<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Cyber Dylan</i>
<br />Come ogni tanto capita, vado controcorrente. [:o)]
Per me questa storia NON è un capolavoro.
E' da 6,5. Massimo 7. Nulla più.
Seguono
S
P
O
I
L
E
R
Stranamente, la struttura di Mater Morbi è abbastanza simile a quella dell'albo scorso (che i due autori si siano messi d'accordo? [:0]).
In ambo i casi, non c'è una vera storia ma piuttosto una "situazione" in cui Dyd si trova immerso fino al collo e in cui deve galleggiare finché 'qualcosa' non gli permette di cavarsela. Là era la casa (o Cagliostro?) che, stufatasi del gioco, lo lasciava andare; qui è la Mater Morbi, che lo libera dopo essersi lasciata sedurre da un paio di facili paroline.
Non ci sono veri personaggi. Là operai e donna facevano le belle statuine. Qui Vincent è uno stereotipo che esercita la funzione di 'spalla' io-so-tutto, ma non ha un'autentica caratterizzazione; potrebbe anche essere una femminuccia o un adulto (in effetti, parla proprio come un adulto consumato) e il suo discorso non cambierebbe di una virgola. Medici e infermiera sono tagliati con l'accetta e comunque non hanno un ruolo di spicco.
Non c'è vera suspense, dato che non c'è trama. C'è sicuramente atmosfera, ma mancando una precisa costruzione narrativa il lettore (io, perlomeno [:D]) si limita ad aspettare che Dylan se la cavi, dato che nei fumetti seriali il protagonista se la cava SEMPRE. La sorte di Vincent non turba granché, visto che era uno stereotipo.
C'è il sottofinale alla Chiaverotti. [:(] E qui glisso. Diciamo solo che lo trovo gradevole come una picconata nello scroto.
La forza di questo genere di storie, dove non c'è trama né costruzione della suspense, sta tutta nel <i>flavour</i> visuale. Insomma, nelle invenzioni 'fantastiche' che gli autori riescono a generare. E purtroppo in ambo i casi la fantasia latita.
La Barbato aveva scelto proprio le location più ovvie, quelle che verrebbero in mente a chiunque e che il 50% scarterebbe perchè troppo banali (un labirinto che trasmetta l'idea di 'perdersi'? ma certo, facciamo un labirinto di siepi! un luogo chiuso che dia atmosfera? una bella casa gotica!).
Recchioni è sulla stesa lunghezza d'onda. L'ospedale è un ospedale come tanti, sia nella sezione 'lustra' che in quella 'degradata'. Immagini come l'albero pieno di gente appesa hanno un po' di fascino, ma sono comunque facili e prevedibili. In ogni caso la loro funzione è fare da sfondo per permettere a Dyd di pontificare ed esprimere la propria filosofia sui malati (condivisibile o meno, resta il fatto che anche quella filosofia è prevedibile).
Più prevedibile di tutti è proprio la Mater Morbi. Da un po' di tempo è di moda nei fumetti rappresentare i concetti 'negativi' con un bell'aspetto. Ormai siamo all'anticonformismo-conformista. La Morte una volta era solo un teschiaccio, ora (l'abbiamo vista in Sandman... l'abbiamo vista nella prima serie di John Doe...) fa tendenza rappresentarla come una figona. La Mater Morbi è solo una variante di questo concetto.
Concludo rilevando che il fumetto non è realista in certi punti dove vorrebbe essere tale.
Per esempio, la risonanza magnetica (pagine iniziali) è nella realtà un esame TREMENDO se soffri di claustrofobia.
Io ci sono passato (in che circostanze non ha nessuna importanza) e vi assicuro che è come sentirsi sepolti vivi, con un 'muro' d'acciaio a un centimetro dal naso! [B)] Tanto che i medici avvertono SEMPRE i pazienti dicendo frasi tipo: "Se soffre di claustrofobia, tenga gli occhi chiusi. L'esame dura mezz'ora. Ovviamente se non resiste la tiriamo fuori, ma poi l'esame dobbiamo rifarlo tutto daccapo" (non è un esame che si può fare 'a rate')
Io non soffro di claustrofobia, ma dopo un minuto ho dovuto chiudere gli occhi perchè mi sentivo davvero sepolto vivo. Uno come Dylan dovrebbe sudar freddo dalla claustrofobia, dato che ha gli occhi spalancati... Invece niente. [V]
Voto: 6.
I disegni di Carnevale alzerebbero la media almeno fino a 7, ma preferisco bilanciare l'eccesso di voti-capolavoro.
Mi chiedo se questa sceneggiatura disegnata da Montanari & Grassani avrebbe riscosso lo stesso entusiasmo...
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Un conto è voler bilanciare i sondaggi, un conto è essere un minimo oggettivi... ossia valutare quest'albo a "6" come magari poteva esser stato valutato un "piccolo diavolo" o un "il giorno del licantropo" mi sembra veramente un cotrosenso... l'ho appena letto, e lo devo rileggere prima di dare un voto definitivo; ma se il piccolo diavolo raggiunge la sufficenza piena e abbondante, questo albo tocca livelli altissimi. Come impegno, riflessione, disegni e sceneggiatura.
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