia può comunque reggere anche senza trama, se costruisce situazioni e soluzioni visive originali e affascinanti. Qui invece a me pare tutto abbastanza ovvio e prevedibile.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Caro cyber, la trama io la vedo confrontanto l'esperienza di tutti i giorni. Anche l'eroe più determinato cade di fronte al corpo che marcisce, a volte può andare bene, altre no. Ed in mezzo, sono gli altri che ci complicano ulteriormente la vita, o quella che ci resta; non riuscendo a comprendere, o a capire, quello che si sta passando. La tua unica compagna in questi casi è la malattia che ti distrugge


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 4:18 pm 
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Iscritto il: mar mag 03, 2005 8:56 pm
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<font color="red"><font size="5">SPOILER</font id="size5"></font id="red">

Dato che per l'albo precedente ho votato troppo istintivamente eccellente, mi sono tenuto sullo stesso voto perchè di primo acchitto avrei votato capolavoro. Partiamo da un dato incontrovertibile. GRan copertina di Stano. I disegni di Carnevale (ma già si vedeva dalle varie preview) sono da antologia. Pura estasi visiva che crea un atmosfera straniante. E qui concorre la sceneggiatura di un RRobe in forma, la concentrazione patemica è forte perchè probabilmente è una sorta di riproposizione di una sua vita vissuta. Credo che i comprimari non siano poi così assenti, magari interagiscono poco con Dylan a parte Mater Morbi e Vincent; ma pe quanto possano sembrare vicini ad uno stereotipo consolidato, funzionano nel naturale decorso narrativo della storia e la sceneggiatura li caratterizza in maniera per me molto efficace. A parte, come dice Cyber Dylan, una Mater Morbi forse troppo arrendevole nel lasciar andare Dylan. Questione impegno sociale: concordo con KhA`ronT: Recchioni costruisce una buona storia in cui l'impegno è presente ma non invasivo, dando i naturale spazio ai voli pindarici che sono nella naturale cifra stilistica della testata. Sono comunque pienamente soddisfatto.

SOGGETTO: 8
SCENEGGIATURA: 9
DISEGNI: 9,5
COPERTINA: 9


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 4:56 pm 
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Iscritto il: dom ott 29, 2006 4:00 am
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Ciscoide</i>
<br />Caro cyber, la trama io la vedo confrontanto l'esperienza di tutti i giorni. Anche l'eroe più determinato cade di fronte al corpo che marcisce, a volte può andare bene, altre no. Ed in mezzo, sono gli altri che ci complicano ulteriormente la vita, o quella che ci resta; non riuscendo a comprendere, o a capire, quello che si sta passando. La tua unica compagna in questi casi è la malattia che ti distrugge
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
Ripeto, per me (e sottolineo: <u>per me</u>) non siamo in presenza di una "trama" ma solo di una "situazione".

Poi fare appello alle esperienze personali serve a poco in questi casi. Io in ospedale ci sono stato più di una volta, per parecchi giorni di fila, senza che neanche un gatto mi venisse a trovare. Eppure non ho mai fatto pensieri come quelli di Dylan.
Questo significa che la storia è 'sbagliata'? No, perchè io sono io mentre RRobe e RRobe. Resta il fatto che la maniera di descrivere la malattia che fa questa sceneggiatura non mi ha colpito più di tanto.


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 5:07 pm 
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Iscritto il: lun set 26, 2005 4:13 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Ripeto, per me (e sottolineo: <u>per me</u>) non siamo in presenza di una "trama" ma solo di una "situazione".<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Ma è così essenziale che ci sia "la storia" al posto della "situazione"?
alcuni esempi:
"Partita con la morte"
"Il settimo girone"
"Oltre quella porta"
"Necropolis"

...sempre se ho capito bene quello che intendevi...


