<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dr. Hicks</i>
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Prima sceneggiatura bonelliana per Gianfranco Manfredi, il futuro autore di Magico Vento. Peccato che l'idea centrale di questo suo primo lavoro sia ripresa pari pari dal romanzo "L'occhio del purgatorio" ("Urania" n.622) dello scrittore francese Jacques Spitz.
In questo romanzo Dagerl?ff, uno stralunatissimo "scienziato", contamina con una coltura microbica il nervo ottico del pittore Jean Poldonsky, conferendo a questa sua involontaria "cavia" la capacità di "ved[ere] le cose nel posto in cui sono, ma nello stato in cui saranno più tardi" (pag.43). In un primo momento Jean vede soltanto giornali spiegazzati sebbene nuovi, fiammiferi bruciati benché non ancora accesi, poltiglie vomitevoli al posto di pietanze. In seguito, egli comincia a scorgere cadaveri fra la folla, volti di donna sul corpo di bambine e segni di decadenza su ogni oggetto sul quale si posi il suo sguardo. Vittima di una sempre più accelerata visione anticipatoria della realtà, Jean arriva a non scorgere altro che scheletri attorno a sé, nuvole di polvere al posto dei palazzi, dei ponti, dei monumenti della sua città, per poi vedere infine scomparire, una ad una, persino le stelle nel cielo.
Ne "I giorni dell'incubo" è invece l'oftalmologo Bob ad usare Dylan come involontaria cavia, consentendogli di "ved[ere] le cose dove stanno, ma come saranno nel [...] futuro" (pag.64). Sarà lo stesso Bob, però, e non Dylan, a portare alle estreme conseguenze il proprio esperimento.
Se Dagerl?ff si procura i suoi microbi dal midollo della lepre siberiana, mentre Bob li ricava da "una rara specie di pipistrelli del Borneo" (pag.95), molto simili sono le considerazioni di entrambi i personaggi sulla possibilità che alcuni animali vivano in un tempo "anticipato" rispetto al tempo nel quale vivono gli uomini. Si confrontino queste loro frasi:
Dagerl?ff:
"Il corvo, la mosca, vivono in anticipo sul nostro tempo e perciò preavvertono i gesti con cui cerchiamo di catturarli o di ucciderli, e così possono sfuggirci." (pag.16)
Bob:
"Le mosche...non si riesce ad afferrarle perché non appena accenni il gesto volano via." (pag.63)
Bob:
"E' possibile che certi animali vivano un tempo diverso dal nostro? Un tempo anticipato che permette loro di vedere il futuro?" (pag.94)
Nel redazionale dell'albo, non solo non viene fatto alcun cenno al romanzo di Spitz, ma anzi si trova scritto:
"[Manfredi] dimostra subito di aver capito perfettamente le psicologie e le atmosfere delle storie dylandoghiane, confezionando una storia che vi stupirà per originalità, spessore e tensione narrativa." [corsivo mio]
Nell'"Horror post" del n.98, Manfredi stesso, rispondendo ad un lettore, ammise di aver "citato" (?) "L'occhio del purgatorio".
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copiato incollato ciò che dice UBC... per questo gli hanno dato un mesto 38%
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Ma non si sa se il pittore Jean muore o no?
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Mi è veramente piaciuto quest'albo, il numero 95, anche adesso che ho appurato che l'idea non è originale (grazie).
Però mi ricordo anche di un'altra opera che mi è piaciuta veramente, e di cui non avevano pagato i diritti d'autore...
Totò, forse, direbbe:
<<Fare è facile, è copiare che è difficile!>>
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I disegni di Siniscalchi sono simili a quelli di Brindisi (sono della stessa scuola), e non nego di aver pensato (tra me e me), più di una volta, <<questo è uno stile assolutamente ricopiato>>.
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Ora, per curiosità: qualcuno ha colto la citazione del titolo
dell'albo stesso?
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