Cravenroad7

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MessaggioInviato: lun giu 15, 2009 10:13 am 
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Preso... attirato dalla bella copertina.
Sfogliato... attratto dai bei disegni.
Archiviato... come feci per Martin Mystere #85, che non leggo, ma tenni in collezione data la citazione a Dyd.

Al di là dei contenuti decisamente scontati e prevedibili ("Virus Letale" con Dustin Hoffman vi ricorda nulla?), la cosa che proprio non mi convince è il lettering: sembra quasi non sia stata scritta una scenografia da fumetto, bensì un copione da tv vero e proprio... pronto per esser messo in scena.
Al di là di questo, non son affatto rimasto coinvolto: da una strage simile, immaginavo che il terrore vissuto dai protagonisti fosse tale da poter esser percepito dal lettore... nulla di ciò.

Prima di acquistare il #2 aspetterò qualche commento e ne valuterò l'acquisto...


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MessaggioInviato: lun giu 15, 2009 11:18 am 
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Letto e in buona parte apprezzato. [:)]

Seguono recensione e
S
P
O
I
L
E
R

Inizio con i punti deboli (a mio parere), non per sadismo ma perché ritengo che sia meglio levarsi subito il dente e il dolore.

Ho rilevato almeno due difetti:

1) Medda visibilmente fa di tutto perchè i vari personaggi appaiano il più possibile "normali", ovvero gente del tutto ordinaria -come potremmo essere io, voi e le nostre famiglie- in circostanze straordinarie. Non a caso più di una volta Medda abbozza dettagli (forse un po' pletorici) che lascino intendere come il mondo di Caravan sia realistico, estremamente vicino alla nostra quotidianità; si pensi, per esempio, al criminale che si blocca dopo aver avuto una spalla bucata (proprio come avviene nella realtà).
Nulla di male in sé, è un procedimento narrativo come un altro. Il problema è che Medda esagera un po' troppo in questo senso. I personaggi appaiono TUTTI fin troppo convenzionali e non suscitano particolare interesse. Il ragazzo 'qualsiasi' che si rode per la partita persa è solo, per l'appunto, un ragazzo qualsiasi che si rode; la madre apprensiva è solo una madre apprensiva; la mocciosa saputella e irritante è solo una mocciosa saputella e irritante... Sembra di leggere la trasposizione a fumetti di un fatto di cronaca, una specie di giornalismo disegnato: è solo la <i>situazione</i> a suscitare interesse, non i personaggi.
Anche i disegni hanno lo stesso difetto. Senza dubbio Medda ha dato indicazioni precise ai disegnatori perchè il ragazzo apparisse come un qualsiasi ragazzo, il padre come un qualsiasi padre e così via, ma ha ecceduto in "normalizzazione". Io, più di una volta, mi sono ritrovato a NON DISTINGUERE i vari personaggi perchè costoro non avevano la minima caratterizzazione somatica. Distinguevo la madre per la pettinatura e la bambina perchè bambina [:o)] ma nient'altro. Eppure è evidente da come il fumetto è sceneggiato che il ragazzo e il padre già alla seconda apparizione dovevano venire identificati all'istante. Io invece mi chiedevo: "E questo chi è? L'ho già visto?"
Secondo me Medda avrebbe dovuto prendere esempio da <i>Volto Nascosto</i> e dai suoi personaggi molto realistici e al contempo ben caratterizzati fisicamente (bastava poco: un paio di baffetti, una pettinatura insolita...).

2) La parte dell'assassino degenere che decide di sterminare la buona famiglia non mi è piaciuta. [:(]
Innanzitutto, non quaglia affatto col resto della vicenda. Sembra buttata lì solo perchè il fumetto aveva ben 96 pagine da riempire. Sarebbe stato meglio approfondire e sviscerare le reazioni della folla all'evento strano e inspiegabile (invece quasi tutto si riduce all'isterico della bicicletta [V]).
Ma il problema più grave è che si tratta di un evento del tutto ANTI-REALISTICO, quindi in contraddizione con le basi narrative e le premesse del fumetto stesso.
Siamo seri: nella realtà quante probabilità ci sono che un assassino accidentale (magari un po' cialtrone, ma di certo non drogato né ubriaco, quindi dotato di un atomo di cervello), anzichè prelevare in fretta e furia un po' di denaro e scappare in Messico, decida di <i>"vendicarsi" sterminando la famiglia -mai conosciuta- di un tizio ecologista che cercava semplicemente uno sponsor per un parco?!?!?!?!</i> [xx(] E che rimanga fermo nel suo proposito anche quando il cielo e tutta la gente impazziscono (tutti tranne lui! [V]).
Questo non è realismo, è una situazione 'da fumetto'. Potrebbe andare bene in <i>Demian</i> -che non è realistico, è la tipica serie "fumettosa" d'avventura- non certo in una testata che fa di tutto per apparire fortemente legata alla quotidianità.