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 5:17 pm 
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Iscritto il: ven nov 28, 2008 6:30 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dick Carr</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Ripeto, per me (e sottolineo: <u>per me</u>) non siamo in presenza di una "trama" ma solo di una "situazione".<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Ma è così essenziale che ci sia "la storia" al posto della "situazione"?
alcuni esempi:
"Partita con la morte"
"Il settimo girone"
"Oltre quella porta"
"Necropolis"

...sempre se ho capito bene quello che intendevi...
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Bè, non intendo riferirmi a "Mater Morbi" in particolare, ma, per rispondere alla tua domanda, da che mondo è mondo i grandi lavori della narrativa si basano sul racconto di una storia con personaggi, vicende, sviluppi della trama e finali.
Ripeto, non mi riferisco a "Mater Morbi", ma, per esempio, già ne "Il giardino delle illusioni" questa osservazione è abbastanza veritiera, tant' è che io dissi che quella più che una storia di Dylan Dog era un saggio su Dylan Dog.
Poi non vuol dire che un lavoro di questo tipo non sia comunque apprezzabile (al numero del mese scorso ho dato "buono"), ma Dylan Dog in linea di massima è un fumetto che racconta storie horror, anche se gli strappi alla regola sono ben accetti.
Poi, secondo me, le storie che hai preso ad esempio una trama ce l' hanno eccome, a parte forse "Oltre quella porta" che è anch' essa sottoponibile all' osservazione che ho fatto per "Il giardino delle illusioni" (che non è una critica negativa ma solo appunto un' osservazione).


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 5:23 pm 
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Iscritto il: lun giu 08, 2009 5:31 pm
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Prima le buone cose: Carnevale eccezionale.

Ora le note dolenti o quasi: quoto in toto il discorso di Cyber Dylan, e aggiungo di mio qualcosina. Premetto che sono stato un lettore di John Doe dall'inizio alla fine e non so se dispiacermi o meno della sua nuova incarnazione editoriale: Dylan Dog.
Mi spiego meglio, qui al posto dell'ennesima entità incarnata e carnale (cheppalle!)abbiamo Mistress Morbi (imo nome più adatto)al posto di Morte, abbiamo il solito albero delle pene (cheppalle!) abbiamo Dylan\john DOE che "apre gli occhi" e si ritrova in una situazione assurda o in una dimensione parallela ecc. (cheppalle!), abbiamo il citazionismo ruffianello (inizio simile a "necropolis" storia molto amata dagli aficionados dylaniati,il dottore buono si chiama "Faber" omaggio a DeAndrè che si sa piace tanto a Sclavi e ai lettori di Dyd, come Vonnegut del resto) un certo didascalismo, probabilmente voluto però(tutte le procedure mediche descritte nei particolari).
E il finale? Deludente, come nelle due storie precedenti di Recchioni: anche qui abbiamo un Dylan che si rivela un vero e proprio psicologo dell'incubo e ribalta la situazione con le parole e non con i fatti (nella storia del color convinceva il serial killer di avere fatto il suo tempo, nel modulo a38 fregava lo psicologo dell'azienda\entità risolvendo un enigma\paradosso, qui convince Mistress Morbi di essere un'entità sola -poverella- e se la tromba, come jD con Morte).
Sinceramente, o l'immaginario di Rrobe è un po' limitato o sono io che ho letto e amato troppo JD.
Per il resto la professionalità non manca, ma quella che si presumeva essere una storia "sentita" che nasce dal profondo a me pare un'ennesima prova di fredda razionalità applicata alla sceneggiatura.
Devo ancora decidere il voto, che non è scarso, ci mancherebbe, ma nemmeno eccezionale.

P.s. non è che si sta preparando già il seguito? perchè non vorrei venire a scoprire che Mistress Morbi aspetta un figlio vendicativo da Dylan e che, ecc. ecc. (continua su Dylan DOE!)


