Tornando sull'appassionante questione della qualità dylaniata, ribadisco che il problema è la mancanza di impegno: autori svogliati, che tirano a campare, senza idee e, se ce l'hanno, attentissimi a usarle col contagocce (il diktat: un'idea al mese, conservare la prossima per quello successivo); molto abili a sfogliare la serie e riprendere temi, magari lontani nel tempo, per puntare sui lettori recenti e/o di memoria corta; svogliati (again), incapaci di credere in ciò che fanno, terrorizzati dalla pagina bianca e dalla necessità di scrivere 98 pagine, spesso imbarazzanti nell'allungare il brodo. La redazione ha grandi colpe, naturalmente, perchè accetta tutto e non respinge neanche l'irricevibile; continua a puntare su sceneggiatori finiti tanti anni fa (Ruju, sempre lui), la supervisione è distratta e sembra rinunciare programmaticamente alla qualità, puntando sul "grande acquisto" - Recchioni oggi come Barbato ieri? Vedremo - e non su una linea editoriale organica che non c'è.
Si prenda il 2008: è stato un anno DESOLANTE, con la maiuscola, il massimo qualche albo passabile, non una storia degna di nota, neanche a cercarla col lanternino, anche il 2009 finora non regala brividi. Ma i brividi, in generale, vanno cercati in altri fumetti.
Tutto questo con le dovute eccezioni.
|