Esauriti i difetti, passiamo ai pregi.
Il trapasso della situazione da 'normale' a 'straordinaria' avviene in maniera del tutto naturale e scorrevole, senza forzature. La sensazione di coralità è forte e dà un sapore particolare alla storia, che fa di tutto perchè il lettore non si fissi su un unico personaggio (peccato solo che le caratterizzazioni dei character principali ne risentano un po' troppo).
Il finale in sospeso mi piace, anche se lascia intendere quale sarà l'andamento dei numeri a venire: albi non propriamente autoconclusivi e impostazione narrativa da 'unica grande saga'.

Voto complessivo: 7


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MessaggioInviato: lun giu 15, 2009 12:26 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Maggiolino Bianco</i>
la cosa che proprio non mi convince è il lettering<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Il lettering altro non è che l'operazione di scrivere a mano i testi nei balloons. La tua critica, a quanto mi pare di capire, riguarda proprio la sceneggiatura, ovvero il contenuto dei suddetti balloons: dialoghi, didascalie, commenti.

Mi chiedo come mai molti continuino a parlare di scarsa originalità: storie simili ce ne saranno anche, ma quando mai si è letto qualcosa del genere in un fumetto bonelliano (fermo restando che mi sembra azzardato trarre conclusioni dalla lettura di un solo numero)? Detto questo, la questione dell'originalità è del tutto irrilevante, IMO.


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MessaggioInviato: lun giu 15, 2009 12:50 pm 
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Iscritto il: mar apr 28, 2009 11:59 am
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by vace</i>
<br />Comunque era rigore ed espulsione e invece non l'ha neanche ammonito.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
ahahahaha confermo e propongo di aprire un nuovo topic con maurizio mosca e aldo biscardi come moderatori per parlarne almeno una settimana!


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MessaggioInviato: lun giu 15, 2009 2:21 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by rimatt</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Maggiolino Bianco</i>
la cosa che proprio non mi convince è il lettering<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Il lettering altro non è che l'operazione di scrivere a mano i testi nei balloons. La tua critica, a quanto mi pare di capire, riguarda proprio la sceneggiatura, ovvero il contenuto dei suddetti balloons: dialoghi, didascalie, commenti.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Esatto, confermo la tua correzione.


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MessaggioInviato: mar giu 16, 2009 5:43 pm 
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Iscritto il: gio mag 08, 2008 7:37 pm
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Lo dico con sincero dispiacere: delusione dell'anno.

Un albo che non è ne carne ne pesce, senza carattere. La storia è ammantata di un fintissimo e anche un po' presuntuoso realismo (ma dai, le ferite di arma da fuoco fanno più male di come si vede nei film? grazie Zio Medda non ci saremo mai arrivati da soli!), mentre in realtà personaggi e situazioni corrispondono a piatti stereotipi e prevedibili luoghi comuni. Totalmente fuori luogo la trovata del pazzoide per le ragioni perfettamente indicate da Cyber Dylan, la vicenda degli sceriffi è poco più che una barzeletta, odiosa la mocciosa che sembra uscita da un film del peggior Spielberg. Senso di pericolo e tensione meno di zero, gli effetti dei nuvoloni si riducono agli effetti di un banalissimo black-out. Anzi neanche così gravi. De Angelis aveva fatto di peggio solo alle prese con Nizzi per Tex.

Leggere prego "Il giorno in cui bruciò Chattanooga" di Ken Parker per capire cos'è una vera storia corale, come sono dei dialoghi realistici e come sono dei personaggi vivi e veri. Lì bucavano la pagina personaggi che apparivano in due vignette, qui non si riesce a mettere a fuoco un personaggio dopo 94 pagine.