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 6:05 pm 
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Iscritto il: mer ott 07, 2009 11:34 am
Messaggi: 56
A me pare che alcuni ,al momento della lettura di un albo gia preannunciato come capolavoro ,fossero lì ad aspettare la prima falla un po come si aspetta l incidente alla partenza del Gran Premio di F1......inutile cercare il pelo nell' uovo perchè aldilà di ogni ragionevole analisi quest albo un 9 lo merita ampiamente


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MessaggioInviato: mer dic 23, 2009 6:57 pm 
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Iscritto il: mer mag 06, 2009 9:54 am
Messaggi: 1484
Le aspettative non sono state deluse anzi ... ho assegnato a quest'albo un ECCELLENTE perchè credo che se lo meriti, già solo per aver concluso un' annata così scarsa in maniera più che decorosa.

SPOILER

"Mater Morbi", la madre di tutte le malattie è sconvolgente, accattivante ma soprattutto estremente angosciante. La mano di Carnevale rende perfettamente l'idea dell'atmosfera mefitica in cui Dylan Dog vive (o meglio sopravvive) per tutto l'albo.
La maestria di Recchioni sta nel creare, attraverso un gioco su più piani, il travaglio del malato terminale: egli, infatti, alterna ai momenti di vita reale dell'ospedale in cui si trova Dylan, i momenti di visioni oniriche e cupe del regno di Mater Morbi. Attraverso questa costruzione di piani alternati Recchioni si spinge oltre e lancia un messaggio di denuncia sociale riguardo alle tematiche dell'accanimento terapeutico. Dylan viene così fagocitato in questo universo mostruoso in cui la malattia si nutre delle inutili sofferenze causate dal dolore, e non si capisce bene quando siamo di fronte al sogno e quando di fronte alla realtà, talmente l'autore ha ben amalgamato le scene. La presenza del ragazzino Vincent, che conduce Dylan nella morsa della sua carnefice, è allo stesso tempo una guida attraverso il sogno; Vincent vorrebbe sfruttare Dylan per riuscire a capire se sia possibile vincere e non solo lasciarsi andare ad un'inevitabile tortura. La scelta di Dylan si trova tra il ribellarsi alle torture sadomaso di Mater Morbi (e quindi lottare nei confronti della malattia) oppure lasciarsi andare ad essa e alle sue mostruosità. Dylan sceglie di "amare" la malattia e di accettarla; quindi una scelta in bilico tra le due opzioni.
Nelle ultime pagine Dylan dice "Ma cosa succede quando il male è una parte di noi? Ignorarlo o rifiutarlo è inutile e dannoso". Perchè? Semplice, la malattia rappresenta qualcosa di reale e tangibile con cui bisogna fare i conti quotidianamente, anche se non ci riguarda direttamente. Quindi attraverso una mostruosa allegoria del calvario finale Recchioni ci dice "la realtà, qualunque essa sia, va accettata e amata"; si tratta di un messaggio estremamente coraggioso.
Oddio mi sono persa nei meandri della mia mente [:D]
E' vero non c'è una trama, per lo meno non ce n'è una che segua un filo logico. In ogni caso credo che questo sia poco importante perchè questa storia è essenzialmente strutturata su parallelismi tra realtà e sogno, dove la seconda parte è semplicemente un'immensa allegoria del viaggio attraverso la malattia di un qualunque malato terminale. La malattia viene rappresentata attraverso una personificazione le cui caratteristiche sono la cattiveria e l'accaninento estremo. E' una donna bellissima ma spietata che consuma le sue vittime fino all'osso, e sembra una gothic-dark lady sadomaso. Certo, Dante l'avrebbe rappresentata in altro modo ma ormai siamo nel 2009 quindi ... diamo spazio a queste rappresentazioni più moderne[:D]! Dal momento che nessuno ama la malattia, come dice lo stesso indagatore, questa donna è ovviamente sola e disperata ancora più delle sue vittime. Il solo modo per combatterla è amarla, infatti ne esce fuori una bellissima scena di sesso che un po' mi aspettavo, ma che conclude il calvario in modo eccellente.


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