Cravenroad7

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MessaggioInviato: lun gen 26, 2009 11:24 am 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Nyarlathotep</i>
<br />E' vero, "Il sonno della ragione" con la sua eccessiva prolissità risente molto dell' inesperienza tecnica dell' allora debuttante Barbato, ma per me rimane una grande storia. <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Per me è semplicemente la miglior storia della Barbato, nonché una delle migliori storie non-sclaviane mai apparse su Dylan Dog.


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MessaggioInviato: lun gen 26, 2009 1:53 pm 
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Quoto Rimatt.
Non m'importa una mazza se è pieno di baloon scritti, l'importante è che siano scritti bene.
___
http://pensieriframmentati.blogspot.com/


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MessaggioInviato: lun gen 26, 2009 4:06 pm 
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parole santissime!anche se non l'ho ancora letto...


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MessaggioInviato: mar gen 27, 2009 6:59 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by the Imp</i>
Io comunque trovo che i voti i cyber dylan paiono dati da agata christie... vertono molto sulla parte gialla,e sorvolano sul resto (che nei lavori di paola è in genere molto più importante).
Per diren una, Nebbia è fra i miei albi preferiti, me ne frega del fatto che il colpevole sia indovinabile, non è il genere di albo in cui tutto si riduce all'indovinare il colpevole (colpevole di cosa, poi? visto che le dinamiche esatte poi si capiranno solo alla fine... il seial killer di cui si sospetta all'inizio praticamente non c'è), del genere l'ispettore braccobaldo indaga che tanto spesso ha angustiato questa serie... c'è un'atmosfera opprimente e lugubre che mi ha affascinato alla grande!<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

In realtà è l'autore (o, in questo caso, l'autrice) a costruire storie partendo da una base sostanzialmente "logica" e "razionale". Per cui quando dopo metà albo la storia prende una piega diciamo "surreale" è come se l'autore contraddicesse se stesso.

Provo a fare un esempio in positivo:
<i>Memorie dall'invisibile</i> di Sclavi

Già nella primissima vignetta Sclavi scrive parole del genere: <i>"Mia madre mi scambiava sempre per mio fratello, anche se ero figlio unico. Anzi, mia madre credeva che fosse mio fratello, il figlio unico!"</i> [:o)]
Una frase del genere ti fa capire immediatamente che prendere questa storia eccessivamente sul serio e leggerla in chiave "logica" e "razionale" non avrebbe il minimo senso. E' una storia che si colloca sopra le righe, al confine col 'teatro dell'assurdo' beckettiano.
La "surrealtà" viene confermata poche vignette dopo, quando il personaggio diventa invisibile 'solo' perchè è morta l'unica persona che si è accorta della sua presenza. Da quel momento in poi, l'albo si mantiene costantemente in bilico tra realtà e surrealtà.

Un albo come <i>Lo specchio dell'anima</i> funziona diversamente.

La prima parte è assolutamente "razionale", con la polizia che indaga con tutti i crismi, i sospetti (legittimi) sullo scrittore che sa cose che non dovrebbe sapere, Dylan tirato in ballo suo malgrado... Siamo in presenza di un sostanziale 'giallo', con qualche bizzarria a livello di contenuto (l'assassino è ANCHE il personaggio di un romanzo), ma del tutto logico per quanto riguarda il 'linguaggio', cioè lo stile di sceneggiatura della Barbato.
Per questa ragione quando verso la fine scopriamo che lo scrittore ha agito in virtù di un numero pazzesco di coincidenze (trovare per pura fortuna un tizio con la sua stessa faccia; il tizio in questio è un clochard, quindi privo di legami; è suggestionabilissimo, quindi si lascia ipnotizzare al punto di dimenticare se stesso e convincersi di essere lo scrittore; anche Dylan si lascia ipnotizzare solo grazie a degli specchi...) non si può fare a meno di alzare un sopracciglio.
La logica della prima parte della storia risulta contraddetta dalla scarsa logicità della seconda.
Sclavi non contraddiceva mai stesso. Se iniziava una storia 'realistica' questa rimaneva realistica, se ne iniziava una 'surrealistica' questa rimaneva surrealistica.

