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SPOILER
Questa storia conferma il fatto che, oggigiorno e in mancanza di Sclavi e Chiaverotti, per avere letture piacevoli in Dylan Dog si deve lasciare spazio alle storie horror più che ai gialletti da quattro soldi.
Premesso ciò, la storia, pur essendo un (in verità non molto lungo) passo avanti rispetto ad alcune delle ultime uscite, non mi è piaciuta.
Innanzitutto, il Dylan proposto mi è parso quello, non molto simpatico, del paladino dei deboli, pronto a sacrificarsi anche se ferito e debilitato, come un novello Zorro e in barba all' immagine di anti-eroe che lo contraddistingue.
Per fortuna non è ancora diventato immune alla sua proverbiale claustrofobia, e il suo abbigliamento tipico non è ancora stato sostituito da una sgargiante calzamaglia.
La trama mi sembra un pò povera, nel senso che accade ben poco; dei tizi rimangono intrappolati dopo un deragliamento, si trasformano in bestie e si scannano (probabilmente per via di un influsso malefico) fra di loro fino all' arrivo dei soccorsi.
Dylan, oltre che il buon samaritano, non fà un cavolo per tutta la storia, ma a ben pensarci la storia stessa è abbastanza povera di contenuti, con le sue stereotipizzazioni volontarie che non hanno mancato talvolta di sembrarmi leggermente macchiate da punte di ridicolaggine, per via della banalità a cui spesso si è ricorso per mostrare lo stato di bestialità in cui i prigionieri del tunnel sono caduti.
In una trama così, risultano ancora più pesanti le assenze di Bloch e soprattutto di Groucho.
Insomma, il tentativo di analisi sociologica è stato alquanto scontato e ambiguo, perchè non si sa fino a che punto la colpa degli atteggiamenti animaleschi fosse della spregevole razza umana o del maligno.
Già, il maligno... Bè, io non sono un fan degli spiegoni, ma nemmeno mi piace il fatto di buttare le cose senza preoccuparsi di dar loro un senso. Cosa fossero quei demoni, insomma, non ci è dato saperlo. Forse erano solo un espediente narrativo per scrivere qualcosa?
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Ti quoto a sangue.[;)]
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