Io appartengo all'asse Cyber Dylan-Fedylaniata: mi colloco perpendicolarmente rispetto a questa storia.
PUO' CONTENERE SPOILER
La classica storia meccanismo. Basta pensare a <i>Volta la carta</i> di De André:
<i>C'è una donna che semina il grano volta la carta si vede il villano,
il villano che zappa la terra volta la carta viene la guerra,
per la guerra non c'è più soldati a piedi scalzi son tutti scappati.</i>
Una storia la cui linearità costituisce la propria fragilità: siccome può accadere tutto e tutto può derivare da tutto, allora è irrilevante ciò che viene scritto. Dylan dalla caverna dei pipistrelli poteva passare ovunque, una delle tante porte poteva sbucare ovunque e far capitare qualsiasi cosa. Praticamente, un susseguirsi di situazioni ininfluenti.
...MA a chi non piace <i>Volta la carta</i> di De André?
I miei dubbi restano sul fatto che se le paure di Dylan sono quelle, allora Dylan è davvero un miserabile e un vanesio. Il problema di questa storia è che affronta, secondo me, le presunte paure del protagonista dal punto di vista del personaggio di carta e non della "persona" Dylan Dog: le paure non fanno paura, la storia non fa paura, non si avverte l'inquietudine di Dylan, sembra solo di trovarsi alla presenza di un Dorian Gray che cerchi un qualche motivo per giustificare la propria esistenza.
...D'altra parte, c'è da dire che purtroppo mi riconosco in alcuni di quei momenti in cui non solo "ci si parla addosso", ma addirittura "ci si pensa addosso". Insomma, uno di quei tanti momenti di miserabile vanità tipicamente umana in cui, sebbene sembri ci si voglia sminuire e/o decostruire, ci si compiace della propria autoanalisi.
Purtroppo, credo che a essere giusto sia il titolo, non l'argomento, della storia: <i>Il giardino</i> parla di illusioni, non di paure. Le paure sono un'altra cosa.
Alcuni bei momenti (per inciso, a me i disegni di Soldi sono piaciuti) ed il finale più NIENTE di sempre: se esistesse una parola che fosse più carica di vuoti ed aridità di niente, ecco, quella sarebbe la parola adatta alla descrizione del finale.
...ma d'altra parte è una storia meccanismo, in cui tutto è insignificante e si è svolto aleatoriamente, quindi un qualsiasi finale sarebbe andato bene, quindi perché non un finale nullo e assolutamente non significativo come quello proposto?
Una storia che "capisco", ma che non condivido.
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