Comunque <i>Lo specchio dell'anima</i> resta un albo più che buono perchè costruisce personaggi indimenticabili, contiene una suspense e una tensione costanti, ha dialoghi incisivi e sequenze che non si scordano, ha un colpo di scena a effetto. Solo non raggiunge il livello di capolavoro perchè la conclusione non è coerente con quello che è stato narrato prima.

Anche <i>Nebbia</i>, secondo me, ha caratteristiche simili. Parte come storia razionale e verso la fine prende una piega completamente diversa - col risultato di contraddire le sue stesse premesse! Qui però rispetto a <i>Lo specchio dell'anima</i> c'è anche l'aggravante che il colpevole si indovina subito e che il finale è un vero e proprio <i>anti-climax</i>, dato che azzera tutta l'atmosfera costruita faticosamente fino a quel momento.


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MessaggioInviato: mar gen 27, 2009 8:15 pm 
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Scusa Cyber, stai dicendo che il sommarsi di coincidenze ed eventi fortuiti all'interno di un albo ne fa per forza di cose un albo surreale? Non sono affatto d'accordo: "Lo specchio dell'anima", a mio avviso, è un capolavoro per tanti motivi ed uno di essi è proprio per il fatto che la vicenda parte razionalmente, prende una piega assurda, folle e finisce in modo altrettanto razionale. Non si smentisce mai, in pratica.
Che le trovate dell'autrice poi ti stiano un pò strette o che, sempre secondo te, lascino il tempo che trovano è tutto un altro discorso.
Secondo il tuo ragionamento allora anche "I delitti della Rue Morgue" dovrebbe essere un romanzo assolutamente fantastico mentre invece ha aperto un vero e proprio ciclo narrativo legato al filo delle investigazioni tramite la semplice deduzione del detective.


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MessaggioInviato: mar gen 27, 2009 10:17 pm 
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<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by vace</i>
<br />Scusa Cyber, stai dicendo che il sommarsi di coincidenze ed eventi fortuiti all'interno di un albo ne fa per forza di cose un albo surreale? <hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">
No no no no! Non mi sono spiegato! [:I]
Un albo così non è surreale. E' un albo razionale con forzature e coincidenze, quindi non-perfetto! Il surreale è un'altra cosa! <i>Memorie dall'invisibile</i> è surreale, <i>Lo specchio dell'anima</i> è un albo razionale in cui le coincidenze sono talmente numerose da diventare forzature, capaci quindi di danneggiare una storia altrimenti perfetta.

Il problema principale dello <i>Specchio dell'anima</i> è che le varie forzature (molto vistose) coinvolgono PROPRIO l'aspetto che invece DOVEVA mantenersi il più razionale possibile perchè riguardava appunto la soluzione del giallo.

I gialli come quelli di Poe, di Conan Doyle e della Christie sono ZEPPI di forzature e coincidenze, solo che gli autori sono scrittori consumati abilissimi con la penna e le capriole intellettuali, quindi riescono a fare in modo che il lettore non se ne accorga. La Barbato, purtroppo, non è riuscita a fare altrettanto con lo <i>Specchio dell'anima</i>.

Faccio un esempio, se avete la pazienza di leggerlo fino in fondo. [;)]


Ecco un brano da un racconto di Sherlock Holmes IN APPARENZA perfettamente razionale:

<i>(...) "Per esempio, l'osservazione mi mostra che siete stato nell'ufficio postale di Wigmore Street questa mattina, e la deduzione mi permette di sapere che da lì avete spedito un telegramma."
"Giusto," dissi io [il dottor Watson], "Giusti entrambi i punti. Ma devo confessare che non riesco a capire come ci siete arrivato. E' stata una decisione improvvisa, e non ne ho parlato con nessuno."
"E' semplicissimo," ribattè, ridacchiando della mia sorpresa, "così assurdamente semplice che ogni spiegazione è superflua, e tuttavia può servire a definire i confini tra osservazione e deduzione. L'osservazione mi dice che avete del fango rossiccio sul collo delle scarpe. Proprio di fronte all'ufficio di Wigmore Street hanno divelto il selciato e ammucchiato della terra in modo che a entrarvi si è costretti a calpestarla. Quella terra è di un particolare colore rossiccio che non si trova in nessun altro posto nel quartiere. Fin qui è osservazione. Il resto è deduzione."
"E come diamine avete fatto allora a dedurre il telegramma?"
"Santo cielo, ovviamente sapevo bene che non avete scritto lettere dato che vi sono stato a fianco per tutta la mattinata! Vedo poi che non avevate bisogno di comprare francobolli o cartoline giacché ne tenete un pacco nella scrivania aperta. E cosa sareste andato allora a fare in un ufficio postale se non a spedire un telegramma?"</i>


