Cravenroad7

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#18/G - Il vecchio che legge
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Autore Messaggio
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MessaggioInviato: mer nov 18, 2009 4:40 pm 
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Iscritto il: sab lug 03, 2004 10:42 pm
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Ma quello sì, l'ho letto. Il Gigante, appunto![:D]

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http://trascorsi.splinder.com/


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MessaggioInviato: ven nov 20, 2009 2:57 pm 
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Iscritto il: gio ott 26, 2006 8:53 pm
Messaggi: 2493
Finalmente ho letto il Gigante.
Le quattro storie sono buone, ma per un motivo o per l'altro nessuna di loro mi ha convinto in pieno.
Però Celoni osa trasformare una storia di Dylan in poesia, la Barbato osa trattare tematiche "forti", Dall'Agnol osa disegnare con uno stile sempre più estremo e sempre meno leggibile. Per premiare un Gigante che osa e che sperimenta così tanto ho votato "eccellente", però un po' di amaro in bocca mi è rimasto.
Nei prossimi giorni scriverò un commento più approfondito_


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MessaggioInviato: sab nov 21, 2009 3:24 pm 
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Iscritto il: mer mar 04, 2009 12:00 am
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Ho letto il gigante la settimana scorsa...l'ho riletto oggi.
in generale lo ritengo buono, soprattutto in "tueentoun"(qualcuno ha preso carta e penna per ricostruire le combinazioni genetiche?...molto elaborato, originale...complimenti).
Il vecchio che legge (non so perchè non riesco a non pensare a Guccini, al "vecchio e il bambino" e a "il pensionato")è un albo appassionato, non facilmente digeribile, ma buono.
Blatte non mi ha entusiasmato, "per una rosa" è la Classica storia breve ben riuscita.

Le ambientazioni di Tueentoun mi han fatto venire in mente, forse erroneamente,le ambientazioni di un racconto scritto da un utente di questo forum, mi sembra si chiamasse "Memorie da Vigevano"...sono pazzo?


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MessaggioInviato: sab nov 21, 2009 4:03 pm 
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Iscritto il: gio set 21, 2006 12:50 pm
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Località: Vageno
Non sei pazzo, infatti io sono Paola Barbato ;)


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MessaggioInviato: sab nov 21, 2009 4:15 pm 
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Iscritto il: mer mar 04, 2009 12:00 am
Messaggi: 116
l'hai scritto tu quel racconto???


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MessaggioInviato: sab nov 21, 2009 4:16 pm 
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Iscritto il: gio set 21, 2006 12:50 pm
Messaggi: 3329
Località: Vageno
Affermativo.


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MessaggioInviato: sab nov 21, 2009 4:30 pm 
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Iscritto il: ven feb 23, 2007 2:58 pm
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Località: Inland Empire
Complimenti ancora ad Eraserhed per il suo <i>Memorie</i>.
Secondo me le due storie son parecchio diverse, però qualcosa che le ricorda se yazid ci ha pensato ci deve essere! Ognuno vede secondo il suo filtro, giustamente!
La storia della Barbato per me è molto divertita, morbosetta, e con un costante, interessantissimo pruriginio di pudenda da inizio a fine. La storia del piccolo genovese è più drammatica e "morale", da giudizio universale ampio che alla fine riguarda un po' tutti. E nel buco sembra che ci si finisca anche noi [:0]
La Barbato invece alla fine sembra dire Se la sbrighino loro, sta città di pervertiti! [:D].
Approcci diversi, ma assai godibili entrambi! Oltre al fatto che vabbè, giocano pure su terreni differenti come scritto narrativo e fumetto, che quindi è più complicato paragonare.
Il punto di contatto è quello della comunità si...ma comunità ben diverse, eh! Però dicci la tua yazid!


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MessaggioInviato: sab nov 21, 2009 5:22 pm 
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Iscritto il: mer mar 04, 2009 12:00 am
Messaggi: 116
giovane pioniere, sempre molto ficcanti i tuoi commenti!eh eh...
guarda leggendo la storia m'è venuto in mente quel racconto...non saprei bene dirti il perchè...
mi impegno a rileggerlo e ti farò sapere!


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MessaggioInviato: sab nov 21, 2009 5:45 pm 
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Iscritto il: ven feb 23, 2007 2:58 pm
Messaggi: 5368
Località: Inland Empire
Quando mi fai sapere?