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MessaggioInviato: mar giu 16, 2009 6:46 pm 
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Località: Verona
Il primo <i>Caravan</i> è stato ben recensito perfino su <i>FilmTv</i>, dov'è stato definito "una ventata d'aria fresca". [:)]

Per replicare a Waits, io non apprezzo particolarmente De Angelis, eppure qui l'ho trovato molto buono.


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MessaggioInviato: mar giu 16, 2009 6:50 pm 
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Iscritto il: mer ago 06, 2008 2:44 pm
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Località: Terracina (LT)
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Lo dico con sincero dispiacere: delusione dell'anno.

Un albo che non è ne carne ne pesce, senza carattere. La storia è ammantata di un fintissimo e anche un po' presuntuoso realismo (ma dai, le ferite di arma da fuoco fanno più male di come si vede nei film? grazie Zio Medda non ci saremo mai arrivati da soli!), mentre in realtà personaggi e situazioni corrispondono a piatti stereotipi e prevedibili luoghi comuni. Totalmente fuori luogo la trovata del pazzoide per le ragioni perfettamente indicate da Cyber Dylan, la vicenda degli sceriffi è poco più che una barzeletta, odiosa la mocciosa che sembra uscita da un film del peggior Spielberg. Senso di pericolo e tensione meno di zero, gli effetti dei nuvoloni si riducono agli effetti di un banalissimo black-out. Anzi neanche così gravi. De Angelis aveva fatto di peggio solo alle prese con Nizzi per Tex.

Leggere prego "Il giorno in cui bruciò Chattanooga" di Ken Parker per capire cos'è una vera storia corale, come sono dei dialoghi realistici e come sono dei personaggi vivi e veri. Lì bucavano la pagina personaggi che apparivano in due vignette, qui non si riesce a mettere a fuoco un personaggio dopo 94 pagine.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Ci sei andato giù pesante con il giudizio Waits...comunque in parte quoto il tuo intervento. E' una storia che di fatto dopo 98 pag. non ci ha portato ancora a nulla. E la mia impressione è che sarà così anche con i prossimi albi. Molte scene potevano essere tagliate (come quella del figlio dell'imprenditore che si ritrova a minacciare la famiglia Donati) per lasciare spazio a dettagli più importanti. Anche i disegni di De Angelis non mi hanno entusiasmato, a tratti mi ha dato l'impressione di non essere il disegnatore di punta di NN.[:0]


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MessaggioInviato: mar giu 16, 2009 7:45 pm 
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Iscritto il: lun set 26, 2005 4:13 pm
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Riguardo ai disegni di De Angelis anche io mi aspettavo di meglio. A dire la verità non avevo mai visto nessuna delle sue prove precedenti, ma per come se ne parlava credevo in qualcosa di meglio.
Non che la sua prova sia negativa comunque, anzi.

Non riesco comunque a comprendere tutte le critiche di Cyber Dylan e Waits.
Questione di gusti.


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MessaggioInviato: mar giu 16, 2009 10:54 pm 
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Iscritto il: lun dic 04, 2006 11:38 pm
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Appena finito, per cui necessito di farmi un'idea più chiara.
A caldo, direi di allinearmi più al partito dei soddisfatti che degli insoddisfatti, anche se della seconda osservazione di Cyber, in particolare, non si può non tener conto.

Effettivamente ho il sentore che sarebbe meglio leggere il tutto a miniserie ultimata, ma sono sicura di non riuscirvi. Vedremo come evolve la cosa: fortunatamente, la cadenza mensile accelera un po' i tempi.

Postilla - Sul blog meddiano un <i>backstage</i> di questo primo numero, da leggere rigorosamente ad albo chiuso.


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MessaggioInviato: mar giu 16, 2009 11:48 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Fedylaniata</i>
fortunatamente, la cadenza mensile accelera un po' i tempi.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
visto che le ultime serie che stanno facendo sono tutte bimestrali (e lentissime). Mi riferisco a MagicoVento, Trigger, Rourke [V]
qui almeno c'è la mensilità, che aiuta sicuramente a tenere il filo della continuity..


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MessaggioInviato: mer giu 17, 2009 10:13 am 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Waits</i>
Leggere prego "Il giorno in cui bruciò Chattanooga" di Ken Parker per capire cos'è una vera storia corale, come sono dei dialoghi realistici e come sono dei personaggi vivi e veri. <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Considerazione che con Caravan centra poco o niente: apprezzo moltissimo Ken Parker, ma trovo che i dialoghi di Berardi, comunque bellissimi, siano quanto di più antirealistico si possa trovare. Troppo brillanti, spiritosi, divertenti, "umani" per essere anche verosimili.


