ecco la parte di intervista a medda mom copiata da biru...
Francamente, sono rimasto un po? sconcertato.
Vorrei esortare i lettori a essere un po? più razionali. Non dico di limitarsi a scrollare le spalle. L?affetto con cui i nostri personaggi sono seguiti mi fa piacere e mi consola nei momenti bui. Ma insomma, cerchiamo di riportare il tutto alle giuste proporzioni.
I personaggi, e a volte anche certi generi e addirittura certi formati, hanno un loro percorso; che può essere molto breve o molto lungo, ma arriva comunque a un termine.
La durata quarantennale di Tex e di Diabolik e quella di personaggi americani tenuti in vita dalle major del fumetto forse hanno fatto credere che una serie di fumetti possa andare avanti all?infinito.
Ma niente è eterno, tantomeno un fumetto. Le chiusure - anche quelle dolorosamente premature, indipendenti dalla volontà degli autori - fanno parte del gioco, e sono un rischio calcolato fin dall?inizio.
Invece, i lettori di fumetti restano disperatamente abbarbicati a questo curioso concetto di eternità. Vorrebbero andare avanti tutta la vita a leggere le storie di uno stesso personaggio. Naturalmente, sempre divertenti, intriganti, e soprattutto ?originali?. E la testata dedicata a quel personaggio non dovrebbe chiudere mai.
Non solo: se la testata va avanti, i lettori si lamentano perché i personaggi ?non sono più quelli di una volta?. Dylan Dog ?era meglio quando lo scriveva Tiziano Sclavi?, perché ?Dylan Dog è Sclavi, e chi meglio di lui etc. etc.?. Già. Ma se volete leggere Dylan Dog ogni mese per vent?anni, è fisicamente impossibile che lo scriva sempre Tiziano Sclavi. Ma se anche, per assurdo, Sclavi continuasse a scrivere il suo personaggio, come potrebbe Dylan essere lo stesso del lontano 1986? E questo non vale solo per Sclavi, ma per tutti coloro che lo sostituiscono alla tastiera (compreso il sottoscritto).
Accettatelo, ragazzi: i personaggi a fumetti cambiano, perché nel corso degli anni cambia materialmente la vita dei loro autori.
Provate a pensare a come eravate voi dieci anni fa. E? tutto immutato da allora? Abitate ancora nella stessa città? E se sì, nella stessa casa? Frequentate lo stesso giro di amici? Avete lo stesso impianto stereo? Ascoltate la stessa musica? Avete la stessa macchina? La stessa fidanzata?
Con ogni probabilità, almeno due delle situazioni elencate sopra saranno cambiate. Magari avete venduto lo stereo, o avete fatto rottamare la Uno, o Monica vi ha lasciato (e Patrizia ha fatto lo stesso poco dopo). Oppure vi siete sposati, avete perso i capelli e avete una rinite cronica da stress che non vuole saperne di passare.
Vale per voi come per gli autori dei fumetti che leggete.
Ma Dylan Dog deve restare sempre lo stesso. E Jonathan Steele non deve chiudere. Peccato, ho cattive notizie: Dylan Dog è cambiato e cambierà ancora. E Jonathan Steele chiude. Come Mister No, come Nick Raider e come Legs.
Non crediate che non vi capisca, ragazzi. Qualcuno ci aveva promesso un milione di posti di lavoro e non li abbiamo avuti.
Pensavamo che la tecnologia ci avrebbe aiutato a vivere meglio, e invece ci complica la vita.
Pensavamo che fosse lo zucchero a farci male, e invece sono i dolcificanti ad avvelenarci. Speravamo in un mondo di pace, e ogni capodanno ci porta una nuova guerra.
Abbiamo bisogno di certezze in questo mondo. Ma non le troveremo aggrappandoci ai tic di Dylan Dog.
Riflettete su questo, però: un fumetto che cessa le pubblicazioni non cessa comunque di esistere. Se volete tenerli, gli albi resteranno là sullo scaffale. E ogni volta che li riaprirete Legs, Jonathan Steele e Mister No torneranno a farvi compagnia , tali e quali come ve li ricordavate.
E? consolante, specie se pensate che la casa dove avete vissuto la vostra infanzia adesso è lo studio di un dermatologo. La vostra Fiat Uno è un ammasso di lamiere arrugginite nel cortile di uno sfasciacarrozze. Mentre Patrizia ha sposato il suo maestro di tennis, ha avuto tre figli e adesso pesa settantotto chili. E Monica? Ha fatto un?operazione, si è fatta crescere i baffi, e adesso all?anagrafe si chiama Rocco.
E? un mondo che cambia troppo, troppo in fretta.
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"Non importa che tu vinca o perda.... purchè tu vinca!!" Vince Lombardi, coach dei Green Bay Packers, campioni NFL 1967 e 1968
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