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MessaggioInviato: sab nov 21, 2009 6:33 pm 
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Iscritto il: mer mar 04, 2009 12:00 am
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calmo pioniere, calmo...
le tue osservazioni sono puntuali. tuttavia si rivede in entrambi i racconti la comunità "maledetta", l'amore di due ragazzini divenuto proibito e impossibile, il paesino sperduto e fuori dal mondo.
sono d'accordo sul diverso approccio narrativo e sulla godibilità d'entrambi...
mah, forse le contiguità son frutto di miei arabeschi mentali...
in ogni caso ripresento le mie congratulazioni a Eraserhead per lo scritto, che mi ha appassionato anche in seconda lettura (le citazioni di De andrè non sono mai una pecca!anch'io mi sono scontrato tempo fa con utenti su questo argomento...tra cui proprio GP, se non erro!...)


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MessaggioInviato: sab nov 21, 2009 6:50 pm 
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Iscritto il: ven feb 23, 2007 2:58 pm
Messaggi: 5368
Località: Inland Empire
[:D] scherzavo quando ti davo l'assillo prima [:D]
Ah De Andrè e le sue citazioni smaciullagonadi [:D] e vabbè, se le storie son belle ce ne faremo una ragione


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MessaggioInviato: sab nov 21, 2009 8:06 pm 
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Iscritto il: gio set 21, 2006 12:50 pm
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Località: Vageno
Aldilà dell'improbabile comparazione tra la scrittura di una professionista e quella di unochescrivetantoperdivertirsi, anche io come GP non vedo analogie palesi tra il mio racconto e Tueentoun, ma è pur vero che l'ambientazione del paesino richiama Memorie da Vageno, e quindi Cent'anni di solitudine. Ringrazio entrambi, e... quando facciamo un altro concorso?


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MessaggioInviato: dom nov 22, 2009 11:47 am 
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Iscritto il: ven feb 23, 2007 2:58 pm
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Località: Inland Empire
Speriamo presto...capirai mo stanno tutti a impazzire con la Wikidyd! Però per natale ci stava bene!!!!


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MessaggioInviato: lun nov 23, 2009 2:56 am 
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Iscritto il: gio ott 26, 2006 8:53 pm
Messaggi: 2493
h.16:45

SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

<b>IL VECCHIO CHE LEGGE</b>
Un viaggio psichedelico nella mente di un uomo, una poesia mascherata da fumetto.
All'inizio sembra una storia come tante altre: Dylan viene ingaggiato per indagare sulla sparizione di Ozra, chiede aiuto a Bloch, fa qualche sopralluogo. La svolta arriva con l'entrata in scena di Groucho (o meglio, di un capotreno con le sembianze di Groucho), momento inquietante e che segna un brusco passaggio dalla realtà alla surrealtà, dal giallo alla psichedelia pura.
Da lì in poi, infatti, la trama si dissolve completamente e la successione degli eventi segue non più un filo logico, ma il fluire del sogno di Dylan/Ozra.
Alle domande iniziali (Ozra è ancora vivo? Perché aveva un biglietto da visita di Dylan?) Celoni non dà una risposta, anzi, l'intera storia - proprio come una poesia - non offre spiegazioni, ma si abbandona all'interpretazione del lettore.
Ozra è prigioniero e al contempo carceriere dei propri ricordi. La sua mente è occupata dai tanti libri che ha letto, dalle esperienze che ha vissuto (le persecuzioni naziste), dalle donne che ha amato (Vittoria, la bambina che non ha un volto, forse perché non è una persona in particolare ma solo la personificazione di un desiderio d'amore mai realizzato). Ozra viene continuamente (e letteralmente) ucciso dai propri ricordi e per questo non muore mai davvero, ma resta in una sorta di limbo dal quale Dylan, nel finale, riesce a salvarlo impedendogli di morire di nuovo, quindi permettendogli di morire definitivamente. Ozra libera i ricordi dalla prigione, i ricordi liberano lui.
?Il vecchio che legge? è una storia coraggiosa e sperimentale, tanto nella sceneggiatura quanto nei disegni, ma è rovinata dall'eccesso di retorica: Dylan descrive con parole ricercate e poetiche i suoi dubbi esistenziali (il che, oltre a risultare stucchevole, non è in linea con il personaggio); le didascalie, le descrizioni e le citazioni letterarie appesantiscono vignette che il lettore può osservare e interpretare anche da solo.
Insomma, la storia è buona (forse la migliore del Gigante) e dimostra che Celoni se la cava molto bene anche come sceneggiatore, ma il tono poetico e gli spunti filosofici vanno utilizzati col contagocce, altrimenti diventa facile cadere nei luoghi comuni.

