Cravenroad7

Non è colpa di Soldi, Block! Credo che le copertine vengano stabilite dai curatori e dalla redazione.
Comunque, il prossimo numero ha tutte le carte in regola per regalarci il capolavoro. La copertina però non è all'altezza. è bruttarella.

allora...

SPOILER

BERARDIIIIIIIIIIIIIII (o chi ne fa le veci) PERCHE' HAI RIVELATO IL COLPEVOLE NELLA COPERTINAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!

e io che speravo fino in fondo e mi dicevo, ma no dai, vedrai che non è lui, non ci sta, ....e invece...[:(]

[:D][:D]

BLOOOOCCCKKKK PERCHE' HAI RIVELATO CHE BERARDI HA RIVELATO CHE IL COLPEVOLE E' NELLA COPERTINAAA!??!?!?[:(!][:(!]
DANNN...[:D]

Scherzi a parte,ma lo sai che ho pensato mentre lo scrivevo: "Stai a vedere che qualcuno non se ne accorge"
Pensiero successivo: "Qualcuno parecchio tonto!!!!"

[:D][:X]

Chiunque sia il colpevole, a mio avviso - e lo ripeto per l'ennesima volta -, non è importante; o forse lo è, marginalmente. Se la trama puntasse esclusivamente sul mistero giallo, Julia non sarebbe Julia.

hai ragione Triss e mi trovi d'accordo...però...[:D]

Però?[:D]

però...BERARDIIIIIIIII PERCHE'????!!!!??!?!?!?!?![:(!][:(!][:(!][:(!]

vabbè basta![:D]

per tornare IT, questo numero mi ha un pò sorpreso: per l'argomento che tratta mi sarei aspettato un approfondimento maggiore e invece rimane un po' tutto in superficie. L'attenzione viene rivolta maggiormente, così è sembrato a me, all'ambiente della cittadina di provincia e al Dottor Tait, personaggio presente nella serie, ben tratteggiato, ma non approfondito. Emergono dettagli sulla sua vita e anche sul carattere, mite, deciso nel suo lavoro, malinconico.
Come dici te Triss, il giallo è sullo sfondo ma stavolta non solo quello. A partire dalla copertina (scusa se ci ribatto), volutamente spoilerosa, sembra venirci indicata una chiave di lettura del tipo: il colpevole ve lo diciamo subito, non è quello che ci interessa, prestate attenzione ad altro.

Io l'ho percepita così, forse sbaglio! Comunque è un albo non eccellente ma sicuramente più che buono.

Beh, io sono un po' indietro con le letture, quindi l'ultimo numero non l'ho letto. Potrebbe darsi che tu abbia ragione.
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Come dici te Triss, il giallo è sullo sfondo ma stavolta non solo quello. A partire dalla copertina (scusa se ci ribatto), volutamente spoilerosa, sembra venirci indicata una chiave di lettura del tipo: il colpevole ve lo diciamo subito, non è quello che ci interessa, prestate attenzione ad altro.
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La funzione della copertina spoilerosa è appunto quella che di solito rispecchia la testata: guarda altrove, non al giallo in sé. Se tu dici che anche altrove non c'è niente, allora è un vero difetto. Te lo saprò dire meglio quando lo leggerò.[;)]

no no, non è che non c'è niente. Semplicemente non c'è l'approfondimento sociologico sul caso dei suicidi come mi sarei aspettato.

Sì, l'approfondimento: è quella la sostanza juliesca. Poi ti dirò.

N.129 IL VILLAGGIO DEI SUICIDI

S
P
O
I
L
E
R

Non commento più gli albi di Dyd, perlomeno finchè non saranno degni di nota, e passo ufficialmente a occuparmi di Julia, per un semplice motivo: ogniqualvolta leggo questo fumetto ho garanzia di qualità. E allora ecco anche questo mese una storia di estrema profondità, che tocca la corda scoperta del disagio giovanile e rigira il dito nella piaga; è davvero impagabile la cura che Berardi e Mantero mettono nella scrittura, non sbagliano praticamente nulla. Dall'incipit della fabula (Julia alla pompa di benzina) - ma le introduzioni di J. sono spesso capolavori - alla naturalezza con la quale si entra nel giallo, attraverso l'ordinaria discussione con Tait. Diciamolo subito: è una storia sullo scontro generazionale. J. ci parla del tempo che passa attraverso affascinanti figurazioni (lo stagno delle salamandre) e personaggi altamente simbolici (zio Charlie che "parla" con la natura): non a caso il luogo dell'azione è un villaggio, un microcosmo idilliaco che nasconde ben altro (Berardi cita TWIN PEAKS - pag.25, il barbagianni come i gufi lynchiani - il barbagianni è un messaggero di morte), un paesino dai rancori incrociati che sta cambiando al passo della modernità (e i ragazzi vogliono andarsene). Dialoghi di commovente realismo ("In paese è arrivata una nuova droga, una schifezza sintetica..."), momenti contemplativi da urlo (pag.17, senza parole; pag.82, Tait che indugia dinanzi al cadavere; pag.126, lo sguardo di Rick), una forte idea centrale - il suicidio come virus che si propaga -, un colpo di scena plausibile e accessorio per ciò che si vuole dire, una morale assolutamente nera (vecchi e giovani proprio non si capiscono) ... Tutto incorniciato da un disegnatore, Enio, che ci mette vero amore nella costruzione di volti e dettagli. Simbolo, struttura e contenuto: al solito Julia ha tutto ciò che serve per fare un'ottima storia.

Voto: 8?

In risposta al thread precedente: un fumetto non deve fare sociologia, ma raccontare una storia. E questo albo lo fa, eccome.

La mia lunga fase fumettosa vuole che adesso sia il momento di julia.... che sto già iniziando a collezionare....