Che nella Londra del XIX Secolo, non asfaltata e raramente selciata, le strade macchiassero di fango l'orlo dei pantaloni non doveva poi essere tanto sorprendente! Tuttavia diamo fiducia a Conan Doyle e prendiamo per buono il dato che "quella" terra rossa si trovi davvero solo nei pressi dell'ufficio postale.
Ma se la terra rossa sulle scarpe di Watson ci dà per meta (più o meno) certa l'ufficio postale, TUTTI gli altri indizi sono <b>contrari</b> a questa deduzione! Holmes sapeva che Watson non doveva spedire lettere, nè comprare francobolli, nè comprare cartoline. Per accettare l'ultima possibilità rimanente (il telegramma) doveva aver deciso in partenza che Watson volesse spedire un cablo a tutti i costi.
E' come se un giudice, avendo avuto la prova che l'imputato NON stava commettendo un certo reato in un certo posto, <i>perciò</i> stava di sicuro commettendo un altro reato in un altro posto! [B)] Poichè a Watson mancava il 98% delle ragioni per andare all'ufficio postale, Holmes (anzichè dedurre che pertanto questa ipotesi è poco plausibile oppure che Watson era andato all'ufficio postale per ragioni del tutto diverse, tipo incontrare un amico) si aggrappa al rimanente 2%, ovvero il telegramma!
Per dare plausibilità a un'ipotesi così debole Holmes doveva sapere in anticipo che Watson è un habitué degli uffici postali e ci va spesso per spedire telegrammi. Ma questo il racconto non lo dice.

Siamo seri: questa non è deduzione e non è logica razionale! Questo è tirare a indovinare! [:D]
Holmes ci azzecca semplicemente perchè è il personaggio di un romanzo, non una persona vera, e l'autore Conan Doyle trucca continuamente le carte a suo favore.

Gli scritti gialli di Conan Doyle, di Edgar Allan Poe e di Agatha Christie sono PIENI di forzature del genere, con l'autore di turno che "bara" perchè il suo personaggio non sbagli mai le deduzioni. Solo che noi lettori non ce ne accorgiamo a meno di leggere con estrema attenzione, dato che gli autori sono bravi e sanno il fatto loro.

Nello <i>Specchio dell'anima</i>, invece, ce ne accorgiamo. La sfilza di coincidenze è davvero troppo lunga e troppo forzata perchè qualcuno non si accorga che qualcosa non fila per il verso giusto.
Se poi qualcuno ha ritenuto la spiegazione del sosia-ipnotizzato plausibile al 100%... beh, invidio la sua anima candida! [;)] E lo dico senza ironia.

Se le coincidenze e le forzature avessero riguardato altri aspetti narrativi, pazienza. Ma qui riguardano PROPRIO la soluzione del giallo, la spiegazione dell'identità dell'assassino e di come abbia fatto a commettere gli omicidi senza farsi scoprire. Per questo è molto difficile soprassedere (io non ci riesco, lo ammetto) sulla loro palese inverosomiglianza.


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Ottime notizie da Paola nel suo blog: http://ilrolliodellanaconda.blogspot.co ... lo-so.html


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Paola ha finito il nuovo romanzo! http://ilrolliodellanaconda.blogspot.co ... nizio.html
[:P] [:P] [:P]


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la frase è quantomeno affrettata.
:)


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Se ho capito bene ha scritto il finale, ma ancora non ha finito il romanzo.