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Iscritto il: gio mag 08, 2008 7:37 pm
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by rimatt</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Waits</i>
Leggere prego "Il giorno in cui bruciò Chattanooga" di Ken Parker per capire cos'è una vera storia corale, come sono dei dialoghi realistici e come sono dei personaggi vivi e veri. <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Considerazione che con Caravan centra poco o niente: apprezzo moltissimo Ken Parker, ma trovo che i dialoghi di Berardi, comunque bellissimi, siano quanto di più antirealistico si possa trovare. Troppo brillanti, spiritosi, divertenti, "umani" per essere anche verosimili.
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Mi pare una questione di lana caprina, in un contesto di fiction è evidente che "realistici" non significa "reali". Quale fumetto, film, romanzo può permettersi dialoghi "reali" senza essere sperimentale?
Detto questo, i dialoghi di Caravan mi paiono altrettanto artefatti, senza però nemmeno essere brillanti e soprattutto senza sembrare vivi. Con cadute persino nel rozzo: quando il ragazzo "spiega" quella cosa sulle ferite, quando il vicesceriffo "spiega" allo sceriffo il luogo comune sull'ultimo giorno di pensione dei poliziotti nei romanzi e nei film, si sente che è Medda a "parlare" e non i personaggi. Niente di male in un altro contesto (Sclavi con Dylan lo faceva spesso di sovrapporsi al personaggio), ma nel contesto di presteso realismo di Caravan sono stonature che a mio pare rivelano la scarsa lucidità e la superficialità dell'ultimo Medda.

EDIT aggiungo che la severità con cui giudico questo primo albo di Caravan è dettata dalla delusione delle alte aspettative che avevo nei confronti di questo esordio. Ci farei la firma per degli albi di Dylan scritti così.

ANCORA EDIT Ken Parker è un esempio poco calzante? allora prendiamo "Dirty Boulevard" proprio di Medda per Nathan Never, albo corale quanto e più di questo. Lì si che per 94 pagine Medda aveva fatto vivere dei personaggi, aveva dato vita ad un ambiente, aveva saputo trasmettere un senso di disfacimento morale e sociale. Posto che con Caravan si proponesse altri obiettivi, al termine di questo primo albo di Caravan cosa resta in mano? Che se va via la luce non è una bella cosa? che i figli viziati dei ricconi sono matti? che (udite udite) le cose nella realtà non sono prevedibili come nei film? Il guaio grosso di "Caravan" per me è che mette in luce quello che le ultime prove di Medda per Dylan mi avevano fatto sospettare, cioè l'inaridimento dell'ispirazione dello sceneggiatore, il sostanziale vuoto di argomenti e sostanza di gran parte delle sue storie più recenti.


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MessaggioInviato: mer giu 17, 2009 1:34 pm 
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Personalmente non vado certo a ricercare il realismo nelle opere di finzione, tantomeno in un fumetto (per quanto "realistico" esso voglia essere); contestavo proprio l'uso dell'aggettivo "realistici" in riferimento ai dialoghi di Berardi, IMO fuori luogo.

Detto ciò, a me i dialoghi del primo <i>Caravan</i> sono sembrati molto efficaci, così come tutto l'albo. Albo che è diverso da come me l'aspettavo, e che sotto più di un punto di vista mi ha sorpreso; ma è stata una sorpresa positiva, di quelle che fa piacere ricevere.

Edit (pure io): non è prematuro parlare di "inaridimento dell'ispirazione dello sceneggiatore" e di "sostanziale vuoto di argomenti e sostanza" dopo aver letto solo un dodicesimo della miniserie? A me pare che l'idea che (dovrebbe) sorregge(re) la mini sia molto forte, ma, in ogni caso, aspetterei di arrivare in fondo alla lettura prima di esprimere qualsivoglia giudizio conclusivo.


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MessaggioInviato: mer giu 17, 2009 6:38 pm 
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Mi ritrovo molto col commento di Cyber Dylan... ma nel complesso il mio giudizio è positivo, ho trovato l'albo emozionante e ansiogeno al punto giusto.


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