<b>BLATTE</b>
Dopo aver affrontato temi impegnativi come la guerra (?L'inferno in terra?) e i decessi nei luoghi di lavoro (?Le morti bianche?), Gualdoni si cimenta con una storia leggera e paradossale come ?Blatte?. L'idea dell'inversione dei ruoli - Dylan che si trova vittima dei disinfestatori che lui stesso ha chiamato, i disinfestatori che vengono a loro volta infestati dagli insetti - funziona bene e diverte, i disegni di Saudelli sono perfetti per l'occasione. L'impressione è che Gualdoni dia il meglio di sé proprio con le storie brevi e dal tono ironico (penso anche a ?Call center?, pubblicata nello scorso Gigante).

<b>TUEENTOUN</b>
Le sceneggiature della Barbato hanno nell'atmosfera e nella tensione i loro punti di forza.
?Tueentoun? non fa eccezione: tutto contribuisce a coinvolgere il lettore, dal modo in cui Dylan introduce la vicenda, alla credibilità dei dialoghi, all'aria cupa e torbida che si respira nel paese. I temi trattati sono forti, si parla infatti di controllo delle nascite, quindi di incesti, di donne costrette a farsi ingravidare da tutti per il bene comune, di aborti forzati, di figli disabili tenuti nascosti, persino di omicidi finalizzati a mantenere uguale il numero di uomini e di donne nella comunità. Fra le righe si potrebbero anche intravedere una critica alla mentalità provinciale (l'amore per il pettegolezzo, l'ipocrisia, la discriminazione di chi ha costumi troppo liberi) e una riflessione sulle difficili condizioni della donna in alcuni contesti sociali.
L'intreccio tutto sommato si regge, anche se l'idea (di per sé buona) di rendere identici nell'aspetto gli abitanti di Tueentoun può disorientare il lettore meno attento. Ciò che delude è il finale, non all'altezza delle pagine precedenti (con la Barbato ai testi capita spesso): spiegazioni fin troppo dettagliate, solito ricorso alle maledizioni, qualche incongruenza e la sensazione di aver visto tanto fumo per poco arrosto.
Così ?Tueentoun? rimane una storia riuscita e appassionante, ma incapace di trovare la quadratura del cerchio. Se è vero che è stata scritta 5 anni fa, si spiega come mai la Barbato cada in errori che ultimamente aveva imparato a non commettere.

<b>PER UNA ROSA</b>
Ultimamente la mia fiducia in Di Gregorio si è affievolita, soprattutto a causa dei suoi ultimi lavori per la serie regolare (?La strage dei Graham? e ?Fuga dal passato?). ?Per una rosa? non inverte la tendenza: è una storia che vorrebbe commuovere, ma che ci riesce solo in parte e principalmente grazie a idee prese in prestito dal romanzo che la ispira, ?Il Piccolo Principe?.
I disegni di Dall'Agnol toccano un livello di sintesi (ma anche di illeggibilità) mai raggiunto prima d'ora su Dylan Dog. I volti e le ambientazioni sono definiti con pochissime linee, le sole essenziali a rendere l'idea di ciò che si vuole raffigurare. Il problema è che uno stile così estremo è adatto solo ad alcuni tipi di atmosfere e ai lettori dal palato più fine_


V.M. (vietato ai minori)


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MessaggioInviato: mar nov 24, 2009 3:32 pm 
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Iscritto il: sab mag 03, 2008 1:58 pm
Messaggi: 53
questo maxi mi è piaciuto molto, soprattutto per le atmosfere de "il vecchio che legge" e di "per una rosa".
"il vecchio che legge" poteva però spiegare meglio alcuni dettagli. la storia della barbato è bella e complessa ma forse mi aspettavo qualcosa di più originale dato che parecchie tematiche sono già stra-sentite e sfruttate (il villaggio isolato, il consiglio degli anziani, l'endogamia).
"blatte" molto divertente e riuscita.
"per una rosa"... per me è stupenda... un bellissimo omaggio al piccolo principe, che guarda caso ho letto solo qualche mese fa... mi sono commossa (vabbè non faccio testo, io ho la commozione troppo facile)...


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