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Sbaglio, o sta per uscire la fiction sky?
http://ilrolliodellanaconda.blogspot.com/


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La fiction "Nel nome del male" uscirà il 2 e il 3 giugno su Sky


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Pare che però sia una versione edulcorata... la versione completa la trasmetteranno su un altro canale sky, e poi uscirà in home video


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Iscritto il: lun lug 10, 2006 10:07 am
Messaggi: 101
Qui http://www.narniafumetto.com/ trovate l'intervista a Paola Barbato la prima autrice svelata dell'albetto di Dylan Dog per Narnia Fumetto

<font color="red"><font size="3">Dylan Dog a Narni! Gli autori dell'albetto - parte 1 (di 9)

Paola Barbato</font id="size3"></font id="red">

Nasce a Milano il 18 giugno 1971, e approda alla scrittura con una raccolta di racconti, mai pubblicati, che suscitano la curiosità di Mauro Marcheselli, curatore editoriale di Dylan Dog per Sergio Bonelli Editore, che la inserisce nello staff dell?Indagatore dell?Incubo. L?esordio nel mondo di Dylan Dog avviene nel 1998 con l?albetto allegato allo Speciale n. 12, La Preda Umana, dal titolo Il Cavaliere di Sventura. Sulla serie regolare debutta invece l?anno successivo con Il Sonno della Ragione, numero 157, e nel corso degli anni totalizza una trentina di storie, alcune delle quali assolutamente fondamentali per l?universo narrativo dell?Indagatore. Il suo esordio in libreria, invece, avviene nel 2006 con il thriller Bilico, pubblicato da Rizzoli, seguito nel 2008 da Mani Nude, che ha vinto l?edizione 2008 del Premio Scerbanenco. Nello stesso anno pubblica il terzo numero della collana RomanzI a Fumetti Bonelli, Sighma, disegnato da Stefano Casini, e scrive il soggetto e collabora alla sceneggiatura di una fiction per Sky.
Paola Barbato è attiva anche nel sociale: è infatti presidente dell?associazione Mauro Emolo ONLUS che si occupa di persone affette da una malattia neurodegenerativa chiamata Corea di Huntington.

Paola Barbato sul web:
http://ilrolliodellanaconda.blogspot.com/

<b>Dylan Dog a Narni: come ti sei rapportata con la storia di questo paese? Cosa ti ha affascinato?</b>
Non ho ancora avuto la fortuna di visitare Narni dal vivo, ma ho visto molte fotografie e sono rimasta affascinata dalla varietà di cultura, leggende, vicende storiche di cui è intrisa. C'era materiale per fare ben più di un albetto di poche pagine...

<b>Con quali disegnatori ti piacerebbe di più collaborare? Perché?</b>
Sono curiosa per natura, quindi, da brava Eva, desidero tutti i frutti che non colsi. Dall'Agnol, per fare un nome, ma anche Di Giandomenico, o il bramatissimo Gianfelice. Ammetto che sono facile agli entusiasmi, però di gente brava ne vedo tanta in giro e mi chiedo sempre "Perchè no?".

<b>Cosa sogni di scrivere?</b>
Mi piacerebbe poter scrivere almeno una volta un fumetto completamente fuori dai canoni. Sperimentale, se vogliamo. Un fumetto che assomigli a uno dei miei libri o uno dei miei racconti. Sono abbastanza visionaria da poterci riuscire...

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MessaggioInviato: mar giu 02, 2009 12:13 pm 
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Iscritto il: ven giu 27, 2003 10:00 pm
Messaggi: 3868
hai tralasciato questo , che mi sembra importante !!

E finalmente si concretizza un progetto che solo sei mesi fa sembrava un sogno: un albetto con una storia inedita di DYLAN DOG!! Dopo il riuscitissimo DIABOLIK a "sette mani" dello scorso anno, una chicca imperdibile, continuiamo a dirigerci "là dove nessuno era mai arrivato!" Per la prima volta un albetto di DYLAND DOG inedito, realizzato per una mostra mercato, e... per la prima volta una storia di quattordici pagine realizzata da ben OTTO autori diversi (copertina compresa). Maggiori dettagli più avanti! Intanto, un doveroso ringraziamento agli autori, al coordinatore del progetto, Pietro Balzano, ma soprattutto alla Sergio Bonelli Editore, che ci ha dato una opportunità davvero unica!


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